Recensione: Steal the Fire

Di Stefano Ricetti - 22 Settembre 2015 - 0:10
Steal the Fire
Band: Darking
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2015
Nazione:
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76

Prendendo in prestito dalla mia stessa recensione del 2010 le prime righe, qui di seguito viene spiegata la genesi del progetto Darking, giunto al secondo full length della carriera in questo 2015 grazie ai servigi della label italiana Jolly Roger Records

Della serie: se si è veri musicisti metallari in “stand-by” prima o poi “la bestia” si risveglia e si sente un lontano richiamo dal Valhalla dell’HM al quale non si può resistere. Si imbraccia di nuovo la chitarra e le note sgorgano da sole, dopo pochi minuti, anche dopo anni di inattività. Questo, più o meno e un poco romanzato è quanto accaduto a tale Agostino Carpo, un tempo membro effettivo nonché fondatore dei Domine insieme con i fratelli Paoli, Carlo “Funa” Funaioli alla batteria e Stefano Mazzella alla voce. Correva l’anno 1986 e il primo frutto tangibile dalla band fu il demo omonimo. Seguirono Champion Eternal (1989) e Bearer Of The Sword (1991), poi le strade fra il Nostro e la band si divisero e del buon Agostino non si seppe più nulla, al di là degli addetti ai lavori gravitanti nell’area di Piombino.

Il ritorno ufficiale sulle scene avviene all’incirca dieci anni fa, poi un demo nel 2009 e il “botto” definitivo l’anno successivo, sotto forma di full length di otto tracce griffato My Graveyard Productions, intitolato Sons of Steel. La formazione autrice del disco dalla copertina giallorossa schiera, oltre all’obbligatorio Agostino Carpo, Mirko Miliani (voce), Matteo Lupi (basso) e Leonardo Freschi (batteria).

Passa un lustro e la bestia Darking si risveglia – a livello di rilascio su full length, perché fra comparsate all’interno di compilation metalliche e date dal vivo quando possibile il combo rimane “caldo” – dando alle stampe il secondo album ufficiale della carriera, foriero di una copertina in your face che, come per il predecessore, non dà adito a dubbi sin da subito nei confronti della proposta metallica incapsulata nello jewel-case.

Otto sono i pezzi sciorinati dai quattro metalhead toscani che dimostrano vero attaccamento ai colori anche solo per il fatto di non registrare nessun cambiamento in seno alla formazione. Steal the Fire, questo il titolo dell’album, si accompagna a un libretto di otto pagine con tutti i testi e alcune foto della band.

Cinquantatré minuti e rotti di una sana, abbondante dose di HM classico purissimo all’italiana dal retrogusto epico vengono sparati senza redenzione dalla premiata ditta Carpo & Co. forti di una produzione alle casse possente che finalmente rende onore all’attitudine e al credo dei Nostri.

Inevitabile, lungo l’ascolto, non cogliere le influenze preponderanti che hanno permesso ai Darking di distillare sette inediti (più una cover): nella fattispecie quella, fortissima, proveniente dal Tirreno (leggasi Domine) insieme con le pulsioni giunte in quel di Piombino attraversando la Manica (Black Sabbath, Iron Maiden).    

L’impressione è quella di avere a che fare con una macchina da guerra finalmente rodata a dovere e in grado di rendersi conto dei propri limiti come quando, nel caso della cover di Stormbringer dei Domine, decide di giocarsi le proprie chance, azzeccandoci in pieno, su registri più bassi dei colleghi piombinesi. Competere con un fuoriclasse come Morby è partita persa sin dall’inizio per il 95% dei singer in circolazione: Mirko Miliani, pur essendo interprete di razza, si ritaglia il proprio ambito di gloria sfoderando una prova tutta feeling e passione, mettendo da parte l’attacco frontale, riuscendo così a far splendere sotto una luce inedita, dalle tonalità pastello, il classicone concepito dai fratelli Paoli e soci.

Tornando agli inediti, accanto a episodi riusciti dall’appeal indiscutibile come Icarus, Steal the Fire e Circle of Life scorrono sullo schermo dal fondale blu rischiarato dalla torcia di un guerriero anche dei piccoli inciampi, incapaci però di influenzare negativamente il risultato una volta arrivati alla fine del percorso.

Steal the Fire non cambierà di certo le sorti della storia del Metallo fatto musica ma assolve al proprio compito primigenio: soddisfare la fame degli amanti dell’heavy fucking metal duro, veloce e tradizionale, senza compromessi né contaminazioni di sorta.

E tanto basta.         

 

Quale il titolo del romanzo che ottenne grande successo, scritto dall’autrice Silvia Avallone nel 2010, nei riguardi di vicende legate alla città di Piombino?

Risposta: ACCIAIO!

Guarda caso…

Superfluo commentare oltre, quindi, riguardo le gesta siderurgiche dei 100% Pure Steel Darking, provenienti proprio da quella zona… 

HAIL!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

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