Recensione: Stereosonic Meltdown

Di Alessandro Zaccarini - 8 Novembre 2005 - 0:00
Stereosonic Meltdown
Band: Triggerdaddy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
73

Torna sulle scene Tim Karr, canadese di nascita ma angelino di adozione, vecchia conoscenza del panorama rock US per via della sua militanza in diverse band a stelle e strisce, oltre che per aver suonato spalla a spalla con Tracii Guns nel suo disco solista del 1989. Con lui, per questi Triggerdaddy, troviamo un roster di musicisti dal passato di alto lignaggio, una sorta di rimpatriata di vecchie glorie della scena hollywoodiana: Gilby Clarke (Guns’n’Roses),  Ryan Roxie (Alice Cooper e Glamnation), Eric Singer (Kiss e Alice Cooper), Jon E. Love (Love/Hate), Johnny Griparic (Slash’s Snakepit), Muddy Stardust (L.A. Guns, Starfuckers, Gilby Clarke Band), Brian Tichy (Billy Idol), Teddy Zig Zag (Guns’n’Roses) e Chad Stewart (Faster Pussycat).

Con questo album, e non poteva essere altrimenti, i Triggerdaddy si lanciano in una spudorata e inconfutabile operazione nostalgia, dando vita a 32 minuti di un hard rock molto leggero, vicinissimo al rock della prima ondata glam di David Bowie, Marc Bolan e compagnia, con qualche lieve inevitabile ventata di band come L.A. Guns, Guns’n’Roses o Kiss. Stereosonic Meltdown è un viaggio di mezzora in nome di modi e criteri ormai in disuso: si va dalle tipiche “drive-songs” dai ritornelli sognanti e cullanti, come l’opener Space & Time e Train 2 Nowhere, alle ballate strappalacrime (vedi Enemy e la conclusiva Price of Love), fino ad approcci più blueseggianti e retrò di cui fa sfoggio Jesus Cowboy. Non mancano le scampagnate spensierate delle più vivaci Can’t Get High (episodio quasi alla The Who), Gimme Sun Skin, o l’energia anacronistica del trascinante country-rock’n’roll di Peach, ma tutto viene fatto in nome di equilibri e suoni ormai d’epoca.

Oltre al materiale targato Trigerdaddy (o meglio Tim Karr e Gibly Clarke, uniche due menti attive nel songwriting) troviamo una cover di un pezzo storico come 20th Century Boy dei T-Rex. La prova dei Triggerdaddy è piacevole ma non delle migliori, anche se ha comunque il pregio di colpire assolutamente nel segno: dare un’idea di quale siano i presupposti e le influenze di questo Stereosonic Meltdown.

Se siete amanti del classic rock, del primo hard rock e delle atmosfere anglosassoni degli anni ’70, Stereosonic Meltdown è quello che fa per voi. Certo, con i nomi in gioco si poteva fare francamente di più, ma se tutto ciò che conta è la buona musica, questa mezzora di sound vecchio stampo non vi deluderà: a confronto anche la Nwobhm suona moderna.


Tracklist:
01. Space & Time
02. Gimme Sum Skin
03. Enemy
04. Jesus Cowboy
05. Can’t Get High
06. Train 2 Nowhere
07. Shape Of Things 2 Come
08. Peach
09. 20th Century Boy
10. Price Of Love


Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

Ultimi album di Triggerdaddy