Recensione: Storm

Di Claudio Casero - 1 Luglio 2006 - 0:00
Storm

La più importante gothic metal band norvegese giunge al suo sesto lavoro intitolato “Storm”; nonostante la cantante Nell abbia sostituito Liv Kristine da più di due anni, questo è il primo lavoro in studio dei Theatre of Tragedy che la vede alla voce. “Storm” può, in un certo senso, essere visto come un come-back della band anche se non sono mai spariti completamente dal mondo musicale.
L’album è stato prodotto da Rico Darum (già produttore di Zeromancer e Gothminister) e mixato in Canada nei The Green Jacket Studios da Greg Reely (Paradise Lost, Fear Factory, Skinny Puppy)

Fin dalle prime note della titletrack “Storm” si può notare che il sound della band è mutato in questi anni; la voce di Raymond è particolarmente potente e carica di effetti che la fanno muovere verso tonalità più vicine al nu metal che al gothic. Di contro Nell riporta il tutto entro canoni più delicati e melodiosi senza incappare mai in momenti troppo lagnosi. Il tappeto sonoro creato da un pianoforte quasi “pizzicato” rende il brano ancora più interessante e piacevole.
Anche in “Silente” è la voce maschile che non mi convince per nulla, sia chiaro è una bella voce e curata nei minimi particolari ma è troppo poppeggiante e cantilenante per riuscire a combaciare con quella femminile. Le parti più movimentate del brano sono abbastanza piacevoli ma tutto sommato già sentite e monotone alla lunga.
Il discorso cambia decisamente con “Ashes and dream” e “Begin & end” in cui torniamo verso un sound squisitamente gothic pur mantenendo una buona dose di novità dettata da alcune soluzioni stilistiche che prendono spunto sia dal pop che dall’industrial. Quello che ne esce sono due brani davvero validi e piacevoli sotto tutti i fronti che portano una ventata di aria pulita in un sound che altrimenti potrebbe sapere un po’ troppo di stantio.
“Fade” è un vero e proprio inno alla dolcezza impersonificata da Nell; sinceramente la voce di Liv Kristine mi piaceva decisamente di più, ma non ci si può lamentare. Momenti strazianti si susseguono in un caleidoscopio di emozioni cantate a piena voce o appena sussurrate accompagnate da un piano che, da solo riesce a creare un’atmosfera davvero accattivante e rilassante.
“Disintegration” e “Debris” basano la loro bellezza sull’aspetto sinfonico della musica pur non dimenticando la potenza che fa capolino qua e là aggiungendo un punto piacevole e una diversità sonora che di certo non guasta.

Questo “Storm” è quindi il gradito ritorno dei Theatre of Tragedy; il lavoro, come si direbbe per una squadra di calcio, “vince ma non convince”; nel platter troviamo infatti alcuni momenti troppo banali e già sentiti accostati a brani veramente ottimi sotto tutti gli aspetti. Nello sheet informativo troviamo scritto “Beware, the storm is gettino closet now!”; sinceramente a me non è parso che si trattasse molto di una tempesta quanto di un temporale passeggero!
“Storm” è quindi un valido cd che può essere ascoltato in ogni momento della giornata ma che alla lunga potrebbe risultare noioso.

TRACKLIST
1. Storm
2. Silence
3. Ashes and dreams
4. Voices
5. Fade
6. Begin & end
7. Senseless
8. Exile
9. Disintegration
10. Debris