Recensione: Storm The Walls

Di Nicola Furlan - 22 Maggio 2008 - 0:00
Storm The Walls
Band: The Burning
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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50

Storm The Walls è il disco di esordio dei danesi The Burning, in cui milita il chitarrista Rasmus Normand, artista che qualcuno ricorderà già al lavoro con i connazionali Panzerchrist. Il genere è una mescolanza tra il caratteristico death di stampo svedese e le sezioni ritmiche che hanno reso famigerato il post-thrash di inizio anni ’90.

Ciò che salta subito all’occhio è che la band, al momento, non si esprime in termini particolarmente innovativi, risultando al contrario persino anacronistica. Infatti, le melodie e i suoni ricordano uno stile ormai antico, che non si ripropone da più di un decennio e i cui precursori furono per certi versi i Pantera, per altri i Soilwork.
Il gruppo si ostina a utilizzare soluzioni musicali tipiche del post-thrash/death metal melodico, con leggera prevalenza della componente più groove. Come già detto, quindi, uno stile ormai superato. Le melodie di conseguenza risultano inefficaci, in quanto prive di quelle sonorità accattivanti capaci di farsi ricordare nel tempo. Nemmeno i break riescono in alcun modo a conferire alle sezioni ritmiche la potenza necessaria a determinare onde d’urto di significativo impatto.
Ulteriori limiti sono riscontrabili nei passaggi tra uno stile e l’altro e nella mancanza di legante compositivo in grado di coinvolgere l’ascolto.
La band non si contraddistingue nemmeno per quanto riguarda la parte emotiva, “adrenalinica” dell’ascolto e, nel complesso, non riesce a spiccare né per personalità né per originalità.

L’inserimento di dodici brani della durata media di tre minuti scarsi non è confortante. Soltanto gli Slayer si sono potuti permettere, in passato, di optare per una simile scelta, sapendo abilmente concentrare in quei pochi minuti di durata una notevole potenza dal nome Reign in Blood. Obiettivo che i The Burning sembrano non aver raggiunto.
Più che di una proposta capace di aprire nuovi orizzonti a cui ispirarsi, quindi, sembra di trovarsi di fronte a idee che vagano senza meta attraverso stilemi ormai superati.
In conclusione, si potrebbe dire che Storm The Walls sia l’emblema di una vera e propria involuzione piuttosto che di una sperimentazione.
L’unica nota di merito, che mi sembra doveroso segnalare a favore di questo album, è la scelta di un settaggio suoni che permette a ogni strumento di risaltare per pulizia e precisione. Alla stesura della tracklist, non a caso, ha collaborato Jacob Hansen (ricordato da molti per aver collaborato, tra gli altri, con Destruction, Rob Rock, Týr e Aborted).

Perciò, in attesa della prossima uscita, potrei solo consigliarvi di valutare con attenzione le anteprime che trovate in streaming in rete, evitando di investire in un disco che, purtroppo, potrebbe deludere molte aspettative.

Nicola Furlan

Tracklist:
01 Underachievers Unite
02 Kill The Swine
03 Dotted Line
04 Weakling
05 Last Living Hostage
06 The Gospel
07 Warhorse
08 Fire
09 Snakes Of Life
10 End Of All
11 Storm The Walls
12 Hours (Kill The Swine Part II)

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