Recensione: Straight Jacket Vacation

Di Roberto Forghieri - 28 Agosto 2013 - 18:52
Straight Jacket Vacation
Band: Brett Walker
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2013
Nazione:
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75

Non è mai facile avvicinarsi con serena obiettività a quello che, purtroppo, diventa il lascito musicale di un artista.
Molti di Voi già sapranno che Brett Walker “è andato avanti” (come usano dire gli Alpini) l’8 di luglio 2013. Non è quindi possibile rimanere indifferenti ad una tale perdita e compilare un giudizio asettico e scevro da sentimentalismi, anche perché è proprio sui sentimenti e sulle emozioni che la musica suscita, che giudichiamo se una canzone, una composizione o l’insieme di queste ci piacciano o meno.
Onestamente questo album postumo è decisamente piacevole sin dal primo ascolto e nel complesso un cd godibilissimo: l’etichetta ha ben fatto a darlo alle stampe rispettando le date previste di uscita, tenendo fede così alla volontà della famiglia Walker.

“Reaching For The Stars” è il brano d’apertura: una canzone ariosa che richiama piacevolmente alla memoria i King Of Hearts ed il loro fantastico album omonimo: chitarra acustica in primo piano ed atmosfera west coast, sono gli ingredienti di un potenziale hit single che farà scuotere il “piedino” sin dal primo ascolto.
“What About You” non è la classica ballad ma piuttosto un brano intimista e raffinato, forse la gemma più preziosa di questo “Straight Jacket Vacation”. Sin dalla successiva “Better Than Goodbye” si passa ,senza traumi, a sonorità di scuola canadese: un brano alla Bryan Adams per intenderci. Con “Streetlights Burning” si devono scomodare Harem Scarem e Robert Hart per trovare un punto di paragone per questa gradevolissima traccia dallo swing coinvolgente, mentre “I’ll Bet It Hurts”, pur rallentando il ritmo, mantiene però un fascino tutto west coast.

“More Than I” è forse il brano più aggressivo del cd dai connotati seventies (leggasi Free).
Ancora tanta classe si sprigiona con “Good Enough” un pezzo lento che si potrebbe definire un mix di Blind Fish ed Harem Scarem. “Waiting For Love” è la traccia che Brett Walker scrisse per gli Alias di Demarchi e Curci nel 1991: la riproposizione dell’autore originale è una delizia per le orecchie di noi AOR-maniacs.
“I’m Gonna Fly” non sfigurerebbe invece né su “Cuts Like A knife” né su “Reckless” (Bryan Adams of course) mentre “So Happy I’m Crying” è un mid-tempo raffinato alla David Foster e quindi con un sound più keyboards oriented.
“Unlucky At Love” è di nuovo canadian rock, preludio alla conclusione di “Someday I’m Gonna Be Famous”, traccia in cui torna la ritmica acustica ed in causa chiamiamo ancora i redivivi Harem Scarem.
Se il titolo di questa traccia può sembrare quasi ironico, speriamo invece sia profetico: con un effetto live termina l’album e la voce di Brett Walker si congeda ringraziando con il classico “See you next time”.

Alla prossima Brett e grazie per la musica…

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