Recensione: Structures of Death

Di Stefano Risso - 20 Settembre 2007 - 0:00
Structures of Death
Band: Fleshcrawl
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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52

Ottavo album per i Fleshcrawl, tedeschi di passaporto ma svedesi
d’adozione, tanto è sconfinato l’amore di questi musicisti per il death old
school nord europeo, proponendo per l’ennesima volta un disco incentrato su
queste sonorità, senza cambiare nulla dalle uscite precedenti.

Structures of Death è infatti un lavoro che racchiude tutti i
cliché del genere, dalle ritmiche, alla voce, dalla struttura dei brani, alla
classica potenza sprigionata, il tutto con la giusta dose di padronanza tecnica
(il minimo sindacale), e il giusto bilanciamento dei suoni. Un disco sulla carta
ben confezionato, che però perde tantissimi punti una volta inserito all’interno
del mercato metallico odierno. Infatti i Fleshcrawl, pur essendo attivi
dal lontano 1991, non hanno mai cercato una via personale, rifacendosi sempre ai
grandi, e rimanendo inequivocabilmente nella loro ombra. Ora, dopo ben sette
dischi, riesce difficile convincere l’acquirente medio (ma anche il fan
accanito) a tirare fuori i soldini per portarsi a casa quaranta minuti di “gia
sentito”, di canzoni nuove solo nella forma, ma che nella sostanza non
aggiungono nulla alla carriera dei nostri.

Specialmente se ci si trova al cospetto di una tracklist altalenante, che si
snoda tra pezzi più riusciti, A Spirit Dressed in Black, Fleshcult,
Into the Crypts of Scattered Souls, e War of the Dead, ad altri
molto meno efficaci, come la terza Into the Fire of Hell, o Rest in
Pain (R.I.P.)
, giusto per citarne due. Pochi sussulti, nessuna variazione
degna di nota, insomma niente che possa accendere l’attenzione e far compiere il
fatidico sforzo economico agli ascoltatori. Bravi mestieranti che credono di
cavarsela con la sola esperienza, diventando ripetitivi e quindi, alla lunga,
tediosi.

Urge un rinnovamento o un sterzata di classe che non sembrano proprio rientrare
nelle corde dei Fleshcrawl. Solo per super appassionati di death svedese,
e solo eventualmente dopo aver gustato i veri ritorni degni di nota che si sono
registrati in questi anni.

Stefano Risso

Tracklist:

1. Skulls of the Rotten (Intro)
2. Structures of Death
3. Into the Fire of Hell
4. Written in Blood
5. A Spirit Dressed in Black
6. Fleshcult
7. Into the Crypts of Scattered Souls
8. Anthem of Death
9. Nothing But Flesh Remains
10. Rest in Pain (R.I.P.)
11. About Mortality
12. War of the Dead

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