Recensione: Sumerian Daemons

Di Matteo Bovio - 25 Febbraio 2003 - 0:00
Sumerian Daemons

Chi nella musica ricerca non solo estremismo e tecnica, ma anche una certa atmosfera, maestosità, echi di paesaggi e situazioni oggi scomparsi, non dovrebbe trovarsi spaesato davanti al nome dei Septic Flesh, band greca giunta ad un’invidiabile traguardo: 12 anni di carriera, scanditi da 6 full lenght ed un paio di ep. La loro fama non è mai stata ad alti livelli, nonostante una proposta decisamente buona e continua nel tempo; certo è che il loro status underground (relativamente, visto il contratto per la Hammerheart) è dovuto anche ad una tendenza a non ammorbidire eccessivamente il proprio suono, e ad aver saputo bilanciare la cattiveria con l’espressività.

Sumerian Daemons è purtroppo un album che colpisce ai primi ascolti, e perde rapidamente fascino e mordente con il passare del tempo. Unbeliever ci introduce nel loro mondo, dove si mischiano parte dei Kataklysm della primissima era con i Therion di “Theli”; molto interessante il fatto che le parti più estreme (in parte ridotte in questa fase della loro carriera) non permettono all’atmosfera di abbandonare il campo, riuscendo ad incamerare in sè visioni epiche e selvagge. La successiva Virtues Of The Beast è molto esplicativa per quello che riguarda la mia opinione generale sul cd: un inizio con un arpeggio praticamente perfetto è seguito da un attacco letteralmente maestoso, dove le chitarre fanno da solida base di una strumentazione più varia. Raggiunto in questa prima parte l’apice della composizione di tutto il cd, il brano si lascia andare nel proseguimento ad un’orchestrazione e dei vocalizzi che ricordano esageratamente i già citati Therion. Purtroppo in questo campo la band svedese è ancora una spanna avanti, e di questo i Septic Flesh pagano in parte il pegno.

Gli episodi sono in tutto 13, gli spazi per rialzare la testa si trovano, fatto sta che in 56 minuti non sempre l’attenzione riesce ad essere al culmine; maestose orchestrazioni lasciano spazio in più di un’occasione a stacchi del tutto anonimi, risultando così oasi nel deserto. Le costanti di questo album sono in primo luogo la produzione, piena, pulita e potente, e subito dopo i vocalizzi che, quando non si lasciano andare a stereotipati cori della più classica tradizione del Death sinfonico, colpiscono l’attenzione. Nota di merito dunque al bassista / cantante Set<'h> (non è un errore di ortografia NdA…).

Io credo fermamente che i Septic Flesh possano tirare fuori un autentico capolavoro; questo nel momento in cui non sentiranno più la necessità di competere con la band che più di una volta ho citato. Francamente nessuno si aspetta da loro un altro “Theli”, nè così sarà mai; il meglio di sè la band lo da proprio quando è al massimo della distanza da quel particolare tipo di atmosfere. Per il momento Sumerian Daemons è dedicato a tutti i fan della band e a chi vuole scoprirla; non c’è male, ma io voglio di più…
Matteo Bovio
Voto: 70

I greci Septic Flesh già da tempo non sono più degli sconosciuti grazie a diversi album forti. Sumerian Daemons è – contando anche i mini-LP e i CD – già l’ottava pubblicazione della band e la prima con la nuova casa discografica Hammerheart.
Dal punto di vista musicale non ci sono stati grandi cambiamenti: si tratta sempre di Death Metal tradizionale, con molti passaggi tetri ed orchestrati, cori… tutte cose che vestono il sound della band con un abito di enfasi satanica.
Un album che prende le dovute distanze dal periodo Gothic, se paragonato ai lavori dei vecchi Therion o Paradise Lost.

Si può dire che i Septic Flesh hanno conservato lo spirito più buio e tenebroso di quest’epoca, e il loro sound peculiare si sviluppa proprio da questa condizione. Un perfetto esempio di ciò, lo troviamo nella canzone “Faust”, che racchiude in sé tutti questi particolari.
La corposa produzione di Fredrik Nördström e l’artwork del CD a cura della casa dei fratelli Azahoulos (specialisti in FX e horror), sono punti in più da non sottovalutare per questo “Sumerian Daemons”.

Per gli amici del Death Metal più tetro, un bel boccone appetitoso e… oscuro.
Bruder Cle
Voto: 75