Recensione: Symphonies Of Sickness

Di Matteo Bovio - 1 Maggio 2002 - 0:00
Symphonies Of Sickness
Band: Carcass
Etichetta:
Genere:
Anno: 1989
Nazione:
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93

Non ci girerò tanto intorno: per me questo è più bell’album che i Carcass abbiano mai composto in tutta la loro carriera. So che molti avranno storto il naso a questa mia affermazione: la maggior parte di voi probabilmente vede o nel successivo Necroticism… o in Heartwork le vere perle. Tuttavia ritengo per vari motivi Symphonies Of Sickness la prova migliore del gruppo, nonchè il miglior album di Grind Death che fino ad oggi sia mai stato suonato: nel suo genere, questo Cd è ad un livello così alto e porta con sè delle atmosfere così particolari che a stento mi sono dovuto trattenere dall’assegnargli il massimo dei voti, dovendo fare i conti con delle pecche relativamente importanti e tuttavia non trascurabili.

Innanzitutto SOS è un passo avanti rispetto all’esordio sia dal punto di vista compositivo che formale: affidatosi ad un produttore professionista, i Carcass tirano fuori un suono certamente non perfetto, ma comunque più che buono. L’estremismo più oltranzista è stato qui abbandonato a favore di una ricerca sonora migliore, ma che lascia comunque spazio allo spirito grindcore e anti-progressista (in senso ovviamente musicale…) che aveva contraddistinto il combo inglese. Questa è forse la maggiore differenza con Necroticism…, nel quale invece si sono abbandonati a delle scelte più tecniche in netto contrasto con l’impronta dei primi due album: produrranno ancora lavori eccellenti, ma il vero feeling che ha innalzato i Carcass ad un livello superiore sarà per sempre confinato alle prime due uscite.

I pezzi sono tutti di durata medio-lunga, con un riffing originalissimo (soprattutto visto l’anno di uscita) farcito dalle solite vocals estreme: anche in questo caso c’è da segnalare un cambiamento, ossia la drastica riduzione di filtri alla voce. Insomma, i Carcass in questo lavoro incanalano la furia di Reek Of Putrefaction in una via più razionale, cosa che non li penalizza assolutamente: semplicemente dimostrano una maggiore maturità ed evitano di andarsi a chiudere in un vicolo cieco.

“Reek Of Putrefaction”, “Exhume To Consume”, “Excoriating Abdominal Emanation”… tutti pezzi destinati a rimanere nella storia del metal per la loro bellezza ma anche per la svolta che rappresentavano nel panorama intero. Quello che forse a oggi è molto difficile capire è come i Carcass con appena due album siano riusciti a rivoltare come un calzino una scena la cui peculiarità è, secondo molti, la staticità. E sebbene tutt’oggi molti gruppi si sforzino di seguire la scia da loro tracciata, molti sono i gruppi che riescono ad emulare lo spirito di Reek…, pochi quelli che compiono la medesima operazione con Symphonies….

Chiudo ricordando “Empathological Necroticism”, brano che ritengo tra i più belli in assoluto mai scritti dai Carcass e che racchiude in sè molta della bellezza di questo Cd: semplicità che rispecchia la genialità. Insomma, questo album non deve essere ricordato solo per i testi che sembrano tratti da un manuale di patologia o per le leggende metropolitane che girano attorno ad esso: farlo sarebbe un ingiusto sminuire la realtà dei fatti, la creatività di uno dei gruppi Death per eccellenza.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Reek Of Putrefaction
02. Exhume To Consume
03. Excoriating Abdominal Emanation
04. Ruptured In Purulence
05. Empathological Necroticism
06. Embryonic Necropsy And Devourment
07. Swarming Vulgar Mass Of Infected Virulency
08. Cadaveric Incubator Of Endoparasites
09. Slash Dementia
10. Crepitating Bowel Erosion

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