Recensione: Symphony For The Devil

Di Matteo Bovio - 4 Marzo 2002 - 0:00
Symphony For The Devil
Band: Witchery
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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75

Più lo ascolto e più mi piace: Symphony For The Devil nasce come terzo lavoro di un gruppo svedese, gli Witchery, tra i più convincenti degli ultimi anni. Non è un caso che tra le loro file militino ex-membri di Satanic Slaughter e The Haunted. La formula non è innovativa, ma il risultato, anche se a volte un po’ scontato, è ottimo.
E’ notevole come il metal odierno si stia riagganciando sempre più alla vecchia matrice Thrash: un ritorno alle origini che sta producendo dei prodotti obiettivamente di elevata caratura. Certo, si rischia di incanalarsi in un vicolo cieco e di riportare la scena estrema alla staticità che ha caratterizzato alcuni suoi momenti. Ma non saranno di certo album come questo a causare l’ipotetico disastro…

Potenza, cattiveria e Thrash Black a iosa sono gli ingredienti che troverete in Symphony For The Devil: per tutta la sua durata aleggerà nell’aria quell’insano profumo di marciume che il genere sapeva evocare nei bei tempi che furono. Sì, questa è un’uscita un po’ retrò e nostalgica, ma sa attingere anche dal presente; si avvale infatti di una buonissima produzione e di un song writing che sa essere tanto convincente quanto ben eseguito.

Non è facile produrre lavori di simile validità, perchè mediamente ciò che ne esce sono album piacevoli al primo ascolto, ma noiosi sin dall’immediato futuro. Invece gli Witchery, grazie anche alla notevole esperienza dei singoli strumentisti (tutti hanno militato in gruppi importanti, e un motivo c’è), hanno dimostrato come sia tutt’oggi possibile risultare piacevoli e “di classe”.

The Storm“, “Bone Mill” e “Wicked” spaventano per l’incedere terremotante; tre esempi di come questo genere dovrebbe sempre suonare. Comunque bastano una manciata di ascolti perchè rimanga un piacevole ricordo di tutte e 12 le tracce, senza particolari sbalzi verso il basso. Va bene, siamo ancora lontani dall’album della rivelazione: comunque gli Witchery non si perdono nell’anonimato e riescono a far sentire la propria voce, pur proveniendo da una scena dove c’è da urlare parecchio per raggiungere lo scopo. Un semplice “Play”, e il massacro avrà inizio!
Matteo Bovio

Tracklist
01. The Storm
02. Unholy Wars
03. Inquisition
04. Omans
05. Bone Mill
06. Enshrined
07. None Buried Deeper
08. Wicked
09. Called For By Death
10. The One Within
11. Hearse Of The Pharaons
12. Shallow Grave

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