Recensione: Taken by Force

Di Abbadon - 4 Aprile 2003 - 0:00
Taken by Force
Band: Scorpions
Etichetta:
Genere:
Anno: 1977
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
87

Nel 1977, a un solo anno di distanza dall’eccellente “Virgin Killer”, gli Scorpions ritornano alla carica sulle scene rock con il loro quinto album da studio in appena 6 anni di “vera” carriera (escludendo quindi il periodo nel quale la band era formata ma ancora non aveva messo nulla sul mercato). L’album, intitolato “Taken by Force” si presenta a posteriori come un disco denso di significati. Intanto è l’ultimo studio album che la band produce con il suo allora chitarrista e co/compositore Uli Roth, che chiuderà con il live “Tokyo Tapes” la sua carriera agli Scorpions, ma che con appunto Taken, finisce il suo fortunato lavoro in studio. In secondo luogo Taken by Force si può vedere come l’inizio della prima evoluzione sonora della band tedesca, che passa da un rock molto particolare e barocco, che aveva determinato l’ascesa a ruolo di ottimi musicisti Meine e compagni, all’Hard&Heavy che avrebbe reso la band parte di quel gotha di gruppi che erano fonte di ispirazione e storia per le allora giovani emergenti, e che fu di fatto la rampa di lancio per il successo a livello mondiale. Taken si presenta appunto come un disco “miscelatore”, dove si alternano pezzi di rock davvero Hard con la H maiuscola, a tracce di quella musica molto sinfonica e ricca di sfumature che caratterizzava i precedenti lavori. Anche le singole canzoni presentano mescolati tra loro i diversi stili musicali prima citati, con l’alternante prevalenza di una tipologia piuttosto che dell’altra. Musicalmente Taken ha un sonoro molto pulito, orientato prevalentemente (come da tradizione del gruppo) dalle chitarre di Uli e Rudolph, ma anche il basso si sente e viene messo discretamente in risalto. La batteria più che altro serve a dare le ritmiche, ma non vi è mai la sensazione che possa infuriare, serve semplicemente come valido accompagnamento. Ottima la voce, come sempre di Klaus, che si mantiene sempre pulita e priva di fronzoli o sbavature di sorta. Anche le liriche sono abbastanza significative, fatto rilevante visto che, ballads a parte, dai lavori seguenti a taken le liriche della maggior parte delle song non saranno più curate come lo erano prima. L’album complessivamente dura circa poco meno di 39 minuti di più che buona musica, anche se inferiore (ma va a gusti), alla furia strumentale che si avrà a partire dal prossimo disco in studio della band.
“Steamrock Fever”, prima canzone del CD, è proprio il prototipo di canzone new style, un vero e proprio inno al cambio di musicalità, come si può dedurre anche dalla lirica, e dal martello pneumatico (penso messo lì apposta) che apre un brano abbastanza diretto, ritmato e a mio avviso molto carismatico. i Riffs sono abbastanza quadrati ma non pesanti, e il cantato pare una vera e propria invocazione al pubblico, giustificato dal “HERE WE AREEEE” prima di ogni ritornello (ottimo sebbene semplice) . Molto ma molto bella anche la seconda track del disco, ovvero “We’ll burn the sky”, che invece pur avendo pezzi rockeggianti, soprattutto alla fine, mantiene ancora quel tocco particolare di quella musica passata e molto più, come detto in precedenza, barocca, che però fa comunque la sua figura. la canzone parte molto piano e in modo molto melodico, la voce cattura subito l’attenzione, ma poi a tratti viene scatenato un pezzo veloce e sonoro, cui segue un ritornello molto enfatizzato ed enfatizzante. L’assolo è molto Old Style e, come già anticipato, il finale e veloce e conclude degnamente una ottima song. Particolarissima la chitarra che inizia “I’ve Got to be Free”, canzone anche questa “meticcia”, e tutto sommato godibile, ma nettamente un passo indietro rispetto alle prime due. In compenso è spettacolare l’assolo, tocco del genio compositivo di Uli Roth.
Ottima anche la intro di “The Riot of  Your Time”, canzone che divido in due pezzi, in quanto le strofe mi piacciono davvero poco, mentre mi esaltano refrain e assolo, fatti in puro combo hard rock. Spettacolari la voce e chiatarre. La seconda metà di “Taken by Force” inzia col brano forse più singolare in assoluto mai prodotto dalla band di Hannover, totalmente fuori dai suoi classici schemi con “The Sails of Charon”. La canzone e molto inquitante, oscura, come deve essere un viaggio attraverso il fiume dei morti, e la voce è abbastanza angosciante e accusatrice. La melodia cattura parecchio, soprattutto le prime volte che viene ascoltata. Anche gli “effetti speciali” che ogni tanto compaiono nella song fanno una bella figura.
Buona “Your Light”, che però è la canzone che mi affascina di meno, nonostante sia eseguita davvero bene, e abbia delle notevoli parti melodiche. Forse è la traccia dove Meine usa al meglio la sua voce, urlando anche quando gli capita. Molto dolce l’assolo. Spettacolosa “He’s a Woman, She’s a man”, canzone velocissima, tenuta in piedi da un grande basso, e da degli esaltanti riff. L’argomento trattato è piuttosto particolare e il ritornello, ma in generale tutta la track è da puro headbanging, e risulta essere forse la miglior canzone “diretta” di tutto il disco, sentire per credere.
Conclusione degna di un album davvero notevole è l’incredibile “Born to Touch your Feelings”, stupenda ballad di ben 7 minuti e passa, che entra davvero nel cuore con un testo triste ma speranzoso allo stesso tempo,
cantata magistralmente, e con dei tocchi in più (come le voci indistinte alla fine della song) che la rendono unica anche nel vastissimo panorama delle ballad degli Scorps. Il disco in alcune versione presenta anche una canzone bonus, ovvero “Suspender Love”, che purtroppo non ho mai sentito. Evito quindi di commentarla, anche se credo non sia lei a decidere o comunque modificare l’esito del giudizio all’album
Finito il disco non mi resta che dare un parere personale. Beh forse “Taken by Force” non sarà mai identificato come una milestone, e forse nemmeno come un masterpiece dei ragazzi di Hannover, ma resta un disco che merita ampiamente di essere sentito e conservato in una bacheca che si rispetti.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist :

1) Steamrock Fever
2) We’ll Burn the Sky
3) I’ve got to be free
4) The riot of your time
5) The Sails of Charon
6)Your Light
7) He’s a Woman, She’s a Man
8) Born to touch your feelings
9) Suspender Love (Bonus Track)

Ultimi album di Scorpions

Band: Scorpions
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
90
Band: Scorpions
Genere:
Anno: 2010
85
Band: Scorpions
Genere: Heavy 
Anno: 1999
49
Band: Scorpions
Genere:
Anno: 1996
70
Band: Scorpions
Genere:
Anno: 2004
78
Band: Scorpions
Genere:
Anno: 1972
78