Recensione: Tales from Midgard

Di Eugenio Giordano - 23 Maggio 2004 - 0:00
Tales from Midgard
Band: The Ring
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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63

Un esordio importante come quello dei The Ring non capita molto spesso e devo ammettere che questa band svedese mi ha profondamente colpito con il suo heavy metal classico e dalle forti tinte epiche immerse in un’atmosfera oscura e piacevolmente insolita.

Dimenticate completamente il power metal, la copertina stile “Avantasia” non c’entra un cavolo con la proposta sonora dei The Ring, infatti il trio nordico è autore di un sound potente e graffiante dove le chitarre oscure e le parti vocali taglienti come rasoi sono indiscutibilmente dominatrici. Non fatevi ingannare dal concept dedicato al notorio “Signore degli Anelli” perchè non siamo di fronte a una band che vuole emulare il successo dei Blind Guardian e magari di copiarne lo stile. I The Ring suonano semplicemente metal e lo fanno guardando al passato remoto di questo genere, le radici artistiche della band svedese affondano nel rock degli anni ottanta rimandando ai Black Sabbath e allo stile compositivo di RJ Dio dei tempi migliori. Quindi siamo di fronte a un cd assolutamente rivolto a un pubblico esigente e ortodosso rompendo completamente le regole del music businness che puntano quasi sempre su band emergenti autrici di power metal stereotipato e ormai ripetitivo. La produzione del cd guarda indietro nel tempo ma non dimentica gli standard attuali del mercato riuscendo a conciliare tecnica e potenza in maniera equilibrata. Ottimo Jakob Samuel dietro al microfono e alla batteria, con la sua timbrica possente e graffiante genera un trade mark sonoro di grande pregio artistico convincendo l’ascoltatore fin dai primi passaggi. Non mancano melodie chitarristiche derivate dalla tradizione degli anni ottanta, i The Ring hanno assorbito a modo loro la lezione dei Maiden senza però diventarne sterili emulatori.

Si comincia in maniera davvero convincente con “In the beginning” un brano elaborato e ambizioso dove i nostri scelgono strutture epiche e atmosfere plumbee di grande spessore artistico. Subito si comprende lo spessore dei The Ring e il loro completo disinteresse nei confronti della scena metal attuale. Con “Gathering darkness” la band si spinge verso melodie trascinanti e dal chiaro intento epico, davvero molto convincente l’interpretazione vocale che rende onore a un sound così retrò. Più rallentata ma non meno aggrissiva “Voices of the fallen kings” mostra il lato più raffinato dei The Ring. Non mancano epic song memorabili come “Into the wild” che possiede un refrain veramente convincente e frontale, siamo comunque lontani dai concetti moderni di epic metal, quindi non crediate di stare di fronte a un gruppo uscito dalla scuola dei ManowaR. Direi invece che i The Ring mi ricordano da vicino sia i Cirith Ungol che i The Lord Weird Slough Feg. Potentissima “Unite or fall” che alterna heavy metal oscuro e linee vocali devastanti. Lunga e ambiziosa “Halls of doom” è una piccola perla compositiva che dimostra ancora la capacità musicale dei nostri tre svedesi, questo brano richiede diversi ascolti per poter essere capito in pieno. Trascinante e diretta “Signs by the silver stream” apre la strada alle divagazioni rock oriented di “The chase” che non deluderà gli amanti dei Black Sabbath più aggressivi. La conclusiva “The battle” riporta il disco su canoni epici e oscuri ponendo fine a un lavoro di esordio assolutamente maiuscolo.

La Scarlet ha messo a segno un nuovo centro pieno scoprendo questi ragazzi, consiglio questo disco ai più giovani e ancora inesperti tra voi, spero comunque che i The Ring entrino negli ascolti dei più maturi e esigenti. Siamo di fronte a un esordio ottimo e credo che il tempo renderà onore a questo trio.
   
1. In The Beginning
2. Gathering Darkness
3. Voices Of The Fallen Kings
4. Into The Wild
5. Unite or Fall
6. Malls Of Doom
7. Signs by the Silver Stream
8. The Chase
9. Last Battle
10. The Escape
 

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