Recensione: Tales From The North [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 31 Gennaio 2011 - 0:00
Tales From The North [Reissue]
Band: White Skull
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2008
Nazione:
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85

Tales From The North, nel 1999, contrassegna l’approdo alla prestigiosa Nuclear Blast dei White Skull di Tony “Mad” Fontò e Alex Mantiero. Traguardo da raccontare ai nipoti, da parte dei Nostri, che infatti costruiscono un Signor album basato sulle mitologie nordiche come evidenziato da subito dalla bella e curata copertina. Firmare per l’etichetta tedesca equivale a vivere un sogno, che infatti si concretizza con il successivo tour di supporto ai Grave Digger nonché dall’apporto dello stesso singer dei teutonici Chris Boltendahl all’interno di tre pezzi: Tales From The North, Gods Of The Sea e Here We Are.

Metal Mind, label polacca che molto spesso si distingue per gli azzeccati remake, nel 2008 fa uscire il terzo capitolo discografico dei Teschi – i precedenti I Won’t Burn Alone del 1995 ed Embittered del 1997 vedono la luce sotto Underground Symphony – in versione remaster digipak limitata a soli duemila esemplari. Come al solito stuzzicante il packaging, creato su carta “anti-ditate” dai colori vivi, paginetta dedicata alla storia della band in lingua inglese, booklet con tutti i testi e dischetto ottico “dorato”.

The Quest costituisce il solito, accademico, incipit, che il più delle volte rappresenta la quiete prima della tempesta e Tales From The North non fa di certo eccezione. La title track, come ama definirlo Federica De Boni, gronda Power Metal – mi permetto di aggiungere dal sapore epico – in tutta la sua maestosità: quindi violenza diffusa, assoli al fulmicotone e doppia cassa feroce, come da copione. Quello che fa la differenza fra i ragazzi di Cavazzale e l’80% del resto del mondo è il “tiro” conferito da una forza della natura come Sister alla voce. A tal proposito vi sottopongo la seguente provocazione: provate a spararvi Asgard, il pezzo numero tre nonché il capolavoro dei  White Skull in carriera, senza sapere che via sia Federica – quindi una donna – alla voce e poi chiedetevi che razza di timbro metallico e straincazzato abbia la bionda vicentina. Già, perché di duro e puro acciaio made in Italy si tratta, direttamente in mezzo alle gengive, per giunta. Mai, a memoria di chi scrive, un’interprete femminile si è spinta a tali portate di intensità HM, sia su disco che dal vivo, quindi senza trucco alcuno, se non quello dell’ombretto intorno agli occhi.

Gods of the Sea si poggia sul pregevolissimo lavoro delle chitarre e sulla voce arrochita della cantante, senza dimenticare il bridge guerresco, che tira la volata al coro, anch’esso riandante ai tempi nei quali la legge si dettava a colpi di spada. Proprio da un campo di battaglia insanguinato e straziato da cadaveri sparsi nasce Viking’s Tomb, primo ammiccamento melodico degli Skulls, quantomeno all’interno delle prime battute del brano, poi è ancora il Metallo con la Emme maiuscola ad impossessarsi del focus, fino al termine, a suon di mazzate epiche senza redenzione.

Kriemhild Story segue per lo più l’andamento dei due pezzi che l’hanno preceduto fino a The Killing Queen, di estrazione fottutamente Power Metal, con in grande spolvero il riffing ficcante della coppia Fontò/Savio e la batteria devastante del pilastro Alex Mantiero. Sister dosa a dovere aggressività e sensualità, senza ovviamente scadere nel mieloso tanto caro al Pop nazionale.

L’unico, vero lento di Tales risponde al nome di The Terrible Slaughter: sei minuti abbondanti di eroica ieratica made in Vicenza, a dimostrare al mondo che Federica e i Teschi sanno scrivere e interpretare pezzi d’atmosfera senza sfigurare di fronte a nessuno.

La veloce Horant paga pegno ai Running Wild alla grande, per la gioia dei tanti fan del combo di Rolf mentre Fighting and Feasting, che finalmente lascia spazio per un momento alle chiare note del basso di Fabio Pozzato si trasforma in un’orgia medievale di HM velocissimo di matrice Deutschland al 100% con un finale a sorpresa. Grave Digger a manetta in Here We Are, episodio dove Federica “tira” che è un piacere soprattutto all’interno del coro, carico di enfasi e non solo perché Herr Chris Boltendahl appare in qualità di special guest.

Cinquantacinque minuti di heavy metal ben suonato e interpretato possono bastare, ecco quindi l’outro strumentale Still Alive a chiudere le ostilità con i cinque veneti nelle vesti dei vincitori assoluti.

Tales From The North costituisce, per lo scrivente, l’highlight della carriera dei White Skull, a oggi – anno domini 2011 – insuperato. Hail To Italy e in alto le spade, anche se di fattura vichinga…

Stefano “Steven Rich” Ricetti

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Tracklist:
1. The Quest
2. Tales From the North
3. Asgard
4. Gods of the Sea
5. Viking’s Tomb
6. Kriemhild Story
7. The Killing Queen
8. The Terrible Slaughter
9. Horant
10. Fighting and Feasting
11. Here We Are
12. Still Alive

Line-up:
Federica “Sister” De Boni – Vocals
Tony “Mad” Fontò – Guitars
Alex Mantiero – Drums
Fabio Pozzato – Bass
BB Nick Savio – Guitars

 

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