Recensione: Tales From The Strip

Di Alessandro Zaccarini - 1 Settembre 2005 - 0:00
Tales From The Strip
Band: LA Guns
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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68

Prodotti dal celebre Andy Johns, tornano a uscire dalla loro tana gli LA Guns. Aiutata da un best of e una raccolta di cover giunti nei recenti tempi (per la verità non troppo rosei) la band californiana taglia con questo nuovo lavoro da studio il traguardo dei quindici dischi. Dopo l’abbandono di Tracii Guns, approdato ai Brides of Destruction di Nikki Sixx (Motley Crue, per i profani) sul futuro degli LA Guns se ne sono dette tante. C’è chi ha pronosticato un cambio di rotta alla Hollywood Hardcore, chi ha parlato di split imminente… ma i più si sono detti convinti della fine “qualitativa” della band. Risposta sbagliata: Phil Lewis ha fortunatamente deciso di vendere cara la sua pellaccia.

Niente di clamoroso all’orizzonte: Stacey Blades ricopre decorosamente (ma non oltre) il posto lasciato vuoto da Tracii Guns, e la band riesce a sfornare un disco di glam targato California in grado di dare ancora qualche soddisfazione. Certo, sin dalle sirene spiegate che aprono la buona It Don’t Mean Nothing, i tempi di LA Guns o Hollywood Vampires sono solo un’eco, ma quantomeno un eco che si sa far sentire. Le galoppate stradaiole dell’accattivante e veloce Crazy Motorcycle e il groove delle meno tirate ma buone Gypsy Soul, Original Sin, Rox Baby Girl, Shame e Hollywood’s Burning ne sono una buona testimonianza, e formano il nocciolo in grado di dare una discreta vitalità all’album. Sono infatti questi i pezzi più grintosi, quelli destinati a non cadere presto nell’oblio, quelli forti di ritornelli più o meno catchy in grado di elevare le composizioni dal resto dell’album, il quale si divide tra episodi abbastanza transitori e i lenti più o meno romantici alla Electric Neon Sunset o Vampire. Brani che non hanno nulla a che vedere con le ballad scritte dalla band in passato (la cara vecchia Jayne su tutte) ma sanno lasciarsi ascoltare. Per avere un quadro completo di questo nuovo disco basta aggiungere la strumentale acustica Amanecer, la simpatica e divertente 6.9 Earthshaker (divertente nella sua prima metà decisamente “tv theme”, prima che il pezzo si trasformi in un solo di batteria tirandosi dietro qualche sbadiglio), e l’epilogo affidato alla semi-ballad forse un po’ troppo pop (Can’t Give You) Anything Better Than Love.

Disco onesto e discreto, destinato ovviamente ai glammoni nostalgici disposti ad abbassare un po’ le pretese rispetto ai canoni passati della band e del genere. Se mirate in alto dimenticate invece questo nuovo album: Tracii Guns non è perdita da poco, e il divario in sede di riffing con il come-back Waking the Dead lo dimostra. Rimane Phil Lewis con la sua voce che ha dato il marchio di fabbrica alla band e qualche bel pezzo di sano vecchio rock’n’roll.

Quelli di questo Tales From The Strip non sono proprio gli LA Guns migliori, ma almeno sono gli LA Guns, e alla luce degli ultimi sviluppi non è poco. Alive.

Tracklist:
01. It Don’t Mean Nothing
02. Electric Neon Sunset
03. Gypsy Soul
04. Original Sin
05. Vampire
06. Hollywood’s Burning
07. 6.9 Earthshaker
08. Rox Baby Girl
09. Crazy Motorcycle
10. Skin
11. Shame
12. Resurresction
13. Amanecer
14. (Can’t Give You) Anything Better Than Love

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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