Recensione: Tenant Of A Declining World

Di Daniele D'Adamo - 20 Gennaio 2013 - 0:00
Tenant Of A Declining World
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
76

Una dopo l’altra, le nazioni cadono in fiamme sotto l’egida del più potente discendente diretto del death metal, il deathcore. A Germania (Heaven Shall Burn, Neaera, Bust A Move), Stati Uniti (Whitechapel, The Black Dahlia Murder, All Shall Perish), Canada (Beneath The Massacre) e Italia (Straight On Target, Mechanical God Creation), si aggiunge la Francia, che ha trovato nel genere una buona possibilità di sfogo creativo. E, fra le sue band più dotate, si possono ben citare gli Idols For Dinner, autori del debut-album “Tenant Of A Declining World”, destinato a portare nuova linfa al deathcore medesimo.

I francesi picchiano duro come fabbri, diciamolo subito. Un intro come “I Sell You That World”, infatti, non serve assolutamente a introdurre l’atmosfera o a caricare la tensione: nemmeno il tempo di far pronunciare a Cristofer Rousseau l’omologa frase, che la forza d’urto prodotta dai cinque si abbatte, in profondità, sulle collottole degli ascoltatori. Cristofer che si dimostra immediatamente la punta di diamante della formazione, in grado cioè di interpretare con forza, e correttamente, gli stili vocali tipici del metallo oltranzista: growling, screaming, inhale e clean vocals sono sotto il suo controllo in ogni momento, e regalano a “Tenant Of A Declining World” un valore aggiunto che pochi altri ensemble possono vantare. L’utilizzo pressoché nullo delle harsh vocals, peraltro, tiene lontano il genere proposto dal metalcore, anche se su questo non c’era alcun dubbio in virtù dell’enorme potenza e aggressività posseduti dal sound del gruppo.

Sound, bisogna evidenziarlo, di gran livello. Basti pensare al missaggio di Stéphane Buriez (L’Esprit Du Clan, X-Vision, Black Bomb A) e alla masterizzazione di Jonas Kjellgren (Scar Symmetry, Pain), che rendono “Tenant Of A Declining World” un prodotto da prendere come ad esempio in quanto a manifattura deathcore. La difficile unione fra elevato numero di watt e perfetta intelligibilità dei medesimi, insomma, è avvenuta.

Un suono cristallino e possente che, fra le altre, è senz’altro una delle peculiarità che deve possedere chi intende contaminare il death metal con le scabre, secche sonorità dell’hardcore. E, per ciò, si può affermare con tranquillità che i Nostri abbiano raggiunto l’obiettivo. In più, “Tenant Of A Declining World”, presumibilmente per tener fede al titolo e, quindi, al concetto di fondo, ha un umore tetro e a volte addirittura oscuro; ove si percepisce appieno la sfiducia di Rousseau e compagni nei confronti di un futuro nel quale unica entità è l’avidità, che divora tutto e tutti. Anche gli idoli. Ne consegue un deciso approfondimento emotivo della proposta musicale che, seppure costantemente alimentata da una grande energia, si ammanta di un velo di melanconia la quale, come si suol dire, ‘rende bene l’idea’ di ciò che hanno in testa i cinque parigini.

Quest’approccio maggiormente artistico alla questione, tuttavia, non esime di rilevare che essi siano dei musicisti con i fiocchi, in grado – in taluni tratti – di avvicinare con facilità le complicazioni del technical death metal. Si tratta, e questo è un bene, di uno di quei casi in cui la tecnica è fine per l’inventività, e non il contrario. Non sarebbe possibile, difatti, la presenza – nel disco – di passaggi assai delicati e ricchi di pathos come la bellissima strumentale “We The Lost Travelers” o di cascate di soli grandemente armonici come quelli di “Prosthetic Memories”. Poi, brani come “Mask Of Sorrow” mostrano l’indubbia forza posseduta dal combo dell’Île-de-France, devastando l’auditorio con la deflagrante dirompenza di furibondi blast-beats; senza che ci si dimentichi, comunque, di inserire qualche armonizzazione mai sfacciatamente melodica ma sempre un po’ triste e malinconica.  

L’unico difetto di una certa rilevanza che si possa ascrivere a “Tenant Of A Declining World” è una leggera discontinuità compositiva di fondo, come se a volte si perdesse, ma per poco, la Via Maestra. Le canzoni non hanno quella coesione necessaria per fare di un buon un ottimo CD. Ma gli Idols For Dinner sono giovani e hanno tutto il tempo per migliorare, tenuto in ogni caso conto che, questa, come Opera Prima, dimostra già una decisa personalità.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Tracce:
1. I Sell You That World 0:35     
2. Legally Instituted Murder 4:21     
3. Perpetual Decline 3:54     
4. Scarlet 6:31     
5. Prosthetic Memories 4:34     
6. We The Lost Travelers 3:15     
7. Mask Of Sorrow 3:45     
8. Districts Of Fear 5:36       

Durata 32 min.

Formazione:
Cristofer Rousseau – Voce
Paul Biller – Chitarra
Nicholas Stackpoole – Chitarra
Camille Bechet – Basso
Othman Belhadj – Batteria

Ultimi album di Idols For Dinner