Recensione: The Age Of Fear

Di Stefano Ricetti - 19 Luglio 2011 - 0:00
The Age Of Fear

Necrodeath: creatura malvagia della musica estrema italiana. Band rispettata per una carriera testarda, nonostante il vuoto fra la fine dagli anni Ottanta e la fine dei Novanta ma che ha saputo capitalizzare i propri sforzi solo in parte, per svariati motivi. Di sicuro il combo capitanato dal batterista Marco “Peso” Pesenti è di quelli che non passano inosservati. Oltre alla proposta artistica, estrema è anche la reazione da parte del pubblico nei Loro confronti. Forzando un po’ il concetto e riconoscendone il blasone, costruito passo dopo passo facendosi il mazzo tanto suonando in tutti gli orifizi geografici d’Italia, i Necrodeath non sono fatti per le mezze misure. L’uscita di questo nuovo The Age Of Fear, realisticamente, contribuirà ad agitare il livello delle acque che regolano l’ideale asticella che determina il consenso medio del combo ligure.

Già, perché trattasi di compilation e non di disco nuovo in studio, tenendo conto del fatto, assolutamente da non sottovalutare, che solamente sei anni fa vide la luce un altro Best Of, intitolato 20 Years Of Noise e che nel 2010 il disco Old Skull era, di fatto, costruito su delle cover e non su materiale inedito. Certo, se paragonato alle uscite di altre band ultra-prolifiche in fatto di compilation come ad esempio i Motorhead, l’appunto fa sorridere ma è anche vero che con un disco del genere si rischia per davvero di inflazionare ulteriormente un mercato già allo stremo.

La storia del Metallo insegna che nel momento in cui un gruppo insiste, a livello generale, con live, raccolte, Dvd di concerti e compagnia cantante è perché sta vivendo un fase di stagnazione sia a livello di idee che di energie. La situazione in casa Necrodeath, da questo punto di vista, è piuttosto ambigua. Fra le due raccolte, infatti, sono usciti ben tre full length nuovi di zecca: 100% Hell, Draculea e Phylogenesis, segno che l’ensemble è vivo e vegeto e l’ultimo Old Skull rappresenta solamente uno sfizio che finalmente si è realizzato.      

Altrettanto vero il fatto che i brani in sovrapposizione fra 20 Years Of Noise e The Age Of Fear  siano solamente due: Mater Tenebrarum (tratta peraltro dallo stesso Old Skull e non da Into The Macabre) associata a un  classicone obbligatorio come Hate And Scorn e che quindi le stesse uscite si possano considerare una complementare all’altra.

Quindi, al di là delle motivazioni reali che abbiano spinto i Nostri a pubblicare The Age Of Fear, a livello di tracklist, la raccolta, presumo per questioni di impatto, rilegge la carriera dei Necrodeath al contrario. Si parte in quinta piena con il manifesto del gruppo Mater Tenebrarum e si chiude idealmente con At The Mountains Of Madness, considerando The Theory (registrata dal vivo nel 2010), Queen Of Desire in versione onyric, tutta da gustare e in veste inedita, con la voce di Giorgia Gueglio dei Mastercastle e il piano di Botys Beezart dei Godyva) e Black Magic (Slayer cover da Old Skull) come tre brani aggiuntivi.  

Il monolite rappresentante la violenza del Necrodeath-sound viene scorticato man mano a suon di mazzate Thrash’N’Black dalle caratteristiche assassine, ed è possibile riscontrarne le differenze stilistiche apportate nel corso degli anni da Peso&Co. durante l’ascolto, anche per via dell’impatto sonoro diversificato in base ai vari periodi della carriera. The Age Of Fear, oltre a essere imprescindibile per i die hard fan collezionisti, rappresenta un buon motivo per chi volesse approcciare per la prima volta la Lesson In Violence del combo ligure. 

Booklet in formato digipak essenziale, con una bella foto in bianco e nero della band nella parte centrale e sulla pagina finale tutte le release del gruppo con le relative copertine.

I Necrodeath hanno tutto per ritornare a scrivere degli album degni del Loro nome, a partire da una line-up killer che annovera accanto all’istituzione Peso il poliedrico Pier Gonella alla chitarra e quel reale selvaggio animale che risponde al nome di Marcelo Santos detto Flegias dietro al microfono, senza dimenticarsi di Gianluca “GL” Fontana al basso. Mai dimenticarsi che I Nostri, richiamando le ebbrezze thrash di qualche giorno fa in quel di Rho, sono da considerarsi fra i Quattro Grandi dell’estremo italiani.


         
Stefano “Steven Rich” Ricetti
 

 

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Tracklist:
1. Mater Tenebrarum
2. Awakening Of Dawn
3. I.N.R.I.
4. Smell Of Blood
5. Master Of Morphine
6. Forever Slaves
7. Queen Of Desire
8. Burn And Deny
9. Hate And Scorn
10. Flame Of Malignance
11. Eucharistical Sacrifice
12. At The Mountains Of Madness
13. The Theory (Live)
14. Queen Of Desire (onyric version)
15. Black Magic (Slayer cover)

Line-up:
Marco “Peso” Pesenti (Batteria)
Flegias (Voce)
Pier Gonella (Chitarra)
GL (Basso)