Recensione: The Agony And The Xtasy

Di Fabio Vellata - 22 Maggio 2006 - 0:00
The Agony And The Xtasy
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Anno: 2006
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78

Ed eccone un altro!
La quantità di nuove uscite in ambito hard rock ed AOR sta a poco a poco assumendo i contorni di una vera e propria ondata da fiume in piena, tanto da apparire a volte problematico il riuscire ad averne una panoramica esaustiva e completa; la cosa che più colpisce è oltretutto il constatare come il livello qualitativo si stia attestando su di uno standard medio – alto con prodotti che quasi sempre uniscono ad una forma perfetta e curata, anche una sostanza convincente e prodiga di buone idee e brani piacevoli.

Non sfugge a questa considerazione nemmeno il nuovo cd dell’ex lead vocalist degli MSG Gary John Barden, (già attivo anche con Praying Mantis, Silver e Statetrooper) che doppia a distanza di un paio di anni il precedente “Past and Present”, primo album solista per lo più incentrato sulla rivisitazione di alcuni classici della band di Michael Schenker.

“The Agony And Xtasy” si presenta come la gran parte delle novità del settore: una manciata di buone canzoni eseguite da un manipolo di validi musicisti dal nome a volte illustre, un suono accettabile, melodie a iosa e qualche spunto di sicuro interesse.
Le atmosfere prescelte sono spesso energiche e positive, classicamente rockettone in taluni frangenti, più tendenti a contorni blueseggianti in altri: sicuramente musica non adatta a momenti particolarmente meditativi, quanto piuttosto un valido supporto per situazioni spensierate e divertenti.

I due brani che ci accolgono in apertura sono benauguranti: “Hot Daze” e “Can’t Stop Dreaming” risultano brillantemente costruiti sulle basi di un solido rock – blues, con chitarre in bella evidenza e ritornelli a “presa rapida”. Non sfugge a questo impianto di composizione nemmeno la terza traccia “Stop (Wat’cha Doing To Me)”, dotata di un incedere brioso ed adrenalinico ed arricchita da alcuni inserti di fiati: il coinvolgente “crescendo” iniziale sfocia in un chorus pienissimo e da “alto volume” dal quale è impossibile non lasciarsi catturare. Da applausi!
Il tiro si mantiene spensierato e divertito anche nel proseguimento del cd; “Let Me Down” è un bel rock n’ roll vigoroso con tanto di pianoforte alla Jerry Lee Lewis, mentre “Wounded” riporta per brevi istanti su toni meno urgenti, sempre però mantenendo intatte le doti di vitalità ed immediatezza.
Accenti stradaioli e sudisti pervadono poi l’ottima “No More Reasons”, costruita su di una melodia solare ed alcolica, dove piano e slide guitar fanno da contorno ad un pezzo ritmato e dalla struttura semplice quanto efficace.

Avvicinandosi verso la conclusione del cd si rileva quindi un rilassarsi progressivo delle atmosfere.
“In & Out Of Love” è una ballad, piuttosto classica e tutto sommato di routine, comunque godibile e ben confezionata; “Arise” invece è un gradevolissimo e trascinante brano di puro AOR, impreziosito dalla comparsata di Michael Voss, vecchio amico di Barden che molti ricorderanno quale vocalist dei Casanova (recentemente visto anche in qualità di frontman dei Mad Max).
Gli ultimi due pezzi in scaletta infine, prendono il nome di “Change Of Wind” e “Need Of Some Love”; ambedue tracce dall’andamento più morbido rispetto al trend instaurato nel resto del cd, si differenziano in merito alla qualità, laddove “Change Of Wind” appare come l’anello più debole della catena, mentre “Need Of Some Love” è un monumentale lentone blues dal feeling notturno, “piovoso” e profondo.

Prima di trarre le consuete fila conclusive del discorso, una breve menzione per l’operato di Gary Barden, singer forse non da “champions league” ma comunque mai fuori posto o sgradevole nelle proprie interpretazioni e per il suo gruppo di illustri ospiti (per il dettaglio dei quali vi rimando alle note in calce), professionisti di grande mestiere (tra cui anche qualche fuoriclasse come lo stesso Michael Schenker, Steve Morris e Tommy Denander) che insieme hanno contribuito a rendere soddisfacente e riuscito questo cd.

Ecco un altro buon prodotto di Hard Rock, si diceva in apertura.
Sebbene non un capolavoro, “The Agony and The Xtasy” è stato in grado di garantirmi tre quarti d’ora di musica piacevole, a tratti trascinante e divertente, rivelandosi essere disco di interessante spessore e notevole scorrevolezza.
L’offerta è questa, dieci canzoni HR venate talvolta di blues con una attitudine decisamente spensierata e piena di vitalità che piacciono e si lasciano ascoltare amabilmente; ce n’è per dirsi soddisfatti e compiaciuti, quando la musica accompagna suscitando sensazioni positive è sempre un buon investimento!

Tracklist:

01. Hot Daze
02. Can’t Stop Dreaming
03. Stop (Wat’cha Doing To Me)
04. Let Me Down
05. Wounded
06. No More Reasons
07. In & Out Of Love
08. Arise
09. Change Of Wind
10. Need Of Some Love

Line Up

Gary John Barden – Voce, Chitarra
Michael Voss – Voce, Backing Vocals
Michael Schenker – Chitarre su “Let Me Down”
Steve Morris (Heartland, Shadowman) – Chitarre su “Arise”
Tommy Denander (Radioactive) – Chitarre su “Need Of Some Love”
Bertram Engel – Batteria
Axel Kruse (Jaded Heart) – Batteria
Martin Huch – Chitarra
Baren Courbois – Basso
Matthias Rethmann – Basso

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