Recensione: The Best of & More

Di Fabio Vellata - 29 Maggio 2010 - 0:00
The Best of & More
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
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80

L’estate si avvicina e per celebrare l’arrivo della bella stagione, quale modo più indicato di una compilation con inediti dei sempre verdi Drive She Said?

Esempio eccellente del più classico ed incontaminato AOR american style, il gruppo fondato da Mark Mangold e Al Fritsch rappresenta da sempre una delle punte di diamante di un certo modo d’intendere il rock melodico, concepito con estrema raffinatezza ed eleganza seppur dotato di sporadiche iniezioni d’energia e vigore.
Recentemente riformati per qualche esibizione dal vivo (di grande successo quella al Firefest del 2009), i Drive She Said non hanno lasciato in eredità una produzione cospicua nei numeri e nella frequenza delle uscite.
Solo quattro, infatti, gli album pubblicati dall’anno di costituzione, il 1989, a testimoniare una scarsa confidenza con il mercato, a tutto vantaggio di una qualità mantenuta comunque sempre a livelli discreti, quando non d’altissimo profilo.

Analogamente a quanto già proposto da Frontiers ben tredici anni fa con la sontuosa raccolta intitolata “Road To Paradise”, anche “The Best of & More” – edito questa volta da AOR Heaven – ripropone la formula classica del nucleo storico di brani, rinforzati dall’aggiunta delle classiche ed immancabili bonus.
Una selezione dunque di canzoni sicure e semplicemente fondamentali per la carriera del gruppo, cui vanno ad addizionarsi quattro episodi mai incisi sinora dalla coppia Mangold – Fritsch.
In questo frangente tuttavia, necessaria una breve e mirata distinzione. Della quaterna d’inediti, infatti, solo la coppia “Dreams Will Come” e “Try2LetGo” risulta come “nuova di pacca”.
“Fools Game” e “I Found Someone” sono, invece, tracce composte tempo fa da Mangold per release patinate di due importanti artisti rock-pop come Micheal Bolton e Cher, riscoperte e reincise in occasione di questo estemporaneo greatest hits.
Decisamente di classe superiore queste ultime, in linea con l’usuale bontà compositiva della coppia d’artisti americani. Molto meno fascinose le due novità, con menzione in negativo per la scialba “Try2LetGo”, insipido ed insignificante pop rock venato da connotazioni rap danzerecce di cui, in tutta onestà, avremmo fatto volentieri a meno.

Riascoltare brani come “Drivin’ Wheel”, “Maybe It’s Love”, “If This Is Love”, “Hard To Hold”“Real Life” e “Love Has No Pride” è, ad ogni modo, sempre un grande piacere ed un’esperienza capace di sprigionare raggi di sole californiano e sensazioni solari di grande enfasi.
La produzione non è delle più scintillanti come d’abitudine (una remasterizzazione con suoni migliori sarebbe stata forse operazione di maggior efficacia), lo stile ed il caratteristico approccio romantico ed appassionato dei Drive She Said vincono tuttavia ancora una volta la prova del tempo, facendoci rispolverare ricordi piacevoli di un’epoca passata.

L’utilità di un greatest hits a carico di una band con all’attivo soli quattro album, rimane come ovvio, incerta e non del tutto plausibile.
La bontà della musica offerta al contrario, indiscutibile e, oggi come allora, dotata di molte frecce al proprio arco.

Riservato insomma, a nuovi adepti del rock melodico: per loro, un’ottima occasione per riscoprire una delle gemme nascoste del grande AOR americano.

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Tracklist:

01.    Fools Game
02.    I Found Someone
03.    Dreams Will Come
04.    Try2LetGo
05.    Don’t You Know
06.    Drivin Wheel
07.    Maybe It’s Love
08.    Hard Way Home
09.    If This Is Love
10.    Think Of Love
11.    Hard To Hold
12.    Look At What You’ve Got
13.    Hold On
14.    Stronger
15.    Real Life
16.    Love Has no Pride
17.    Always And Forever (Godz)

Line Up:

Mark Mangold – Tastiere / Voce / Chitarra / Basso
Al Fritsch – Voce / Tastiere

 

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