Recensione: The Damage Has Been Done

Di LeatherKnight - 7 Ottobre 2002 - 0:00
The Damage Has Been Done
Band: Rex Inferi
Etichetta:
Genere:
Anno: 1986
Nazione:
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79

Stregati dall’imponente mole di gruppi misconosciuti provenienti dall’altra parte dell’oceano, spesso si preferisce mettere in secondo piano l’insieme di cult bands europee.
Sui perché di questa scelta ci sarebbe da discutere molto, ma per il momento rinviamo ad un’altra; oggi infatti andiamo a riscoprire una di quelle oscure bands, italiana pure, meno ricordate..ingiustamente!

Da annoverare tra i primi gruppi epic metal della Penisola, i Rex Inferi dopo qualche anno di gavetta (forgiando anche un demo nel 1985) riuscirono ad uscire su vinile per conto della LM records di Luigi Mazzesi; la stessa casa discografica che qualche tempo prima aveva lavorato con Strana Officina, M.A.C.E., Sabotage, Drunkards, Flight Charm e tanta altra bella gente che (ognuno a modo suo) stava lasciando in quegli anni proprie orme sul lungo ed impervio sentiero del Metallo Italiano.

Il trio di Maurizio Samorì (guitars & lead vocals), Flavio Portolano (bass & vocals) e Franco Bonassi (drums), dunque, incise al meglio possibile questo splendido lp che, sebbene sia penalizzato da una qualità del suono oggi non molto competitiva e qualche incertezza tecnica (soprattutto a livello canoro), rappresenta una delle pagine più interessanti della produzione epic europea.

Ma poche chiacchiere: inutile ritornare sempre sui soliti luoghi comuni; le caratteristiche primeve dell’Epic Metal sono quelle e basta. Dischi come questo “The Damage has been Done” scoraggiano qualsiasi critica in merito.

Si parte con la spettrale intro “Lost in Oblivion”, eseguita alle tastiere dallo stesso Flavio Portolano; semplicemente perfetto nel ricreare atmosfere dense di oscura sacralità e stravagante meraviglia di fronte a questa che potrebbe essere un’ottima “colonna sonora” per suggestivi scenari, appartengano essi al visionarismo letterario (“Cappa e Spada”) o meno. Da brividi!
A questo punto irrompe “Destroyer”, brano travolgente, molto guitar-oriented, efficacemente supportato da una sezione ritmica assai serrata, che caratterizza pregevolmente questo pezzo che sprizza energia e furore in ogni parte.
I toni si smorzano e tutto si fa più articolato con la seguente “Warriors of the Sea”. Cazzo se i Rex Inferi avessero potuto produrre questo pezzo in maniera professionale che ROBA ALLUCINANTE sarebbe uscita fuori!!! Epic Metal to the end!!! 100% Allucinazione Estatica Oltre I Confini del Tempo, Al Richiamo Di Grida di Morte E Clangore Del Ferro!!! La traccia più spettacolare ed affascinante dell’intero lotto, epica ed apocalittica come poche altre mai sentite.
Ritorna a tempestare una pioggia fittissima di metallo fuso con la seguente “Axeman in Black”: prodezze chitarristiche vanno ad amalgamarsi con la costante perizia dell’infallibile duo Portolano/Bonassi che qui, a suon di potenza metallica tipicamente 80s, incoronano in un tenebroso scenario lirico il pezzo complessivamente più riuscito dell’intero album.
Chiude degnamente “Metal Possession”, brano abbastanza singolare per strutturazione ma che non toglie nulla al pregio del disco e del nome Rex Inferi.

Concludiamo dicendo che di questo album furono stampate 1000 copie. Da fonti affidabili ho saputo che all’epoca andarono distrutte ben 250 copie. Il disco è veramente bello, in più è raro…devo aggiungere altro? Sì, lunga gloria ai Rex Inferi per tutto quello in cui hanno creduto e per quello che hanno fatto e, agli altri…buona ricerca!

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

Lato A
– Lost in Oblivion
– Destroyer
– Warriors of the Sea

Lato B
– Axeman in Black
– Metal Possession

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