Recensione: The Day Of Wrath [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 12 Gennaio 2010 - 0:00
The Day Of Wrath [Reissue]
Band: Bulldozer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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74

Grazie all’indomito lavoro di riscoperta di album del passato da parte dell’etichetta polacca Metal Mind, è disponibile da due anni e mezzo sul mercato la versione digipak rimasterizzata e limitata a duemila esemplari dell’album di esordio dei nostrani Bulldozer (per chi volesse e non le avesse ancora lette sono disponibili due interviste sul Nostro portale: Bulldozer 1 e Bulldozer 2).

Corre l’anno 1985 e nel mese di giugno The Day Of Wrath compare nei negozi corredato da una copertina blasfema scelta direttamente dalla label Roadrunner, con la quale il gruppo meneghino aveva firmato il primo contratto della carriera, nel novembre del 1984. Altra assoluta novità per l’epoca la presenza di un signore del rumore come Algy Ward dei Tank alla produzione, particolare che aiuta non poco la diffusione a livello mondiale del prodotto che in poco tempo raggiunge lande fino ad allora inesplorate per un ensemble tricolore.

The Day Of Wrath costituisce una vera bomba all’interno della scena italica di metà anni Ottanta: tre ragazzacci brutti, sporchi e cattivi vomitati da una delle tante periferie metropolitane della Nostra penisola sputano al mondo tutta la rabbia che hanno in corpo senza guardare in faccia nessuno, evitando i soliti piagnistei e vittimismi tipici da musicisti frustrati, sia per quanto attiene i testi che l’immagine, attraverso nove brani brutali, violenti che aborriscono i compromessi. Una novità assoluta, proprio perché va ricordato che grossi calibri come Extrema, Necrodeath, Nuclear Symphony, Schizo e Incinerator – fra gli altri -, nel 1985 viaggiavano ancora a livello di demo piuttosto che prove in cantina e il debutto su full length sarebbe avvenuto per tutti soltanto anni dopo.

Il calvario sonoro inizia con The Exorcism/Cut Throat, binomio tanto vincente da essere riproposto al concerto di reunion italiano dello scorso 19 dicembre a Milano. L’incipit in latino di un esorcismo con i lamenti di sottofondo è da accapponare la pelle, ancora oggi, mentre la deflagrazione avviene subito dopo, a opera dei tre Bulldozer, casinisti come non mai, in un’orgia di tumulto. Cut Throat presenta per la prima volta a livello ufficiale su full length il tipico timbro vocale di AC Wild, una sorta di sporco e bastardo incrocio fra l’ugola catarrosa di Lemmy e quella foderata di follia di Cronos. Le coordinate stilistiche ripropongono, alla maniera dei cingolati milanesi, la lezione dei Motorhead e dei Venom, senza molte variazioni di sorta. Violenza assicurata, quindi. L’influenza di Algy Ward esplode nella successiva e cupa Insurrection Of The Living Damned mentre Fallen Angel – con Dario Carria al basso – è una cavalcata nera al vetriolo che non lascia prigionieri. Ancora furia cieca con The Great Deceiver, nonostante l’inizio cadenzato, e davvero incredibile, nell’occasione, la somiglianza fra la voce di Alberto Contini e quella di Conrad Lant così come nella seguente Mad Man. Oltre ai primi due pezzi, il vero cavallo di battaglia dei meneghini è però Whisky Time, collocato al settimo posto di The Day Of Wrath: inizio sputato a la Tank, poi solo di Andras, delirio chitarristico da parte di Andy e infine chiude la voce alcolica di AC Wild, fra il deflagrare del titolo e le note assassine della sei corde, Venom docet. Welcome Death costituisce l’unico pezzo “classico” del lotto, dove la velocità per una volta viene accantonata a favore della pesantezza, sempre però in comunione con delle liriche inquietanti, trademark dei Bulldozer targati 1985. Il disco originale finisce tramite la strumentale e sinistra Endless Funeral, mentre questa edizione della Metal Mind propone Fallen Angel, tratta dall’omonimo 45 giri del 1984, che chiude a mo’ di bonus track il Cd, quando i Bulldozer erano quattro e oltre all’accoppiata d’acciaio AC Wild/Panigada vi suonavano Dario Carria (basso) ed Erminio Galli (batteria). Interessante soprattutto dal punto di vista conoscitivo e storico in quanto evidenzia la differenza di suono fra la band del prima – pressoché totalmente debitrice della Nwobhm più violenta – e quella di The Day Of Wrath, dal suono più moderno, sporco, brutale e intransigente.

Dal punto di vista del packaging la parte di alloggiamento del booklet ripropone la copertina del singolo Fallen Angel, quando i Bulldözer utilizzavano la umlaut nel moniker, poi un succoso libretto di dodici pagine comprensivo di tutti i testi e di alcune foto vintage della band. Bella la confezione cartonata in materiale veramente solido riportante fedelmente la copertina dell’epoca e la foto posta sul retro, dove fanno bella mostra di sé i tre figuri: Don Andras in versione ultra-tamarra con sigaro e occhiali scuri a goccia, Andy solamente con sigaro e maglietta strappata mentre il buon AC Wild, in abito talare bianco, chiude il simpatico quadretto con tanto di lingua di fuori mentre sfoglia l’immancabile rivista porno. Da segnalare, all’interno del booklet, quattro pagine riportanti la storia del gruppo, in lingua inglese, contenenti informazioni dettagliate, alcune delle quali citate anche nella recensione e altre rivelatesi inesatte, come quando viene attribuito al mese di marzo 1985 l’uscita dell’album.

The Day Of Wrath costituisce l’inizio di una felice saga estrema: il seme del thrash made in Milan è stato tratto. Più avanti germoglierà appieno, scrollandosi di dosso la prosopopea legata a quanto scritto ancora oggi sugli sticker che accompagnano questa release, dove campeggia, fra il resto, la frase: “A must for Venom and Motorhead fans”.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti


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Tracklist
1. The Exorcism
2. Cut-Throat
3. Insurrection of the Living Damned
4. Fallen Angel
5. The Great Deceiver
6. Mad Man
7. Whisky Time
8. Welcome Death
9. Endless Funeral
10. Fallen Angel (bonus track)


Line-up:
Alberto “AC Wild” Contini – Vocals, Bass
Andrea “Andy” Panigada – Guitars
Don Andras – Drums

 

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