Recensione: The End of Existence

Di Alessandro Calvi - 3 Ottobre 2006 - 0:00
The End of Existence
Band: Hastur
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

Storia un po’ complicata quella degli Hastur, nati inizialmente con questo nome, nel 2002 lo cambiano per diventare i Krom. Con il nuovo monicker registrano alcuni demo utilizzando le prese dirette delle loro esibizioni live per abbattere i costi. Il tempo passa e la band si dedica a un black sempre più sperimentale fino all’inserimento in line-up anche di sax e pianoforte, ma il sound è talmente mutato che il gruppo cambia ulteriormente nome in Kailash. A questo punto i due musicisti fondatori della band fanno quindi un passo indietro e riesumano il nome Hastur per dedicarsi a un progetto death molto tecnico ma anche di altrettanto impatto.

Questo demo consta di sole 3 tracce, ma è più che sufficiente per farci sentire di che pasta son fatti i fratelli Marco e Andrea Basili.
Il cd parte subito con l’acceleratore a tavoletta con “Delirium”, brano velocissimo ma non privo di melodia. Al contrario l’orecchio per le composizioni i fratelli Basili ce l’hanno, ed è anche molto sviluppato. Le chitarre macinano riff a non finire, mentre la sezione ritmica è velocissima, ma al contempo molto varia e mai monotona.
Subito dopo tocca a “Era of Decay” che forse è la canzone che preferisco tra queste tre. Il brano non è di semplice assimilazione, al contrario a un primo ascolto per alcuni potrebbe esaurirsi in uno sterile sfoggio di tecnica ad alta velocità. In effetti il songwriting in questo caso si avvicina più al prog di alta classe con continui passaggi dispari e in controtempo rispetto alla batteria, il tutto eseguito a una velocità forsennata. Dopo alcuni ascolti però ci si rende conto di come nulla in questa composizione sia lasciato al caso e si riesce a cogliere la melodia che prima poteva essere sfuggita.
Tocca alla title-track chiudere degnamente questo cd. Rispetto alle esecuzioni dei primi due pezzi “The End of Existence” sembra sollevare un po’ il piede dall’acceleratore, ma non è di certo un brano lento, anzi. Forse più completa e più varia, anche a livello di struttura della canzone con momenti e atmosfere diverse, è sicuramente la degna conclusione di questo demo.

Critiche poche o nessuna. La registrazione è ottima così come il mixaggio, veramente ben realizzati. Non era facile riuscire a far sentire tutto con i velocissimi intrecci degli strumenti che offrono i vari brani, ma ci sono riusciti molto bene. La batteria “sbatte” un po’ e forse avrebbe necessitato un suono leggermente più cupo, ma i ritmi che regala fanno passare questo particolare in secondo piano.

Per concludere si tratta di un demo estremamente ben realizzato. Probabilmente non originalissimo dal punto di vista della proposta musicale, ma sicuramente sfornato da ragazzi che sanno quello che fanno e dalle grandissime capacità e potenzialità. Lasciarseli scappare credo che sarebbe davvero un peccato.

Tracklist:
01 Delirium
02 Era of Decay
03 The End of Existence

Alex “Engash-Krul” Calvi

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