Recensione: The Exorcism

Di Stefano Ricetti - 17 Luglio 2013 - 12:18
The Exorcism
Band: Bulldozer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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75

Fra le perle nascoste del Metallo Italiano la leggenda narra che ve ne fosse una, sotto forma di demo tape, di colore nero pece, prodotta in soli tre esemplari, che giaceva nascosta fra le melme Thrash degli abissi dell’Acciaio fatto musica, con inciso il famoso moniker dei Bulldozer. Diretta discendente di un parto trino avvenuto nel 1984 fra le nebbie di quella che divenne un anno dopo La Milano da bere. Il primo esemplare venne inviato all’etichetta Roadrunner Records, il secondo a King Diamond in persona e il terzo rimase appunto sepolto per tanti anni, come narrato sopra.

E’ di quest’anno la notizia del suo ritrovamento, da parte dello stesso leader della band AC Wild il quale, prontamente affidatolo alle sapienti cure della F.O.A.D. Records, è finalmente riuscito, insieme con la fondamentale collaborazione di Max Iantorno, a rendere fruibile a chi interessato anche questo prezioso tassello dell’Epopea del Metallo italiano, intitolato The Exorcism (Lost 1984 Demotape) con in più i due pezzi contenuti nel Fallen Angel EP.

Tornando ai cenni storici, il primo esemplare del demo fornì al gruppo il contratto con la Roadrunner Records – novità assoluta per un combo italiano – mentre il secondo, recapitato al mastermind dei Mercyful Fate per capire se fosse interessato a produrli, ricevette un secco no, in quanto per il Re Diamante danese i Bulldozer erano “too punk”.    

The Exorcism vede la luce in edizione deluxe su gatefold LP in due versioni: la prima in vinile con grafica e colorazione splatter e la seconda in nero ordinario. Entrambe godono di una confezione degna, curata in ogni particolare da Mauro Berchi, con note in lingua inglese e foto d’epoca a corollario, fondamentali per realizzazioni da culto di questa portata.

La copertina è esattamente quella spedita originariamente dalla band all’etichetta per la pubblicazione di quello che poi diverrà The Day of Wrath, full length d’esordio che ne utilizzò solo una parte, in quanto quella globale fu definita dai vertici della label “too extreme”. Oggi la cosa potrebbe far sorridere, visto il malandare generale e l’avvenuta caduta dei valori fondamentali, ma trent’anni fa non era per nulla così: i Bulldozer erano veramente estremi 24/7 e mai si piegarono alle logiche finto-perbeniste, leccandosi spesso le ferite per questo, ma non mollando mai, coraggiosamente.    

Le due facciate interne si presentano come meglio non si sarebbe potuto fare: sulla sinistra campeggiano le due differenti copertine corredate del rispettivo retro del Fallen Angel EP, sempre del 1984, i cui pezzi chiudono Side A e Side B rispettivamente, nonostante a livello temporale furono antecedenti ai brani del Lost Demotape. Da notare come la primissima cover, con il disegno di un’aquila all’attacco, stampata in pochissimi esemplari, riporti il logo “Bulldozer” in maniera assolutamente non in linea con la proposta musicale del combo meneghino. Fa piacere rilevare, poi, che sui due retro-copertina, Carria Dario venga riportato con cognome e nome, mentre gli altri componenti con il più classico nome-cognome: tipiche “magie” del Metallo Italiano di quegli anni! Fra i due Fallen Angel campeggia il disegno originale di The Exorcism utilizzato dai Bulldozer nelle prime T-Shirt.

La seconda facciata del packaging è viceversa occupata completamente da bellissime foto d’epoca della band sia a colori che in bianco e nero. Vale da sola “il prezzo del biglietto” quella di Andrea “Don Andras” Di Rienzo in primo piano con baffi d’ordinanza e maglietta bianca Bulldozer-style.          

Musicalmente il Lost Demotape schiera quella che divenne fino a The Final Separation compreso la prima classic line-up con AC Wild (basso/voce), Andy Panigada (chitarra) e Don Andras alla batteria. Fallen Angel, viceversa, annovera la formazione primigenia, proprio perché uscito antecedentemente al demo, indi: AC Wild (Hell’s Vocals), Andy Panigada (Possessed Guitars), Dario Carria (Bass) ed Erminio Galli (Drums).         

Quello che stupisce veramente di The Exorcism è la resa sonora: godibilissima, tenendo conto che sempre di demo si tratta. Grande quindi l’opera di certosino restauro operata dalla F.O.A.D. Records. A partire dalla celebrazione dell’esorcismo da parte del narrante Adriano “So Dark” Bosone – la stessa persona vestita da sacerdote con il crocifisso rivolto verso un indemoniato AC Wild -, è tutto un ribollire di brutalità sonora figlia bastarda di VenomSlayer e Motorhead. D’altronde buona parte dei pezzi non è altro che la primissima versione di quelli che poi finiranno, rivisti più o meno violentemente, a costituire la colonna vertebrale di The Day of Wrath, primo sigillo nero di una invidiabile carriera che li vedrà poi trionfare sia in Italia che all’estero, una volta maturato il proprio stile. It’s Fuckin’ Whiskey Time!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti       

 

 

      

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