Recensione: The Final Experiment

Di Mauro Gelsomini - 3 Luglio 2002 - 0:00
The Final Experiment
Band: Ayreon
Etichetta:
Genere:
Anno: 1995
Nazione:
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95

Il multi-strumentista olandese Arjen Anthony Lucassen avvia il progetto prog-metal chiamato Ayreon nel 1995 con questo “The Final Experiment”. Si circonda di musicisti e collaboratori di stampo internazionale, con l’intenzione di scrivere pezzi per concept epici e rock-operas, in cui ogni personaggio è interpretato da un diverso vocalist.
Ci troviamo di fronte ad un album particolarissimo, una sorta di classical-symphonic-prog rock-metal opera in quattro atti, che descrive le visioni di Ayreon, un menestrello cieco del 6° secolo. Queste visioni gli sono inviate dal futuro affinché egli possa avvisare l’umanità del decadimento ambientale e tecnologico verso cui andrà…
Dopo una intro parlata, arriva una fanfara regale che fa da prologo, qualcosa che ricorda un po’ i migliori Kansas, e che si ripeterà in seguito con grande maestosità. “The Awareness: Dreamtime (Words Become A Song)” è un bellissimo pezzo di hard rock melodico, in cui, insieme alla potente voce di Edward Reekers, c’è anche spazio per Lana Lane e la sua delicata ugola, che si intreccia con soli di Hammond e di chitarra, tutto di grande gusto. Ascoltare Lenny Wolf (Kingdom Come), Mirjam Van Doorn e Debby Schreuder in un pezzo come “Ayreon’s Fate” sembra di rivevere le atmosfere magiche di Pat Benatar, mentre con “The Banishment: The Accusation” si fa palese la stima di Lucassen per i Beatles: qui le linee vocali sono affidate a Robert Soeterboek, un esuberante connubio tra Glenn Hughes, Billy Joel, Sammy Hagar e Steven Tyler. “The Banishment: The Banishment” è un pezzo di potente rock sinfonico, con il basso di Peter Vink che martella da matti, mentre le chitarre di Lucassen e le tastiere di Determeijer infuriano terrificanti.
In un opera di questa portata, davvero a 360 gradi, trova posto persino il growling di Jan-Chris De KoeijerEven su “The Banishment: Oblivion”. Menzione a sé merita “Sail Away To Avalon”, il pezzo migliore del disco, forse, che riprende la fanfara iniziale per poi evolversi in un refrain accattivante e quindi in chorus memorabile. Credo che varrebbe da solo l’acquisto del CD. “Swan Song” è un pezzo di pianoforte e tastiera, molto delicato e di gran gusto, in cui Determeijer si destreggia tra sinth di fiati e archi, dando respiro e senso visionario al momento. Seguono “Avalon” e “Nature’s Dance”, che riportano indietro a un suono anni ’60, molto morbido, con chitarre acustiche e violini arrangiati in modo pomposo e arioso al tempo stesso, e accompagnati con grande senso artistico da un bucolico cinguettio di uccelli.
Con il terzo atto, musica e temi diventano più cupi, come le visioni di Ayreon, e in effetti il chorus di “Computer-Reign: Game Over” ricorda un po’ quello di “When It’s Over” (Loverboy), grazie soprattutto alla voce di Ian Parry (Elegy, Consortium Project).
“Waracle” è un pezzo metà cantato, metà parlato, che vede dietro i microfoni Jan Van Fegglen (aiutato nei cori da Van Doorn e Schreuder), e che nel ritornello si tinge di echi blues-gospel sostenuti da arrangiamenti più propriamente metal, e dalla chitarra solista di Lucassen, terminando di gran effetto con il suono delle campane. “Listen To The Waves”, l’ultima sezione del trio delle ultime visioni, è decisamente dark, e anche con melodie di tastiera dalle alte tonalità, permane un’atmosfera tetra e pesante. L’atto si conclude con “Magic Ride”, dal suono quasi “molle”…

In definitiva, credo che di carne al fuoco ce ne sia molta, per discutere sui molteplici aspetti e stili che si intrecciano in un album di queste dimensioni, ma quello che conta, e che spero di aver sottolineato, è l’ispirazione di Lucassen, unica artefice di un opera completa da tutti i punti di vista. Questa, insieme al gusto sopraffino di Arjen ha dato alla luce un capolavoro assoluto, di grandissima evocatività, e ha dimostrato che il prog, sa e, soprattutto, deve essere un mezzo per rendere memorabili gli le emozioni di un artista, non certo un modo per esibirsi in squallidi esercizi di tecnica.

Track Listing:

1. Prologue (3:17):
A The time telepathy experiment
B Overture
C Ayreon’s quest Act I ‘The dawning’
2. The awareness (6:36):
A The premonition
B Dreamtime (words become a song)
C The awakening
3. Eyes of time (5:06):
A Eyes of time
B Brainwaves
4. The banishment (11:08):
A A new dawn
B The gathering
C The accusation
D The banishment E Oblivion
Act II ‘King Arthur’s court’
5. Ye courtyard minstrel boy (2:46)
6. Sail away to Avalon (4:02)
7. Nature’s dance (2:28)

Act III ‘Visual echoes’

8. Computer-reign (game over) (3:25)
9. Waracle (6:44)
10. Listen to the waves (4:59)
11. Magic ride (3:36)

Act IV ‘Merlin’s will and Ayreon’s fate’

12. Merlin’s will (3:20)
13. The charm of the seer (4:12)
14. Swan song (2:44)
15. Ayreon’s fate (6:56):
A Ayreon’s fate
B Merlin’s prophecy
C Epilogue

Musicisti:
Vocals: Edward Reekers, Lenny Wolf, Robert Soeterboek, Jan-Chris De Koeijer, Ian Parry, Barry Hay, Arjen Lucassen, Jan Van Feggelen, Leon Goewie, Ruud Houweling, Lucie Hillen, Mirjam Van Doorn, Debby Schreuder, Rene Merkelbach (backing), Jolanda Verduijn (backing)
Arjen Lucassen – guitars, keyboards; bass (2B, 9, 10, 12, 13)
Cleem Determeijer – Hammond, minimoog, mellotron, vocoder, Oberheim, Juno, harpsichord, piano and keyboards
Ernst Van Ee – drums
Jolanda Verduijn – bass (4B+C, 6, 15A +B)
Peter Vink – bass (3A+B, 4D+E, 8)
Jan Bijlsma – bass (11)
Barry Hay – alto flute (6)

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