Recensione: The Grand Design

Di Gaetano Loffredo - 25 Maggio 2006 - 0:00
The Grand Design
Band: Edenbridge
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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69

Al primo ascolto sembra che tutti i tasselli siano al posto giusto: storia intrigante, produzione altezzosa, voce sublime, scaletta eterogenea. Sembra.
La Massacre Records torna sul mercato dopo un importante numero di flop con un nome di spicco, gli Edenbridge che, sulla scia (ma non troppo) di quanto fatto dagli Epica, dai Nightwish e dagli After Forever di Remagine sono arrivati a pubblicare il quinto capitolo ad oltre 6 anni dal debutto di Sunrise in Eden.

Il gruppo è maturato grazie all’esperienza ottenuta nei palchi di mezzo mondo e grazie alla costanza del leader Lanvall (leggi l’intervista) che ha finalmente ottenuto, attraverso ostinazione e dedizione, il suono maestoso e solenne da sempre inseguito.
La bella Sabine Edelsbacher è il fiore all’occhiello; ad essa appartiene, infatti, una voce soave adatta a forgiare i loro dischi con l’impronta epica di un tono che somiglia, a tratti, a quello della più “in voga” Tarja Turunen. Il plagio è fortunatamente evitato.
Ci sono voluti ben cinque studi (l’austriaco Farpoint Station, l’inglese Thin Ice Studio, l’olandese Studio Heaven, il tedesco The Track Shak e l’austriaco Wild One Studio) e tre mesi di registrazioni per donare a The Grand Design, questo il titolo dell’album, un suono ed una produzione davvero eccellenti nonché l’aiuto dei grandi produttori, Dennis Ward e Karl Groom che, confermano quanto la Massacre Record creda nel progetto Edenbridge.

Spicca la ridondanza di un lavoro che vuole essere un enorme componimento teatrale su basi metalliche appoggiato alla fragile ed elegante vocina della “modella” menzionata che, tirate le somme, si conferma uno dei punti forti del sound austriaco.
Ciò che proprio non mi convince, è la costruzione di linee melodiche dispersive e la noia che un disco come questo procura dopo le prime strofe: scrivono e dicono tutto ciò che bisogna sapere in pochi minuti ripetendosi all’unisono sino al termine dell’ultima desolante traccia, una grigia bonus track strumentale intitolata Empire of the Sun. Riuscirete ad arrivarci lucidi ed entusiasti?

E pensare che i brani migliori aprono e chiudono The Gand Design; giusto soffermarcisi in quanto dotati di ragguardevoli qualità.
Terra Nova, scritta da Lanvall insieme allo special guest Robby Valentine, racchiude al suo interno la passione per la melodia dal gusto cinematografico, regalando più e più volte l’intera scena ad un coro assai robusto e lasciando un po’ in disparte la batteria (compitino semplice quello riservato a Roland Navratil) e il basso di Frank Bindig.
Certo, ci si chiede come faranno gli Edenbridge a riportare sul palco l’essenza di un brano costituito da un parallasse di 64 tracce ma, senza pensarci troppo, è giusto gustarsi ciò che sentiamo sul compact.
The Grand Design, la suite finale, incorpora gli elementi che hanno condotto Lanvall e la sua band sino al quinto disco e riporta fedelmente il sapore etereo raggiunto per mezzo di strumenti meno canonici ma non per questo poco conosciuti: Bouzouki, Mandolino e Pipa che si aggiungono a Piano, Tastiera e alla chitarra a 6 e 12 corde del tuttofare austriaco. Da evidenziare lo splendido assolo di violino di Astrid Stockhammer a metà traccia.
Sebbene quanto scritto in precedenza possa pregiudicare il giudizio finale, c’è ancora il singolo Evermore che riesce ad esibire uno spiccato accento melodico/operistico e la successiva The Most Beautiful Place, nella quale voce e pianoforte si attraggono per un lento sopraffino ma troppo leggero. 

Non sono qui per condannare gli Edenbridge. Il gruppo risponde ai detrattori proponendo un disco ancor più sdolcinato e boombastico dei precedenti dimenticando però che, alla base, servono composizioni robuste, convincenti ed avvincenti.
Il “lavoraccio” che sta dietro a The Grand Design è pressoché visibile ma non giustifica completamente un prodotto che ha dalla sua una disumana attenzione nei particolari e lascia per strada, talvolta, caratteristiche base imprescindibili.

Gaetano “Knightrider” Loffredo

Tracklist:
1.Terra Nova
2.Flame of Passion
3.Evermore
4.The Most Beautiful Place
5.See You Fading Afar
6.On Top of the World
7.Taken Away
8.The Grand Design
9.Empire of the Sun (Limited Edition Bonus Track)

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