Recensione: The Human Creation And The Devil’s Contribution

Di Daniele D'Adamo - 20 Aprile 2011 - 0:00
The Human Creation And The Devil’s Contribution
Band: Legio Mortis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

1993. Anno di “Icon”, capolavoro dei Paradise Lost. Cioè, la materializzazione del ‘gothic duro’; quello vicino sia al death, per il cantato in growling, sia al black, per l’umore dell’anima. Melodia sì, senza tuttavia alcuna concessione al mainstream sia per quanto riguarda la musica, sia per quanto concerne l’attitudine.

Doverosa premessa, questa, poiché i Legio Mortis nascono nel mezzo di quel periodo (1995), e proprio da quegli anni draconiani (per il metal) essi traggono la loro ispirazione artistica. Certo, la derivazione verso il metallo nero è definitiva e completa; tanto da poter allineare perfettamente, senza patemi d’animo, la band tedesca a un classico black metal sinfonico. Tuttavia, gli echi di certe sonorità tipiche di quei lustri rimbalzano distintamente, fra le mura di casa Legio Mortis. Non solo per “Pity The Sadness”, cover presa da “Shades Of God” (1992) dei – guarda caso – Paradise Lost. Ma, soprattutto, per l’atmosfera fortemente evocativa che emerge, anche, dalla copertina (disegnata da Virtual Darkness – Grave, Sinister, Grand Sermon) di “The Human Creation And The Devil’s Contribution”, quarta creatura partorita dalla feconda (il full-length dura oltre un’ora…) mente dei Nostri. Un’atmosfera malinconica ma poi non così depressa, lacerata dalle taumaturgiche evocazioni d’epoche dimenticate e d’uomini lontani. Ere passate che segnalano la loro esistenza, nella musica del sestetto di Tauberrettersheim, mediante numerosi inserti tipici del folclore bavarese.   

Oltre agli inglesi autori di “Gothic” (1990), già menzionati, c’è un’altra band, anch’essa proveniente dal Regno Unito, cui i Legio Mortis tributano qualcosa: i Cradle Of Filth. Non si tratta né di scopiazzatura, né tantomeno di plagio: semplicemente, di approccio musicale. Barocco, nella fattispecie. Sappiamo che, ora, i sei di Ipswich sono orientati di più verso il gothic metal che il black. In maniera simile, il combo tedesco usa a piene mani i maestosi arrangiamenti delle tastiere di Steffi per caricare le armonizzazioni, black, del proprio sound. L’ampollosità della proposta, in sintesi, è la medesima; ma la base musicale è diversa. Su questo non c’è dubbio: i Legio Mortis fanno black, e di quello spinto!

Da una formazione che comprende due vocalist distinti (Marco in primis, coadiuvato poi dal growling di Kalti), una coppia di chitarristi (Tommy e Matze) assai generosa nella produzione sia di riff sia di soli, un bassista (Kalti) in perenne movimento fra gli accordi, un batterista (OD) dall’estesa varietà ritmica che passa con nonchalance dagli slow-tempo ai blast-beats e, infine, una tastierista iperattiva (Stefi), ci si poteva aspettare un suono caotico e ridondante. Ciò non accade, e dimostra sia l’esperienza accumulata dai musicisti nel corso degli anni, sia la qualità tecnico/artistico dei membri stessi; ben consapevoli del ruolo da essi coperto all’interno della formazione. Ultima, ma non meno importante, la professionalità messa in campo da Alex Krull (Atrocity) per il missaggio e la masterizzazione del disco. Da segnalare, infine, il ruolo cameo di Liv Kristine (Leaves’ Eyes, Theatre Of Tragedy) in “Life Denied” che, invero, non aggiunge né toglie nulla alla storia del platter.

Alla fine, come nel 99% delle opere umane, un difetto deve pur esserci e, infatti, c’è: manca completamente qualsiasi tipo di stimolo innovativo. “The Human Creation And The Devil’s Contribution” sarebbe stato un lavoro da annali del metal estremo, una quindicina d’anni fa. Ora, però, siamo nel 2011 e qualcosa in più, in termini di originalità – ferma la particolarità dello stile dei Legio Mortis – occorrerebbe proporla per emergere dalla media. Una dorata media, in ogni caso, che regge – comunque – l’intero full-length per un acquisto non necessario, consigliato tuttavia a chi ama il metal estremo… ‘pieno’.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul forum nel topic relativo!

Track-list:
1. Intro 1:06
2. Unholy Four 7:26
3. Avenger Of The Oppressed Souls 3:36
4. Buried Love 4:04
5. Pity The Sadness (Paradise Lost cover) 4:37
6. Mass Murder 5:28
7. From Throat To Cunt 4:46
8. Wir Brauchen Keine Hirten 3:51
9. Blood Fantasy 4:38
10. I Am Your God 4:52
11. Life Denied (feat. Liv Kristine) 5:28
12. Legio Mortis 5:25
13. Thorn In My Eye 6:08               

All tracks 61 min. ca.

Line-up:
Marco – Vocals
Tommy – Guitars
Matze – Guitars
Kalti – Bass, Vocals
Steffi – Keyboards
OD – Drums
 

Ultimi album di Legio Mortis