Recensione: The Ignitor

Di Francesco Sgrò - 19 Dicembre 2012 - 0:00
The Ignitor
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Anno: 2012
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65

I finlandesi Burning Point nascono nell’ormai lontano 1997 con il nome di Planet Caravan. Due anni più tardi, il gruppo decide di cambiare nome proprio in Burning Point, arrivando ad esordire nel 2001 con l’album “Salvation By Fire“; oggi, dopo oltre dieci anni di carriera, il combo nordico arriva a pubblicare la quinta fatica intitolata “The Ignitor“.
Il quartetto finnico guidato dal singer e chitarrista Pete Ahoen, propone un Power Metal scolastico, contaminato da alcuni richiami all’Heavy Metal classico ed all’hard Rock degli anni ’80.
Il risultato finale è riassunto in un album perfettamente eseguito ma, in verità, povero di canzoni davvero vincenti e personali (pur non mancando comunque di regalare all’ascoltatore alcuni momenti adrenalinici).

Ad onor del vero, “The Ignitor“, esordisce con la splendida “Eternal Flame ( Salvation By Fire Pt II)“, aperta da una superba intro semi acustica che poco dopo sfocia in un perfetto concentrato di ottimo power violento e melodico, perfetto nell’esaltare le capacità tecniche dei singoli musicisti coinvolti.
Dopo una partenza al fulmicotone,  i Burning Point proseguono egregiamente il loro percorso con la bella e breve ”In The Flames Of My Self Made Hell“, canzone caratterizzata da un ottimo lavoro chitarristico e soprattutto da un eccellente refrain, portato al trionfo dal bravo Pete Ahonen, elemento indubbiamente di qualità.

La seguente “In The Night“, si presenta quindi come una canzone cadenzata e massiccia, valorizzata soprattutto da un coro orecchiabile, perfettamente riuscito e di chiara matrice ottantiana.
Peccato che il medesimo risultato non lo si possa attribuire anche alla successiva “The Ignitor“: con la title track,infatti, la vena compositiva della band finlandese inizia lentamente a sbiadire, incastonando un brano potente, ma tutto sommato piuttosto anonimo nel suo sviluppo e, come se non bastasse, rovinato da un breve intermezzo strumentale non proprio esaltante.
Stesso identico discorso purtroppo anche per la seguente “Silent Screams“, traccia dal sound vagamente accostabile ai Judas Priest degli anni ’80, caratterizzata da Riff robusti ma penalizzata purtroppo, da melodie vocali poco incisive.
Per fortuna il gruppo corregge subito la rotta e con la veloce “Heaven Is Hell“: i ritmi si sollevano, riportando l’album su livelli soddisfacenti.

Il disco prosegue poi con “Losing Sleep“ e “Demon Inside Of You“ due canzoni perfettamente strutturate, impreziosite da buoni riff chitarristici, ma rovinate, come già in altri episodi di questo lavoro, da melodie incapaci di emozionare l’ascoltatore.
Un vero peccato!

L’ultima parte del cd è infine costituita dalla sostenuta e piacevole “Everdream“ – insieme al trittico iniziale prima descritto, forse uno degli episodi meglio riusciti di “The Ignitor” – e dalle non eccezionali “Lost Tribe“ e “Holier Than Thou“ (da non confondere con la ben più nota canzone dei Metallica del 1991), brani che nonostante gli sforzi e le evidenti buone capacità del combo finlandese, non riescono a concludere nel migliore dei modi un album dominato purtroppo da luci e ombre.

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Tracklist:

01. Eternal Flame
02. In the Fire’s of My Self-Made Hell
03. In the Night
04. The Ignitor
05. Silent Scream
06. Heaven Is Hell
07. Losing Sleep
08. Demon Inside of You
09. Everdream
10. Lost Tribe
11. Holier Than Thou

Line Up:

Pete Ahonen – Voce / Chitarra
Pekka Kolivuori – Chitarra
Pasi Hiltula – Tastiere
Jukka Jokikokko – Basso
Jussi Ontero – Batteria

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