Recensione: The Isolationist

Di Alekos Capelli - 30 Gennaio 2011 - 0:00
The Isolationist
Band: Krieg
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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75

The Isolationist è l’eloquente titolo del sesto album dei Krieg, gruppo americano guidato da N. Imperial, attivo musicista della scena estrema underground, ascoltato di recente sugli ultimi lavori di Nachtmystium e Twilight.
Essendo da sempre la sua band principale, è nei Krieg che si può trovare l’essenza artistica di Imperial, musicista il cui percorso, sebbene ascrivibile al USBM (United States Black Metal), è da sempre caratterizzato da una ricerca piuttosto personale, e a tratti ostica, come nei precedenti album “Sono lo scherno” e “Blue miasma”, rimasti alquanto indigesti ai più.

L’Isolazionista di cui nel titolo non è nient’altri che Imperial, il cui scopo è supportare e promuovere la sua visione musicale, la sua autarchia artistica, attraverso un album cupo, livido e minaccioso, che riesce a trasmettere il senso di misantropia e di solitudine che l’hanno prodotto.
L’album, edito dalla prestigiosa Candlelight records, è piuttosto particolare, in quanto incorpora gli stilemi tipici dell’USBM, così come esposti dai capifila del genere (Judas Iscariot, Nachtmysium, Leviathan) ma anche momenti più liberi e sperimentali, che si traducono nell’uso di campionamenti e synth (come l’inizio di “No Future”), riff dissonanti e non convenzionali (“All paths to god”), oppure influenze electronic/post-punk (“Depakote”).
Come sempre incisiva e tagliente la performance vocale di Imperial, che riesce a tirar fuori dalle sue corde vocali tutta la rabbia e la disperazione necessarie.
La produzione, curata dall’amico e collega Sanford Parker (Minsk Twilight, Nachtmystium, Yakuza), chiamata a farsi carico di un lavoro dalle sonorità oblique, oscure ma ad ampio spettro, svolge un lavoro connotato dal minimalismo, che, senza scadere nel lo-fi, riesce a preservare l’alone di spoglio nichilismo di cui sono impregnate le canzoni.
Oltre a Parker un altro musicista noto presente in line-up è Wrest (Leviathan, Twilight, Nachtmystium, Lurker of Chalice), che qui si occupa del basso.

Rispetto al già citato “Blue miasma”, che coincise, fra l’altro, col temporaneo stop e split-up del gruppo, le idee e la loro realizzazione sono molto più valide e vitali, e mostrano un artista concentrato e lucido.
I quattro anni di silenzio discografico trascorsi hanno evidentemente giovato a Imperial, che, mettendo mano al proprio sound, ci restituisce un lavoro interessante e completo, una valida revisione ed estensione di quanto di buono fatto finora.
I pregi, come detto, non mancano, ma vi sono anche alcuni difetti, soprattutto la prolissità di alcune canzoni (“Photographs From An Asylum”, “…And the Stars Fell On”), che avrebbero guadagnato in intensità, con un po’ più di sintesi.
A parte questo appunto, un buonissimo ritorno per una delle band più importanti del black metal a stelle e strisce.

Alekos Capelli

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Tracklist:

1. No Future
2. Photographs From An Asylum
3. All Paths To God
4. Ambergeist
5. Depakote
6. Religion III
7. Blue Of Noon
8. Decaying Inhalations
9. An The Stars Fell On
10. Remission
11. Dead Windows

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