Recensione: The January Tree

Di Onirica - 9 Ottobre 2004 - 0:00
The January Tree
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Anno: 2004
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70

Saldo componente degli Psychotic Waltz fino al 1997, Devon Graves torna ad arricchire ed infarcire il panorama progressivo con il terzo capitolo della discografia Deadsoul Tribe per la quale firma la produzione, rivelandosi autore su disco di voce, pianoforte, flauto, chitarra e basso elettrico. Parto dalla premessa che concepire un album di questa portata sia difficile anche per diverse menti unite nella più stretta collaborazione e vi presento una decina di brani registrati nel rispetto della coerenza sonora e del tentativo di essere sempre originali. La qualità della produzione è stupefacente, pregio caratteristico del disco che rende ancora più brillante l’impatto dei due strumenti portanti ovvero chitarra e batteria, strumenti cui è affidato un suono devastante che molto deve alla musica pesante/commerciale del nuovo millennio, componente che in questo caso viene orchestrata nel migliore dei modi. Ricordo che Devon Graves ha affermato di essere ispirato da qualsiasi genere di musica ed in questo periodo particolare da Tool e Perfect Circle. Anche le atmosfere rievocate dalla musica e da una delle copertine più belle che io abbia mai visto non sono quelle tipicamente progressive, una vena gothic quasi doom pervade lo spirito dell’album che non a caso sembra ispirato ad un tema non proprio dei più felici: la release in programmazione estiva esce con un albero spoglio ripreso nel mese più freddo dell’anno come specchio della realtà quotidiana, le foglie che cadono sono piccoli pezzi di un’esistenza che decidono la sorte delle grandi cose in bilico tra vita e morte, le piccole cose sono veramente importanti.

Devon Graves – Vocals, Guitar
Roland Kerschbaumer – Rhythm Guitar
Adel Moustafa – Drums
Roland Ivenz – Bass
Volker Wilschko – Guitar

La materia sostanziosa scorre ruvida e sazia l’ascolto ma manca qualcosa. Spiders And Flies (insieme ai quattro pezzi centrali) riesce con decisione ad esprimere le intenzioni dell’artista ma difficilmente e poco volentieri la stessa audacia si ripresenta nei brani che circondano il cuore dell’album. Trovo difficile affermare l’inefficacia della musica scritta anche perchè pronuncerei una mezza bugia, denuncio piuttosto una cattiva organizzazione del materiale utilizzato per un progetto che senza dubbio si rivela sempre coinvolgente ed entusiasmante ma troppo spesso assolutamente inconcludente nonostante il costante nutrimento di validissimi parti chitarristiche. Ogni aspettativa che racchiuda parti soliste o una sezione ritmica mozzafiato verrà delusa perchè tutto il disco rappresenta il grande assolo di Devon Graves, una voce degna delle migliore corde vocali presenti sulla scena mondiale ma anche un basso elettrico che segue spudoratamente le orme lasciate indietro dalla chitarra. Classici pregi e difetti. Certo di essere stato poco chiaro, rinvio ogni ulteriore spiegazione all’ascolto preventivo del disco di cui comunque consiglio l’acquisto.

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

01. Spiders And Flies
02. Sirens
03. The Love Of Hate
04. Why?
05. The Coldest  Daus Of Winter
06. Wings Of Faith
07. Toy Rockets
08. Waiting For The Answer
09. Just Like A Timepiece
10. Lady Of Rain

 

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