Recensione: The Journey

Di Matteo Donati - 28 Marzo 2007 - 0:00
The Journey
Band: Khallice
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

Album d’esordio per questa band brasiliana dalla lunga gavetta. Journey si presenta come la loro vetta musicale: composto tra il 2001 e il 2002 vide la  luce solo nel 2003. Nel 2004 la Hellion Records decise di produrre l’album anche al di fuori del Brasile, riscuotendo un discreto successo in America ed in alcune zone d’Europa. Prima d’allora la band infatti aveva tenuto solamente concerti a Brasilia ed altre città del Paese natale, pur potendo vantare esibizioni live a fianco di artisti internazionali come Alanis Morissette e Simply Red.
Quello qui recensito si può definire quindi come un ulteriore rilancio del disco e della band uscito nel 2007 sotto etichetta “Magna Carta”. La formazione del gruppo consta in un affiatato duo composto da Marcelo Barbosa (chitarre) e Cesar Zolhof (batteria), entrambi piuttosto noti in Brasile per aver partecipato al progetto “Guitarras do Cerrado” con altri musicisti professionisti. Cesar è inoltre insegnante di Batteria e ha partecipato a svariati “Dream Theater Tribute”. I meno noti Michel Marciano (bassi) e Renato Gomes (tastiere) si sono perfettamente integrati col resto della formazione dando un enorme contributo alla realizzazione dell’album. Il vocalist  Alirio Netto è la mente dei Khallice e maggiore promotore della band: cantante dal retaggio eterogeneo, vanta  presenze in svariate opere teatrali, partecipazioni ad esibizioni che spaziano dal Jazz alla musica classica. È anche istruttore di canto, e attualmente produce video didattici parallelamente al suo lavoro con la band.

Journey è sicuramente il parto di un progetto elaborato e complesso che vede coinvolti musicisti di grande talento e competenza, ben registrato e curato in ogni sua parte. Un album progressive moderno con moltissime contaminazioni, carico di energia e ricco di particolari che coglierete solo dopo numerosi ascolti. Probabilmente qualcuno sarà già passato a controllare quale voto è stato dato all’album e si troverà perplesso nel leggere una valutazione positiva ma contenuta a fronte di un così  lodevole cappello introduttivo. Ebbene, nonostante le solide basi del disco e le validissime capacità musicali della band non mancano ritrosie e dubbi su questo lavoro.

L’apporto mancante è sostanzialmente l’originalità: sarebbe limitativo definire i Khallice “ispirati” dai Dream Theather, giacché troverete in più di un’occasione passaggi letteralmente estrapolati da Images and Words. Licenze che, a causa del loro riproporsi, mi sento di definire più come “piccoli furti” che non come “omaggi” o “citazioni”. Ad affossare il mio giudizio sono inoltre le sonorità clonate: oltre a imitare troppo da vicino la celebre Band di Petrucci & Co, i Khallice usano effetti e suoni di chitarre e tastiere tristemente vicini al suddetto gruppo.
Lo stesso Netto canta e si lancia vocalizzi che ricordano con preoccupante frequenza il celebre Labrie, altre volte invece si esibisce in acuti puramente dimostrativi delle sue doti canore ottenendo, a mio avviso, fastidiose forzature (come accade in “Turn the Page”).
Non tutto è farina del sacco altrui: I Khallice guarniscono spesso i loro pezzi con aperture funky davvero ben miscelate nel cameo prog. Sfortunatamente questo non è sufficiente a dare al Journey un’anima propria che, tristemente, abbaglia ai primi ascolti ma rischia di anelare nel limbo in cui tantissimi gruppi clone vengono dimenticati. Una traccia in particolare poi risulta fuori contesto rispetto alle sonorità dell’album, parlo della banale “Vampire”, pezzo con forti influenze AOR dai riff in rima baciata marcata da spirito prettamente commerciale.

La domanda che ineluttabilmente vi troverete a fronteggiare è “perché un gruppo con così grandi capacità si limita a copiare solamente?”. Purtroppo le esigenze discografiche pesano molto sulla diffusione commerciale di un prodotto e mi piace pensare che questo Journey sia stata una grande prova generale. Un saggio di tecnica e sfarzo, frutto di studi approfonditi e anni di esperienza cui manca però la scintilla per assurgere allo stato di capolavoro. Talenti rari e sforzi discografici non bastano a consacrare il disco, che rimane freddo nella sua complessità, ma lasciano davvero ben sperare per un prossimo album.
Consigliato a tutti gli appassionati di progressive metal che non cercano nulla di innovativo ma apprezzano degli ottimi musicisti all’opera.

Da segnalare infine la possibilità di ascoltare l’intero album dal sito ufficiale della band.

Tracklist:
01. Loneliness
02. I’ve Lost My Faith
03. Spiritual Jewel
04. Wrong Words
05. Thunderstorm
06. Vampire
07. Turn The Page
08. Prophecy
09. The Journey
10. Stuck

Ultimi album di Khallice

Band: Khallice
Genere:
Anno: 2007
65