Recensione: The Judgement

Di Marco Giono - 8 Aprile 2015 - 0:00
The Judgement
Band: Scanner
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2015
Nazione:
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75

Dal 1941 ai Nostri giorni, WWII & Warp 7

…Bersaglio in avvicinamento… 
Non ho idea di quanto tempo sia ormai trascorso dal mio esilio ed è come se fluttuassi nella fredda gravità cosmica da sempre. Le ore, i giorni diventano un’anomalia trascurabile. Il resto è solo silenzio e un infinito immutabile a cui non è possibile abituarsi. 
Durante la seconda Guerra Mondiale sette di noi erano stati selezionati e manipolati geniticamente per diventare un manipolo guerrieri potentissimi. La nostra anima però cercava solo la pace per il mondo e ci siamo ribellati contro coloro che ci comandavano. Missione fallita e siamo stati rigettati nello spazio. 
Io sono l’unico sopravvissuto. Una civiltà aliena mi ha messo in salvo suppondendo che fossi destinato a riportare la pace sulla terra. 
…Bersaglio Acquisito. Terra in avvicinamento…
 E’ tempo di tornare a casa quindi, perché la mia missione ora è quella di osservare come il mio mondo è mutato e nel caso sia ancora necessario un mio intervento.

1988, Capitano Julius e il Massacro.    

Nel 1988 gli Scanner rilasciarono il loro album d’esordio intitolato “Hypertrace” incentrato sulla storia, riscritta in prosa non senza qualche libertà, che ho raccontato nella mia introduzione. Il loro è un power metal essenziale fatto di riff, doppia cassa e ritornelli trascinati da melodie marcate. Malgrardo i riferimenti nella lora musica rimandavano chiaramente a gruppi quali Judas Priest, Accept oppure Helloween, riuscivano comunque a essere originali grazie anche alla tematica sci-fi che ben si armonizza in brani di ottima fattura. L’anno succesivo si confermeranno con “Terminal Earth” proseguendo senza troppe variazioni il loro cammino musicale (sostituiscono in realtà il cantante con S.L. Coe). Seguono sei anni di silenzio. Problemi di line-up, di vita o altro. Nel 1995 ritornarono sulle scene con una nuova formazione la cui unica costante  è la presenza del leader e fondatore Axel “A.J.” Julius (chitarra), ma anche la musica si modifica in maniera significativa, infatti il gruppo tedesco rilascerà un album intitolato “Mental Reservation” che colpisce da subito per una copertina incantevole (disegnata da uno delle più importanti matite di quel periodo, il tedesco Andreas Marshall) e per un power metal che stupisce per melodie eleganti in brani di potenza immutata, il tutto reso possibile dalla voce teatrale e multiforme di Haridon ”The Duke” Lee.  Si ripeteranno nel successivo “Ball of the Damned” del 1996, ancora un ottimo lavoro e perfetta interpretazione di Haridon. Gli Scanner ora sembrano pronti a conquistare il mondo. Nulla da fare o meglio tutto da rifare. Il cantante lascia e verrà sostituito dal Lisa Croft con la quale rilasceranno “Scantropolis” nel 2002 (album almeno debole a mio parere), ultimo lavoro prima di un lungo silenzio che si interromperà solo ai nostri giorni grazie a qualche concerto e alla prospettiva di un nuovo album che si concretizzerà solo nel 2015 grazie anche all’etichetta Massacre Records.

2015, Scanner!

Chi vi scrive temeva il ritorno della band tedesca nello stesso modo in cui sperava che gli Scanner riprendessero a soprenderci con un power metal di ottimo livello. Riuscirà Alex Julius nell’ennesima resurrezione? Intanto il primo passo è quello di ricostruire la line-up. Il cantante viene pescato dalla Grecia (nazione la cui fede verso l’heavy metal non ha uguali) ed è Efthimios Loannidis di cui però non ho ulteriori informazioni su eventuali pregresse esperienze. La formazione verrà completata dalla chitarra di Andreas Zeidler, al basso Jonathan Sell e alla batteria Patrick Klose.
La Massacre Records decide di produrre e distribuire un nuovo album della band tedesca e all’alba del 2015 il titolo prescelto per il loro nuovo lavoro è “The Judgment”, il Giudizio. Andiamo a vederci dentro. 
Se vi ricordate nell’introduzione, avevamo lasciato il nostro guerriero nello spazio prossimo a tornare verso terra per osservarla dopo tanto tempo. Gli Scanner riprendono proprio da quel passaggio la storia che avevano iniziato nel 1988 perché in fondo quel racconto è anche autobiografia di una band lasciata per troppo tempo vagare nello spazio silezioso fatto di oblio e che ora vuole ritornare sulla terra per esserci.
Senza troppi fronzoli intitolano la prima traccia “Intro” che si muove in note di chitarra elettrica per poi lasciare spazio a tastiere immerse in un crescendo sinfonico oscuro e altisonante. 
Ora si fa sul serio. La prima traccia dal titolo “F.T.B” (Fuck The Bastards!) è onda d’urto in riff veloci, taglienti come un rasoio, ricordano alcune cose degli Overkill poi la voce di Loannidis fà la sua apparizione e quel timbro pare antico, ma incredibilmente centrato muovendosi su note alte per poi deflagare in durezza nel ritornello e riesce a disegnare melodie che ricordano i Judas più selvaggi. Sono tornati gli Scanner!! Però sono quelli del 1989, ma con una produzione a esaltarne anche la ritmica sempre di forte impatto. Segue “Nevermore” ed è lezione al plutonio per coloro che ritengono sia necessario quantizzare le note per fare del grande metal. Picchiano con foga, un’attitudine quasi speed metal, ma allo stesso tempo costruiscono un brano che sospetto sia rimasto a fluttuare inerte nel tempo dilatato dello spazio per colpire in terra con furioso sdegno. 
La quarta traccia intitolata “Warlord” si ripete nell’approccio in riff veloci con la voce che attacca alla Judas di Painkiller per poi espandarsi in un ritornello carico di melodia che sta a metà tra “Warp7” da “Hypertrace” e “Breaking the Seal” da “Mental Reservation”. Per farla più semplice è un gran bel brano in cui la melodia pur essendo esaltata nel ritornello non ruba la scena all’impatto rabbioso della voce che trova una perfetta collocazione nelle ritmiche sempre serrate che sanno di apocalisse in divenire. 
Ne vale la pena di raccontarvi il resto? Direi di si, ma visto che tutti i brani sono validi vi segnalo quelli che mi hanno colpito di più. 
Sarebbe un peccato non ascoltare “Battle of Poisedon” riff possenti si innalzano dagli abissi oceanici, la voce di Loannidis racconta con la solita carica rabbiosa per trasformarsi in melodia evocativa e maestosa. 
Non potete perdervi nemmeno per sbaglio la traccia sette intitolata “Pirates”, roba che gli Scanner si sono trovati nella taverna di fiducia di Rock’n Rolf e hanno creato questo brano ove si  rincorrono cori pirateschi beffardi, melodie all’ultimo grog e la solita carica debordante della chitarra di Julius. Corro verso “The Race” , ma qui gli Scanner sono imprendibili in uno speed metal senza compressi e un ritornello più meditato che chiosa in un sibillino “The Raceee!!”. 

2015,  Scansione Terminata

Gli Scanner sono decisamente tornati a terra e sono tra noi. Difficile a credersi dopo tutte le traversie  che hanno trascorso e gli anni di silenzio che si sono succeduti implacabili. Temevo il peggio come tante volte si è accaduto in rimpatriate avventate, magari dettate da motivi poco nobili. Qui invece stiamo parlando di altro. 
Date un’occhiata alla copertina, quella città disegnata in una apocalissi futuristica e fumettosa è roba alla Scanner di repertorio, ma ugualmente pensi che in fondo non ci riescono mica a ripetersi veramente. Invece convince davvero tutto, dalla produzione dei suoni sempre curata e pulita, alla voce  del nuovo acquisto che ha un’estensione notevole e sembra integrarsi da sempre nella musica dal gruppo tedesco e infine le ritmiche di grande impatto.
I brani poi attingono dal passato remoto degli ottanta, ma lo fanno con un approccio costruttivo, guardando a soluzioni originali e personali. 
Gli Scanner sono tornati e ogni paura o dubbio è stato spazzato via da un album più che buono che merita solo rispetto e ammirazione.
 

Marco Giono

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