Recensione: The Last Command

Di Matteo Lavazza - 21 Aprile 2004 - 0:00
The Last Command
Band: Anthenora
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Nati ben dodici anni fa i cuneesi Anthenora arrivano solo ora al disco di debutto, dopo vari demo e promo cd, forti anche della loro fama di tribute band degli Iron Maiden.
C’è subito da dire che nonostante abbiano passato anni a suonare cover di una delle Metal band per eccellenza nella loro musica l’influenza Maiden non si sente quasi per niente, piuttosto quello che si sente sa molto di Metal made in U.S.A, l’iniziale Title Track, “The Last Command” appunto, è una sorta di mix tra i Savatage più cattivi ed i Metal Church, il che fa sì che la canzone risulti potente ma con un occhio sempre rivolto alla melodia.
Fa davvero piacere ascoltare il lavoro di un gruppo italiano che cerca di non seguire i soliti stereotipi che ultimamente imperano nel nostro paese, fortunatamente, almeno per quanto mi riguarda, in tutto il disco non è presente nemmeno un pezzo anche solo vagamente riconducibile al Power sinfonico che va tanto adesso, ma tutti i pezzi sono classicamente Metal, di quello potente, come si usava “una volta”.
Pezzi come “Prophet of Sorrow”, che trasuda “metallicità” ad ogni nota, “Dark Alliance”, con le sue belle melodie e un lavoro sulle voci davvero notevole, “Foreteller” energica, tirata e con ottimi cambi di tempo che la rendono davvero avvincente, la splendida “The Legion”, dotata di quel tocco di epicità in grado di renderla davvero vincente, un epicità non fatta di tastiere o artefici tecnologici vari, ma proprio un atmosfera epica come nella migliore tradizione Heavy Metal, “Machines of War”, altro bel pezzo di metallo colante, veloce e potente come il genere richiede.
L’unica nota non proprio positiva arriva dalla suite che chiude l’album, “The Fortress”, che personalmente ho trovato piuttosto noiosa e troppo prolissa.
I suoni sono piuttosto buoni, anche se forse un po’ poco potenti, ma nel complesso riescono comunque a non andare ad inficiare il risultato finale.
Tecnicamente la band sfoggia un esperienza davvero notevole, esperienza che aiuta molto la band a trovare le soluzioni che meglio si adattano ai vari brani, una nota di merito va secondo me al cantante Luigi Bonansea, in possesso di una timbrica calda ed aggressiva, ed al bassista Stefano Balocco, davvero bravo nel dare sempre un tocco di classe alle sue parti.
Davvero un ottimo lavoro quindi per i ragazzi degli Anthenora, peccato solo che qua e là ci siano dei piccoli cali di tensione, ma di sicuro la band con questo “The Last Command” ha dimostrato di avere a disposizione tutti i mezzi per potersi togliere parecchie soddisfazioni.

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