Recensione: The Last Dragon

Di Stefano Ricetti - 16 Gennaio 2009 - 0:00
The Last Dragon
Band: Mendoza
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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68

Mendoza è un personaggio particolare, per certi versi bizzarro, senza dubbio. Nonostante i 45 anni – assolutamente NON suonati – finora ha goduto, a livello mediatico, del minimo sindacale, se non addirittura di meno. Non si è mai svenduto, declinando inviti capestro da parte di grandi appuntamenti rifacendosi alla grande “in proprio”, suonando fino a 150 date all’anno fra Italia e Svizzera, nel periodo dal 2003 al 2005, forte dell’esperienza e dalle spalle larghe accumulate in tanti anni di militanza metallica. L’esordio discografico è del 1986, seguito da Another Rock’n’Roll Swindle nel 2007. I positivi riscontri di quest’ultimo capitolo permettono al polistrumentista milanese di far uscire l’ultima fatica, The Last Dragon, per la storica LM Records, con distribuzione Crotalo/Masterpiece.

La line-up schiera, oltre al tuttofare Mendoza, la seconda chitarra affidata a Matteo Carnio, il microfono alla new enrty Valentino Valenti e la batteria a Tonii T.

La miscela sonora di The Last Dragon, che di sicuro non passerà alla storia per la copertina, ricalca a grandi linee quanto già assaporato nel disco predecessore. Quindi musica viscerale, di pancia, espressione di una rabbia latente ma anche di quintali di autoironia, ben suonata ma concepita senza tanti fronzoli, esattamente come da secoli fanno i Motorhead.

Proprio la band di Lemmy viene scomodata nell’opener Rooster, un pezzo massiccio e diretto in piena tradizione Mendoza. La traccia che dà il titolo all’album è ossessiva nel chorus ma si salva grazie alle parti armoniche presenti, Night By My Side si apre con una chitarra sporca, siderale e trapanante per poi svilupparsi in un brano articolato e dal buon feeling. Il Van Halen presente in Mendoza esplode vigorosamente nella strumentale Funkabbestia, mentre l’antico Doom si impossessa di Spiders! Ancora due strumentali in The Lame e Thunderbass II, che fanno molto anni Settanta ma che nel 2008 lasciano un poco perplessi, spezzando inutilmente il ritmo del disco. Ci pensa il R’n’R ruvido di Rockin’ The World a ridestare dal torpore, grazie a un bridge catchy quanto basta. Chiude l’album – sorvolando sulle due alternative remix version di Rooster e Spiders! –, Wall Of Madness, un brano magnetico d’altri tempi che colpisce sia per la melodia che per il riff portante.     
 
The Last Dragon scorre piacevolmente, possiede un buon tiro ed è figlio della spontaneità più pura. Resta da chiedersi perché, un talento come Mendoza, una volta tanto non decida di scrivere dei pezzi che davvero facciano sobbalzare dalla sedia, visto che la capacità di certo non difetta all’artista meneghino.                  

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

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Tracklist:
01. Rooster
02. The Last Dragon
03. Night By My Side
04. Funkabbestia
05. Spiders!
06. The Lame
07. Thunderbass II
08. Rockin’ The World
09. Wall Of Madness
10. Rooster (alternative remix)
11. Spiders! (alternative remix)

Line-up:
Mendoza – bass, rythm guitar
Matteo Carnio – guitar
Luca Campione – lead guitar in Funkabbestia
Valentino Valenti – vocals
Tonii T – drums

 

 

 

 

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