Recensione: The Lost Years

Di Mauro Gelsomini - 18 Luglio 2003 - 0:00
The Lost Years
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Genere:
Anno: 2003
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64

Devo ammettere che non conoscevo il songweiter americano, prima che pervenisse nelle mie mani il promozionale di “The Lost Years”, così mi sono documentato un po’, per scoprire che la sua carriera iniziò nei primi ’70 nella band di Stevie Wonder. Il suo progetto solista inizia nel 1983, anno a partire dal quale Michael pubblica quattro album, esclusa questa recente release. Il suo “amore”, se così si può definire, è però quello per le colonne sonore: appone la sua firma alla song “Maniac”, hit del film “Flashdance”, e partecipa alle soundtrack di “Cocoon”, Rocky IV”, “Gremlins”, “Indipendence Day” e tanti altri. Annovera collaborazioni con Michael Jackson, Diana Ross, Chaka Khan, George Benson e Donna Summer.
Con questo “The Lost Years” torna in un certo senso alle sue radici musicali, dal momento che si tratta di indiscutibilmente di un disco di aor tipicamente east coast, anche se non mancano riferimenti a tutta la produzione “occidentale” (innegabile il riferimento a “Hold The Line” dei Toto presente nella opener “Love Doesn’t Live Here Animore”). In realtà più che di nuovi brani, si tatta di una riscoperta del passato dell’artista, tra rivisitazioni, rarità e proposte prima d’ora inedite. Il dominante AOR/FM è attorniato dai riferimenti musicali più disparati: dal soft funky di “Heavy Weather” si passa agli echi soul di “One Planet, One People”, e a quelli techno/pop di “Voodoo”.
Da notare la riedizione in chiave slow/blues della succitata “Maniac”, nonché la versione di Sembello – a tutti gli effetti una ballad rock – che diventa la hit “The Life Of My Broken Heart”, originariamente scritta da Jeff Paris. Si prosegue sulla scia delle ballad d’atmosfera con “Where Are We Now”, duetto pianoforte e voce troppo ripetitivo e dalla melodia non proprio accattivante.
Degno di menzione anche il cast di ospiti speciali che circondano Sembello: alla batteria c’è un certo Vinnie Colaiuta, alla chitarra Jennifer Batten, al basso Nathan Watts (Jose Feliciano, Gloria Gaynor), mentre alle tastiere si alternano Timothy Drury (Whitesnake), Brian O’Doherty (Ringo Starr) e Randy Waldman (Barbra Streisand, George Benson). Lo stesso Jeff Paris duetta con Michael su “Tear Down The Walls”.
Ahime, devo ammettere che questo sarà un disco per pochi, visto che se da una parte non vi troveranno niente di nuovo i fan dell’AOR/hard rock, vi si avvicineranno con non troppo interesse gli amanti del jazz/fusion o comunque di generi d’ambiente più riflessivi e ricercati. Forse manca un po’ di tiro, e il numero delle slow song è eccessivo (basti pensare che dopo la opener bisogna attendere l’ultima traccia, “What You Really Want”, per avere una parvenza di up-tempo). Ad ogni modo si tratta di un album dal songwriting curato, ben suonato e cantato, ma che non mi fa ben sperare per un riscontro sul mercato di Michael Sembello.

Tracklist:

1. Love Doesn’t Live Here Anymore
2. Tear Down The Walls
3. The Winter of Our Love
4. Black Rain
5. Heavy Weather
6. One Planet, One People
7. Maniac (New Version)
8. The Life Of My Broken Heart
9. Where Are We Now
10. Rub The Stone
11. Voodoo (Bonus Track)
12. What You Really Want (Bonus Track)
13. Burn It Up (Bonus Track)

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Genere:
Anno: 2003
64