Recensione: The Maniacal Vale

Di Giuseppe Abazia - 12 Luglio 2008 - 0:00
The Maniacal Vale
Band: Esoteric
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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92

Gli Esoteric sono tornati, e il loro è un ritorno di quelli che non passano inosservati, è di quelli che lasciano il segno. Ben quattro anni sono passati da Subconscious Dissolution Into The Continuum, ma d’altra parte la band inglese capitanata dall’inquieto ed enigmatico Greg Chandler ha sempre saputo ricompensare più che lautamente l’attesa fra un disco e l’altro (a volte anche con album doppi, come nel caso del qui presente The Maniacal Vale). Di conferme, gli Esoteric, in fondo non ne avevano bisogno: la loro importanza era già stata abbondantemente sancita da album come The Pernicious Enigma e Metamorphogenesis (sebbene ogni loro disco sia stato, a suo modo, un piccolo capolavoro). Senza ormai più niente da dimostrare ad un genere musicale che da tempo li ha eletti fra i suoi principali padrini, gli Esoteric, con The Maniacal Vale, hanno l’ardire di ridefinire ancora una volta i confini della loro musica, dimostrando che adagiarsi sugli allori non è pratica a cui sono interessati, ma che per loro il doom è continua ricerca, continua sperimentazione. Gli Esoteric sanno bene come forgiare musica profonda, ricca di sfaccettature, aperta a molteplici livelli d’interpretazione; musica pesante come un macigno, di accessibilità volutamente difficile poichè diretta a una precisa cerchia di ascoltatori che posseggono la giusta sensibilità (e, perchè no, anche la sufficiente pazienza) per poterne apprezzare la natura cervellotica e allucinata. Con uno status di culto ben consolidato, gli Esoteric rientrano in quel novero di gruppi (insieme a nomi come Evoken, Skepticism, Dolorian, o Mournful Congregation) le cui uscite rappresentano sempre un piccolo evento nella comunità doom, vuoi per l’eccezionale qualità, vuoi per la spiccata originalità o personalità. E stavolta, gli Esoteric hanno davvero superato sè stessi, componendo una magnifica opera che si erge prepotente come una delle vette più alte mai raggiunte dal doom estremo.

“Time takes from us the years we build. What can be lost within a day…”

Gli Esoteric sono un gruppo con qualcosa da dire, sia a livello musicale che concettuale. Ben lungi da adattarsi a qualsivoglia standard, essi al contrario ne creano di nuovi, si spingono oltre le cosiddette colonne d’Ercole in una ricerca senza fine di nuovi lidi su cui approdare, di nuove terre inesplorate da scoprire, di nuovi oceani da attraversare; pur avendo uno stile ben definito e immediatamente riconoscibile, nessun album degli Esoteric è mai stato una pedissequa ripetizione del precedente. Descrivere in modo spicciolo il loro sound è tutto sommato semplice, dato che le fondamenta della loro musica si pongano a metà strada fra death-doom e funeral doom; ciò che è ben più difficile, invece, è rendere chiaro a parole perchè gli Esoteric sono così unici. Forse sarà per il modo estremamente originale di costruire le canzoni, che pur nella loro mastodontica lunghezza non annoiano, poichè all’interno della stessa composizione si alternano numerosi cambi d’atmosfera e di tempo, ma senza mai cadere nel facile errore di rendere le tracce dei semplici collage di più pezzi: negli Esoteric ogni elemento è perfettamente incasellato lì dove deve essere, il fluire è omogeneo pur nella sua complessità, e la cura che traspare ascoltando il dipanarsi delle canzoni è assolutamente certosina e maniacale. Forse, ancora, sarà perchè gli Esoteric sanno sempre come inebriare la loro musica di un sinistro alone di misticismo, che rende ogni loro album un viaggio psichico nei più distanti recessi della mente: con atmosfere a metà fra l’onirico, lo spaziale e l’orrorifico, gli Esoteric prendono per mano l’ascoltatore e lo trascinano giù in una spirale allucinogena fatta di angoscianti visioni, disillusa realtà e malinconici ricordi. O ancora, sarà perchè la musica degli Esoteric è così dannatamente profonda: sono molti i gruppi che trattano temi come misantropia, depressione, isolamento, morte, la perdita di qualcosa d’importante, ma non sono molti coloro che riescono a farlo senza mai scadere nel banale, nel ripetitivo, o nel parossistico. Gli Esoteric, inutile dirlo, rientrano nella seconda categoria: impossibile scindere la musica da parole così intimamente sentite e sofferte, dalle quali traspaiono un’inquietudine e un turbamento esistenziale sinceri e autentici, che non hanno bisogno di artificiose esagerazioni per poter esprimere la loro enorme potenza emotiva.

“Emotion never dies, it only becomes distant with time. Memories fade, onward towards bitter end.”

The Maniacal Vale è – almeno per il momento – la summa massima dell’Esoteric-pensiero: due cd di pura pesantezza musicale, un trip psichedelico e malato della durata di 1 ora e 40 minuti. Per chi ama gli Esoteric album così lunghi non sono certo una novità, ma chi si avvicina per la prima volta a questo gruppo potrebbe pensare che così tanta carne al fuoco equivalga a canzoni eccessivamente diluite e prolisse. Niente di più sbagliato. Ostentando una maturità compositiva con pochi eguali nel doom, gli Esoteric conoscono bene l’arte del costruire lentamente, ma in modo inarrestabile e coinvolgente, le canzoni. Impetuosi crescendo di violenza e di pesantezza fanno da sovrastruttura ad un’onnipresente atmosfera che unisce il folle, il disperato, e l’esoterico (appunto); intermezzi dalla forte impronta dark ambient si insinuano nel fluire delle tracce regalando all’ascoltatore qualche attimo di raggelante, ipnotica calma; growl profondissimi si trasformano in urla sfrenate e deliranti, e fantastici assoli di chitarra tessono trame che lasciano il segno, facendo da contraltare ad una sezione ritmica estremamente incisiva (merito anche e soprattutto della presenza di ben tre chitarre, che, intrecciandosi sapientemente con le tastiere, assicurano un sound stratificato e corposo). Stavolta gli Esoteric hanno deciso di spingere un po’ meno sul versante della psichedelia e del rumorismo, concedendo più spazio alla melodia. Ovviamente, trattandosi degli Esoteric, non bisogna pensare al concetto di melodia nel suo senso più comune e immediato: l’incedere di The Maniacal Vale è annaspante, dissonante, disperato, rabbioso, di una violenza gelida poichè perfettamente lucida. E, a proposito di violenza, il fatto che gli Esoteric facciano doom non vuol dire che non sappiano pestare duro, quando serve: fra le pieghe del funereo avanzare delle varie tracce, s’inseriscono sfuriate dalla brutalità inaudita, che in alcuni casi rasentano il death metal. Ma non c’è solo follia in The Maniacal Vale. Dimostrando di saper padroneggiare alla perfezione numerose sfumature del doom, gli Esoteric si lasciano anche andare a frangenti più malinconici, più raccolti ed intimisti; un susseguirsi inafferrabile di emozioni, un turbinio di stati d’animo che in queste canzoni trova una sua, pur delirante, logica.
In un’opera come questa, non è possibile fare un’analisi approfondita traccia per traccia. Non solo per l’enorme quantità di materiale, la cui complessità strutturale difficilmente può essere sintetizzata nel limitato spazio concesso da una recensione, ma soprattutto per l’impossibilità di racchiudere in poche righe le sensazioni suscitate da canzoni così maestose, così emotivamente imponenti. C’è poco da fare, The Maniacal Vale deve essere ascoltato (e ascoltato, e ascoltato) per poter essere compreso. Quel che si può dire, è che il platter è del tutto privo di punti deboli, e che ogni canzone è una perla da scoprire e assaporare nella sua unicità, un singolo frammento di un discorso più grande portato avanti dall’album nella sua totalità.

“How many times in a lifetime must we break? And have such a need to be strong?”

Che gli Esoteric se ne sarebbero usciti con un bel disco, era quasi scontato; molto meno prevedibile, invece, era che sarebbero tornati con un capolavoro di tale portata. The Maniacal Vale è un gioiello senza alcuna macchia, un lungo viaggio uditivo-psicologico nei meandri nella nostre psiche, di cui possiamo intravedere i più reconditi anfratti grazie alla mediazione di pura arte musicale come questa. The Maniacal Vale non è solo il capolavoro massimo degli Esoteric, non è solo un passo avanti nella loro carriera: è un passo avanti per l’intero doom metal, uno dei nuovi album-manifesto di questo genere.

“My torment is complete. Horrific realization, time demise of finality, absolutions collapse.”

Nota finale: con un gesto di estrema gentilezza, sul proprio sito ufficiale il gruppo ha da poco messo a disposizione da scaricare gli interi Epistemological Despondency, The Pernicious Enigma, Metamorphogenesis e Subconscious Dissolution Into The Continuum. Quale occasione migliore, per chi ancora non li conosce, di avvicinarsi alla musica degli Esoteric?

Giuseppe Abazia

Tracklist:

Disco 1
1 – Circle (20:45) (mp3)
2 – Beneath This Face (11:22)
3 – Quickening (12:19)
4 – Caucus Of Mind (07:22)

Disco 2
1 – Silence (15:45)
2 – The Order Of Destiny (11:33)
3 – Ignotum Per Ignotius (22:43)

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