Recensione: The Parallax: Hypersleep Dialogues

Di Emanuele Calderone - 23 Aprile 2011 - 0:00
The Parallax: Hypersleep Dialogues

Non sono stati molti i gruppi che, nell’ultimo decennio, hanno saputo dare un’impronta personale e ben riconoscibile alla propria musica. Tra i pochissimi che possono vantarsi di essere riusciti a donare alle proprie opere un sound inconfondibile, figurano sicuramente i Between the Buried and Me.
La formazione, proveniente dalla piccola cittadina di Greensboro, Stati Uniti, è oramai una delle band più influenti dell’intero panorama americano, grazie ad album di qualità elevata.

Archiviata l’esperienza, per la prima volta non troppo esaltante, del precedente  “The Great Misdirect”, il combo torna a farsi sentire con il nuovo EP intitolato “The Parallax: Hypersleep Dialogues” che, diciamolo subito, lo riporta sul tetto del mondo. Il lavoro rappresenta infatti una sorta di riassunto di tutte le migliori cose che i Nostri abbiano tirato fuori in undici anni di onorata carriera.
L’EP è un vero e proprio concentrato di tutti quegli ingredienti che tanta fortuna hanno portato agli statunitensi. Quanto detto non deve però trarre in inganno nessuno: “ The Parallax: Hypersleep Dialogues” non è un mero esercizio di stile, né tanto meno una sterile riproduzione di quanto fatto in passato. Se il sound è effettivamente rimasto, a grandi linee, invariato, è però grazie a una prestazione maiuscola e a un songwriting magistrale che i Between the Buried and Me riescono a regalare ai propri fan l’ennesima perla.

Ancora una volta dunque non manca nulla: dalle vertiginose accelerazioni dalle tinte technical death metal, alle bordate simil-brutal, passando per parti in cui l’eccellente tecnica esecutiva di ciascun membro viene a galla, finendo con i passaggi più delicati e melodici, tutto ciò che la formazione sa fare meglio trova il giusto spazio all’interno delle composizioni. A ciò si aggiunga che, questa volta, si possono ritrovare anche spunti che richiamano alla mente alcune colonne sonore (a tal proposito si ascolti l’introduzione di “Specular Reflection”).
I tre brani che compongono questo nuovo lavoro alternano dunque parti più violente e tirate ad altre più delicate, raggiungendo un perfetto equilibrio che contribuisce notevolmente a facilitare il processo d’ascolto, anche laddove le strutture si complichino in maniera sostanziale.

Descrivervi ogni singolo passaggio sarebbe controproducente perché toglierebbe il piacere della scoperta dei pezzi, ma se dovessi sceglierne uno solo su cui spendere qualche parola in più, non avrei dubbi: a svettare su tutti è la conclusiva “Lunar Wilderness”, un vero e proprio inno all’elegante potenza tipica della band. Sembra quasi impossibile non rimanere travolti dalla delicatezza di alcuni passaggi, come ad esempio l’introduzione, le parti in voce pulita nella prima metà della traccia o ancora il breve solo dal forte sapore jazz posto verso i 2′ e 30”. Allo stesso modo è impensabile non lasciarsi sommergere dalla veemenza dei momenti più vicini al techno-death, riuscitissimi e mai banali.

Vogliamo spendere qualche parola in più su aspetti quali prestazione tecnica della band e produzione? Bene, i Between the Buried and Me si dimostrano ancora una volta dei musicisti sopraffini: l’esecuzione è perfetta e non vi si può muovere critica alcuna.
Eccellenti anche il mixing e il livello di registrazione, grazie all’impegno profuso dalla MetalBlade per la buona riuscita del lavoro.

Con ciò siamo giunti alla conclusione: questo EP ci conferma ancora una volta le immense capacità compositive del quintetto della North Carolina, che torna a volare alto dopo la mezza delusione di “The Great Misdirect”. Acquisto dunque caldamente consigliato a tutti, sia che siate fan o meno, non fatevi scappare assolutamente questo “ The Parallax: Hypersleep Dialogues”, perdereste l’occasione di ascoltare della grande musica.

Emanuele Calderone

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Tracklist:
01- Specular Reflection
02- Augment of Rebirth
03-  Lunar Wilderness