Recensione: The Promise

Di Eugenio Giordano - 5 Ottobre 2003 - 0:00
The Promise
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Anno: 2003
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82

I Forgotten Tales sono canadesi e rappresentano una delle migliori promesse della scena metal del Quebec, i nostri cinque esordiscono con questo “The Promise” sotto la guida della Union Metal International, piccola etichetta incredibilmente attiva nell’underground nordamericano. Il gruppo basa la sua direzione musicale sul power metal sinfonico dalle forti tinte epiche che ha fatto la fortuna di band come i Rhapsody riuscendo a dimostrare una personalità e una tecnica veramente invidiabili in questo ambito. I Forgotten Tales contano sulla voce calda e potente della bravissima Sonia Pineault che si dimostra immediatamente l’arma vincente del sound dei nostri. Anche se esordienti i Forgotten Tales possono contare su una produzione e un sound precisi e competitivi come quelli delle band più notorie del panorama metal di oggi, quindi il rischio di sbavature tecniche e sonore in questo “The promise” è del tutto scongiurato.

Dopo una introduzione sinfonica dal grande appeal crescente ecco irrompere la prima travolgente “Word of truth” che si basa su una cavalcata chitarristica degna del più ispirato Luca Turilli unita a strutture melodiche di grande gusto e vagamente progressive, su tutto questo si erge la prestazione vocale della Pineault che regala al gruppo quella marcia in più necessaria a farsi notare in mezzo a molte altre band nel settore. Dopo un inizio drammatico e molto elegante la successiva “Cold heart” si trasforma in una power track frontale e trascinante, inutile il paragone con i primi Rhapsody di “Legendary tales”, i Forgotten Tales colpiscono nel segno con una chiarezza di idee indiscutibile e una prestazione tecnica di massimo rispetto. I ritmi rallentano con “Far away” un brano decisamente più ambizioso e eleborato sotto il profilo compositivo, qui viene lasciato maggiore spazio alle linee vocali e agli intermezzi strumentali di stampo medievaleggiante. Una vera pallottola impazzita “gates beyond reality” è una canzome power metal con grande potenza e velocità, ottima la scelta di linee vocali sporcate e grintose unite ad un riffing dinamico e poderoso, in questo caso vengono sacrificate le parti sinfoniche per non perdere il tiro del brano. Più classica ed epica “Sanctuary” esplode in un ritornello maestoso che mostra tutta l’ispirazione del gruppo, qui i Forgotten Tales possono ricordare i Dark Moor del primo “Shadowland” ma il sound della band canadese è molto migliore. A questo punto i nostri propongono la suite “The tale of neeris” introdotta da “she’s falling” una track romantica e rallentata dal forte sapore medievale, ancora una volta è la voce della Pineault a fare la fortuna del gruppo. Con “Deadly grasp” i Forgotten Tales sfornano una prova di grande carattere e personalità, alle parti sinfoniche si uniscono con maestria le chitarre e la sezione ritica generando un suono compatto e potente che non lascia dubbi sul talento del gruppo, ottimi. Con “Endless dream” il gruppo si avvicina molto allo stile di canzoni come “Wisdom of the kings” dei Rhapsody e credo tutti voi abbiate in mente di cosa sto parlando, in breve, una canzone irresistibile e vincente. La title track viene posta in chiusura del disco e si rivela un brano molto potente e cattivo che conclude il disco in crescendo, anche in questo caso i Forgotten Tales esprimono con grande ispirazione tutte le caratteristiche del loro sound, grandi riff veloci, aperture sinfoniche e linee vocali trascinanti e frontali.

Con queste credenziali i Forgotten Tales hanno tutte le carte in regola per conquistarsi ampie schiere del pubblico europeo, solo una cosa li limita, il fatto di non avere una distribuzione europea, e nello specifico italiana, colgo l’occasione per segnalarli a chi è interessato.

1. Intro
2. Word Of Truth
3. Cold Heart
4. Far Away
5. Gates Beyond Reality
6. Sanctuary
7. (Part I) She’s Falling
8. (Part II) Deadly Grasp
9. (Partiii) Endless Dream
10. (Part IV) Promise

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