Recensione: The Return To Darkness

Di Daniele D'Adamo - 30 Luglio 2010 - 0:00
The Return To Darkness
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Anno: 2010
Nazione:
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69

Il metal non conosce più frontiere, quindi non c’è da stupirsi se anche in India giunga l’effetto dell’immensa marea nera rappresentata dal metal estremo che, ormai, copre tutto il pianeta. E quest’effetto, peraltro, non è nemmeno trascurabile. I Demonic Resurrection, infatti, attivi da un decennio, con “The Return To Darkness” riescono, addirittura, a stipulare un contratto discografico con una label di tutto rispetto come la Candlelight Records.

La stupenda copertina dell’album, frutto del lavoro di Michael “Xaay” Loranc (Nile, Behemoth, Vader), aiuta non poco a introdurre l’auditorio nell’immaginario Mondo creato dalla fantasia di Sahil “The Demonstealer” Makhija e compagni. Terzo e ultimo episodio di una trilogia dedicata all’Oscurità, il full-length è un lungo e articolato viaggio negli infiniti meandri del cervello umano, dai quali sono generati gli impulsi elettrici che proiettano nella mente i più desolati e lontani paesaggi alieni. L’incipit del disco, la strumentale “Between Infinity And Oblivion” è un capolavoro di visionarietà: il tappeto di tastiere steso da Jetesh “Mephisto” Menon risucchia inesorabilmente l’atmosfera in un tunnel spazio/temporale per proiettarla a distanze infinite lungo indecifrabili eoni. Poi, “Where Dreams And Darkness Unite” scatena la forza dirompente dell’act di Mumbai: una furibonda, controllata mistura di black/death metal composta di questi due elementi in parti sostanzialmente uguali. L’equilibrio fra i due generi è tale che è davvero impossibile operare una dicotomia, rilevato inoltre che non mancano inserti sia di heavy (“The Warriors Return”), sia di prog (“Omega, I”).
Lo stile dei Nostri, scevro da spunti innovativi, è invero maturo e personale; segno che a questi non mancano né tecnica né esperienza. La struttura delle composizioni è montata su una solida base elaborata dalle tastiere, che svolgono un compito non solo di rifinitura, ma anzi di fattiva collaborazione per la stesura dei motivi portanti. Il rifferama s’interseca con tale base fondendosi a essa con notevole efficacia, producendo un suono pieno e massiccio, anche se un po’ lontano dal livello di potenza che, credo, sarebbe stato opportuno per una produzione di questo tipo. Comunque sia, nonostante la grande quantità di note che i cinque riescono a infilare nel calderone (solo Husain Bandukwala, ad esempio, ne stampa una quantità industriale …), la pulizia è sufficiente per afferrare senza sforzo le abbondanti – e a volte raffinate – armonie che si susseguono senza soluzione di continuità. Le linee vocali sono assestate su un growling corposo e profondo, anche se non mancano estese parti in clean (“A Tragedy Befallen”, “The Final Stand”); i pattern di batteria coinvolgono sia i down-tempo sia i blast-beats. Presenti all’appello, pure, assaggi di symphonic black metal (“The Unrelenting Surge Of Vengeance”).

Troppo?    

In parte sì. Alla lunga, dopo parecchi ascolti, si fa un po’ di fatica a ripassare l’ora abbondante di durata del CD che, quindi, ha il difetto di essere «musicalmente logorroico». Incline alla dispersività, insomma. Questo difetto in ogni caso non inficia la qualità complessiva del lavoro che va, abbondantemente, oltre la sufficienza. Alcune canzoni sono particolarmente riuscite, come “Bound By Blood, Fire And Stone”, equilibrata nel contrapporre furia demolitrice e morbida melodia. Altre sono forse troppo lunghe, come “Lord Of Pestilence”, congegnata con cognizione di causa ma tendente a dar noia.

Encomiabile, e questo mi sento di affermarlo con decisione, l’immenso e duro lavoro che – evidentemente – devono aver fatto questi ragazzi per preparare le dieci canzoni di “The Return To Darkness”, pieno sino al colmo di musica, d’idee e di buona volontà; ma ancora lontano dall’essere una proposta in grado di esulare dal ristretto gruppo di chi apprezza le produzioni mastodontiche, indigeste per la massa.   

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Between Infinity And Oblivion 2:00
2. Where Dreams And Darkness Unite 6:01
3. The Warriors Return 6:38
4. A Tragedy Befallen 6:15
5. The Unrelenting Surge Of Vengeance 5:03
6. Bound By Blood, Fire And Stone 5:19
7. Lord Of Pestilence 11:29
8. Dismembering The Fallen 6:42
9. The Final Stand 6:17
10. Omega, I 8:31

Line-up:
Sahil “The Demonstealer” Makhija – Vocals, Guitars
Daniel Rego – Lead Guitars
Husain Bandukwala – Bass
Jetesh “Mephisto” Menon – Keyboards
Virendra “Viru” Kaith – Drums

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