Recensione: The Rules Have Changed

Di Francesco Maraglino - 8 Agosto 2018 - 7:00
The Rules Have Changed
Band: 3.2
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2018
Nazione:
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83

Nella seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso, una sorta di strana reincarnazione degli ELP prese vita per opera del celebre manager Brian Lane. Se Keith Emerson era, in questa nuova formazione, saldamente alle tastiere e Carl Palmer sempre seduto dietro i tamburi, il ruolo di bassista/cantante che era stato di Greg Lake fu assunto, invece, dal bravo polistrumentista statunitense Robert Berry, proveniente dagli Hush.
La band assunse la semplice denominazione di 3, e, come dimostrato dal primo ed unico album del gruppo, “… To The Power of Three” (Geffen, 1988), Emerson, Berry & Palmer (oops) erano dediti ad un prog semplificato tramite immersione nelle limpide acque dell’AOR, come era successo in precedenza e con grande successo – agli Asia (in cui militava proprio Palmer) e ai GTR di Steve Hackett e Steve Howe.

Nonostante il buon successo del disco (comunque criticato dai fans più oltranzisti del progressive a causa della ”commercialità” del sound), “…To The Power…” rimase l’unica opera della band, sebbene Berry e Emerson avessero già cominciato a lavorare a nuove composizioni.
Berry, negli anni successivi, si è quindi dedicato soprattutto a colonne sonore e al suo super-gruppo Alliance, ma ultimamente, sull’onda sia dell’uscita di un paio di live postumi Live Boston ’88” (2015) e “Live – Rockin’ The Ritz” (2017), sia dell’entusiasmo di qualche attivo gruppo social dedicato al trio, l’interesse nei confronti dei 3 è alquanto cresciuto.
Per questo (e per rendere omaggio a Keith, nel frattempo scomparso), ecco che Berry (ben sollecitato dal boss della Frontiers Serafino Perugino) ha rimesso mani (e cuore) a quelle composizioni rimaste incompiute ed inedite, suonando tutto da solo, ribattezzando il progetto 3.2 e dando seguito, finalmente, all’esordio uscito negli Eighties.

Chi si aspetta un album raffazzonato d’inediti proposti alla bell’e meglio (magari per sfruttare ancora l’onda lunga del dolore per la scomparsa di Emerson), deve ricredersi fin dalle prime note di The Rules Have Changed(questo il titolo del platter). Il disco, infatti, è un piccolo grande gioiello di prog/AOR che si fa ascoltare con enorme piacere.
I fans meno…estremisti del prog potranno gioire dei brani in apertura. One By One, difatti, delizia gli ascoltatori con un pianoforte ora classico ora propenso a digressioni jazz , tastiere solenni alle prese con in spunti tipici “alla Emerson”  e una melodia solenne ed evocativa magnificamente cantata e che ricorda certe arie di John Wetton. Pure Somebody’s Watching è arricchito da tasti d’avorio e chitarre inneggianti ad un prog gioioso e popolare ricco di spunti ELP ma pure di memori di Jethro Tull e PFM.
The Rules Have Changed, invece, è uno slow in cui tastiere (e piano) fanno da suggestivo sfondo sul quale si dipingono epiche e malinconiche melodie eccellentemente delineate dalla voce di Berry e che ad alcuni ricorderanno i migliori Asia, ma che in coda s’avventura efficacemente in evoluzioni prog/fusion.

La vena maggiormente “radio friendly” dei 3.2 si esprime, altresì, in What You’re Dreaming Now (dall’ apertura classica e sinfonica ma dallo sviluppo in territori AOR/pomp ottantiani orecchiabili ma senza banalità, con un basso che la fa da padrone soprattutto nel finale) e soprattutto Powerful Man (dinamico brano AOR con tastiere che disegnano riff lineari al servizio di un brano melodico e svelto da radio FM “dei tempi che furono”, e che richiama alla nostra memoria i fasti di Asia e GTR).

Proprio al centro tra i due versanti stilistici del suono proposto da Berry ecco splendere Your Mark On The World, pregiata  progressive music mescolata all’Adult Oriented Rock.

Our Bond, invece, è un drammatico intenso brano lento, dominato da piano e voce e con testo in parte in spagnolo, nel quale le tastiere disegnano pennellate di contorno salvo poi lanciarsi in fughe prog.
Di taglio stilistico molto diverso dal resto dell’album è la bella This Letter, nella quale la sei-corde acustica, la voce e poco altro esplorano affascinanti territori folk e roots, per esplodere poi in un finale vivace con gli altri strumenti.

In conclusione, The Rules Have Changed” dei 3.2 è un piccolo grande gioiello musicale, tanto inaspettato quanto incantevole, che probabilmente non convincerà chi non apprezzava i 3 negli anni Ottanta del secolo scorso, ma soddisferà appieno chi ha amato e considera “… To The Power of Three” di Emerson, Berry e Palmer un disco di culto, nonchè i fans degli Asia o degli Yes “era 90125”, magari all’epoca considerati da tanti troppo “easy”, ma oggi rivalutati e considerati punti di riferimento anche da giovani band di area prog e prog-metal.

Francesco Maraglino


 

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