Recensione: The Sad Realm of the Stars

Di Emanuele Calderone - 26 Ottobre 2009 - 0:00
The Sad Realm of the Stars
Band: Odium
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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72

Terra estremamente prolifica in ambito black, la Norvegia ha visto la nascita non solo di gruppi lodati a furor di popolo, ma anche di ottimi acts che non sono riusciti a raggiungere la fama desiderata, pur proponendo lavori di qualità.
Tra questi nomi si può citare quello degli Odium, nati nel 1994 a Drammen, con la seguente lineup:

– Sechtdaemon chitarra e voce (Emperor, Zylkon)
– Demariel basso (Mirkskog)
– Bastadon tastiere
– Eek batteria (Mirkskog, Funeral)

Il genere proposto dal quartetto si muove sui più classici territori del melodic black metal, traendo ispirazione dai primi Emperor (non a caso Sechtdaemon collaborava nell’attività live della band di Ihsahn), rendendo il tutto ancor più sinfonico grazie ad un massiccio utilizzo di tastiere, ma anche grazie ad una costante ricerca in chiave melodica. Il risultato è l’album “The Sad Realm of the Stars”, un buon full-lenght che si muove tra citazioni rielaborate in maniera abbastanza personale. Il tutto sorretto da ottime capacità esecutive, un buon songwriting e un lavoro in fase di registrazione tanto brillante da rendere giustizia ad ogni strumentista, sottolineandone la prestazione.
Le nove tracce qui presenti si muovono più o meno tutte sulle stesse coordinate, presentando un lavoro dalla struttura abbastanza lineare, ma non per questo noioso.
I brani scorrono via in maniera estremamente piacevole, alternando momenti più tirati, in cui si susseguono riffs serratissimi, ad aperture melodiche sottolineate dalle note “spaziali” delle keyboards.
La voce è forse l’aspetto più statico dell’album, mantenendosi sempre su uno scream acido, piuttosto piacevole ed in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
I momenti migliori dell’album? Se ne possono incontrare svariati, partendo dalla seconda canzone “Towards the Forest Horizon”, dotata di splendide linee melodiche e di una base ritmica aggressiva ed estremamente varia. In questo brano si assiste a dei duetti tra chitarre e tastiere di grande fascino. Questi passaggi contribuiscono considerevolmente a creare un’atmosfera piuttosto particolare che ricorda quanto fatto dai Mundanus Imperium nell’EP “Ode to the Nightsky”.
Curati anche i momenti puramente strumentali, con buone parti soliste, in cui si mette in mostra il basso di Damariel.
Tra i migliori citiamo ancora “Thy Eternal Nightfall”, dove a distinguersi questa volta è la voce disperata di Sechtdaemon, autore di una prova pregevole. Non da meno si mostra comunque il lavoro degli altri musicisti, sempre intenti a tessere melodie affascinanti, aggressive e tetre.
Ultima tra le canzoni meritevoli di essere portate all’attenzione è la nona e conclusiva “Riding the Starwinds”. Ci si trova davanti ad una song più particolare rispetto alle altre, decisamente atipica se confrontata a quanto sentito fin’ora. Infatti l’attenzione della band si rivolge ad un black metal si melodico, ma più complesso, dalle tinte quanti prog. Riaffiorano, dunque, alla mente gli Arcturus del periodo di “Aspera Hiems Symfonia”: si incontrano, infatti, proprio in quest’ultima track molte parti strumentali in cui il quartetto mostra una buona base tecnica e cambi di tempo continui.
Gli altri pezzi qui contenui si mantengono comunque su buonissimi standard qualitativi.
Per quel che riguarda, invece, l’aspetto delle liriche, salta subito all’orecchio la volontà di distanziarsi dallo stereotipo “satanista” ed anticristiano, tipico di un certo black metal degli anni ’90. Le lyrics, infatti, trattano di volta in volta temi più vicini alla sfera della sofferenza e della solitudine, piuttosto che dell’universo e delle stelle.

In conclusione si tratta di un album appetibile da buona parte del publico black, ma che può essere apprezzato anche da chi non si nutre quotidianamente di tale genere. Non v’è altro da aggiungere, se non consigliare caldamente l’ascolto di questo lavoro che, se pur non cambierà le sorti del genere, si presenta comunque come un buon prodotto, ispirato e dotato di gran fascino.

Tracklist:
01 Winterpath
02 Towards the Forest Horizon
03 Place of Forgotten Dreams
04 Thy Eternal Nightfall
05 Sad Realm of the Stars
06 Northern Flames
07 Through the Sorrowfield Forest
08 Brightness of the Weeping Kingdome
09 Riding the Starwinds

Emanuele Calderone

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