Recensione: The Silver Scream

Di Claudia Gaballo - 15 Marzo 2019 - 0:00
The Silver Scream
Etichetta:
Genere: Metalcore 
Anno: 2019
Nazione:
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75

Incontrati “per sbaglio” durante il tour europeo dei Motionless In White, avevo archiviato gli Ice Nine Kills come un gruppo di alternative-teen-idols con qualche buon ritornello. Ottobre 2018: esce “The Silver Scream”, i miei account social vengono inondati di post promozionali, mi ricordo dell’esistenza di questa band e decido di dargli una chance.  

Se il precedente “Every Trick In The Book” ruotava intorno all’idea del romanzo gotico e dell’orrore, “The Silver Scream”, quinto album in studio, è dedicato agli stessi temi nel cinema. Sebbene simile nel concept, musicalmente parlando questa seconda opera suona molto più matura, completa e creativa, mostrando una netta evoluzione della band, che qui mette in luce tutte le sue potenzialità. Molti (troppi?) gli ospiti di questo album, tra cui Randy Strohmeyer dei Finch, l’attrice-cantante Chelsea Talmadge e Sam Kubrick, nipote dell’omonimo regista.

‘The American Nightmare’, ispirata alla saga di Nightmare, si apre con un pezzo recitato, escamotage creativo che la band ama sfruttare spesso e che troveremo più avanti in tutto l’album. La traccia è caratterizzata da toni relativamente cupi ma ha un ritmo ben sostenuto, e la voce alterna cantato, scream e growl; il ritornello ha un retrogusto pop che farà indispettire i puristi del genere, ma nel complesso si amalgama bene con il resto della canzone.

E il talento degli INK è proprio questo: raccontano una storia alternando momenti hardcore a melodie più leggere, con una spennellata dark qua e là, ma senza mai annoiare. Pezzi con le stesse caratteristiche sono ‘Thank God It’s Friday’ (Venerdì 13), ‘Stabbing In The Dark’ (Halloween), ‘Rocking The Boat’ (Lo Squalo) ed ‘Enjoy Your Slay’ (Shining). Paragonando queste canzoni a vecchi brani come ‘The Nature Of The Beast’ o ‘Communion Of The Cursed’, che pure vedevano una struttura simile, si nota immediatamente una maggiore ricercatezza nel suono, che è più complesso e aggressivo.

Due tracce più dirette, dal taglio più punk, sono invece ‘SAVAGES’ (Non Aprite Quella Porta) e ‘Freak Flag’ (La Casa Del Diavolo), quest’ultima che suona quasi come un inno punk-rock adolescenziale. I brani più “cattivi” sono sicuramente ‘The Jig Is Up’ (Saw) e ‘Merry Axe-Mas’ (Natale Di Sangue), dove la band si affaccia verso il death metal senza però mai tralasciare l’orecchiabilità generale. ‘Love Bites’ (Un Lupo Mannaro Americano A Londra) è una ballad dal tono scanzonato, ma l’unico pezzo di cui non si sentirebbe la mancanza; altra canzone dal taglio romantico è ‘The World In My Hands’ (Edward Mani Di Forbice). ‘A Grave Mistake’ è ispirata a Il Corvo, e chiunque abbia amato il film è autorizzato a cantare e piangere con questa canzone sotto la doccia.

‘IT Is The End’ (It) è l’ultima, la più lunga e la più complessa tra le tracce. Si apre con un carosello e un’introduzione con le parole originali del romanzo, nello stile teatrale che tanto piace alla band. Continua potente e drammatica, fino a raggiungere momenti di epicità. Una mini-opera di 5 minuti, perfetta chiusura per l’album.

Gli Ice Nine Kills hanno investito molto nell’immagine e nella promozione di questo album, con una presenza quasi ingombrante sui social media, strizzando molto l’occhio verso un pubblico teen, scelta forse discutibile. Quel che è certo è che questa band ha dimostrato capacità di evoluzione e maturità artistica, e in futuro potremmo aspettarci delle svolte stilistiche ancora più raffinate.

Etichetta: Fearless records

Tracklist:

  1. The American Nightmare – 4:10
  2. Thank God It’s Friday – 4:23
  3. Stabbing in the Dark – 4:36
  4. SAVAGES – 2:57
  5. The Jig is Up – 3:57
  6. A Grave Mistake – 3:04
  7. Rocking the Boat – 4:06
  8. Enjoy Your Slay – 4:16
  9. Freak Flag – 3:18
  10. The World in My Hands – 3:50
  11. Merry Axe-Mas – 3:18
  12. Love Bites – 3:00
  13. IT Is the End – 4:48

Lineup:

Spencer Charnas – voce

Justin DeBlieck – chitarra solista, voce secondaria, tastiera, programmazione, sintetizzatore

Justin Morrow – chitarra ritmica, basso

Patrick Galante – batteria

 

 

 

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