Recensione: The Stars Of Never Seen

Di Stefano Ricetti - 25 Giugno 2009 - 0:00
The Stars Of Never Seen
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
72

Il monicker Crescent Shield si avvicina ad avere già dieci anni di esperienza sul groppone, e non è par niente poco per un gruppo nato come diversivo di due band che il successo vero l’hanno visto solo in cartolina: Destiny’s End e Onward. A volte il mondo dell’HM è davvero strano: nonostante si sfornino dischi pregevoli accompagnati da un’attività live di rilievo non si riesce a sfondare quella cortina di die hard fan e piano piano calano inesorabilmente le motivazioni. A supporto di queste delusioni vi sono i progetti paralleli, che spesso nascono come sfogo delle frustrazioni represse dei gruppi principali. La storia dei Crescent Shield è più o meno andata così.

Il chitarrista  Daniel DeLucie e il vocalist Michael Grant danno vita al progetto nel 2000, gli anni successivi escono due demo e il debutto ufficiale su full length è targato 2006, con l’album The Last Of My Kind, che riscuote un buon successo di critica a livello universale. Passano tre anni, permane l’etichetta – la Cruz Del Sur Music – e il combo californiano torna sulle scene con questo The Stars Of Never Seen, dalla particolare e originale copertina fumettistica.

Il primo pezzo, Under Cover Of Shadows parte alla maniera di certi lamentosi Death SS per poi deflagrare fra riff di matrice Jag Panzer annegati all’interno di un impianto-canzone di tipologia Helstar. Apprezzabile il pathos epico scatenato soprattutto nella parte centrale del brano. Capitolo a sè riguardo la voce dell’ex Onward Michael Grant, da digerire completamente solo dopo alcuni ascolti. Aumenta la velocità in The Grand Horizon, un episodio massiccio che punta al sodo e riporta ad alcune cose del disco precedente. Tides Of Fire gode di un incipit magniloquente e sofferto che la conduce lentamente a divenire un monolite di metallo classico cadenzato, per chi scrive l’highlight del disco. Chitarroni che non lasciano scampo aprono la successiva 10.000 Midnights Ago, ovvero il manifesto del riff pesante da concerto che tante “capocce” riesce a far muovere all’unisono durante le adunate live.

In Temple Of The Empty i Crescent Shield tributano la lezione degli Iron Maiden con Bruce Dickinson dietro al microfono impreziosendo il brano con un solo di mandolino inaspettato, che rimanda a menestrelli antichi. My Anger è possente, le note di chitarra grondano che è un piacere supportate da una sezione ritmica impeccabile. Da rivedere la prova del vocalist, non abbastanza profonda per un pezzo di cotanta portata. The Bellman scorre senza infamia e senza lode lasciando posto ai nove minuti abbondanti di The Endurance, dal titolo che più profetico non si può. Una composizione ardita, probabilmente troppo lunga per colpire nel segno, ma che condensa l’essenza del Crescent Shield sound: HM classico made in USA, ambientazioni crepuscolari, la giusta dose di epica, qualche inserto Prog e un cantato credibile, anche se, per certi versi, atipico. Con Lifespan gli americani chiudono all’insegna della continuità nei confronti di The Last Of My Kind: veloce heavy metal classico Ottantiano saltellante, senza fronzoli e diretto allo stomaco. 

The Stars Of Never Seen è un disco onesto, che si ascolta volentieri e mantiene un tiro decente, nulla più e nulla meno. Una conferma.             

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Discutine sul forum relativo

                  

Tracklist:
1. Under Cover Of Shadows
2. The Grand Horizon
3. Tides Of Fire 
4. 10.000 Midnights Ago
5. Temple Of The Empty
6. My Anger
7. The Bellman
8. The Endurance
9. Lifespan

Line-up:
Michael Grant – Vocals
Daniel DeLucie – Guitar
Melanie Sisneros – Bass
Craig Anderson – Drums

 

 

 

Ultimi album di Crescent Shield