Recensione: The Syndrome Of Decline

Di Matteo Di Leo - 17 Gennaio 2013 - 0:00
The Syndrome Of Decline
Band: Ira
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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80

Il nome Ira in ambito metal e dintorni non è proprio il massimo dell’originalità e qualsiasi motore di ricerca potrà confermarvelo. Allo stesso modo, neppure la musica contenuta in “The Syndrome Of Decline” è un portento d’innovazione. Ma tutto ciò ha un’importanza relativa e irrisoria, perché questo è un gran bel disco partorito da un’ottima band. Ma andiamo con ordine.

Il gruppo milanese, cementificato attorno alla figura del chitarrista, cantante e compositore principale Giuseppe “Rex” Caruso, arriva al primo CD dopo tre demo e delizia i nostri padiglioni oculari con una scintillante colata di death metal tecnico e melodico che entra di diritto nella scuola creata e benedetta dal genio musicale di Chuck Schuldiner e dei suoi Death da “Symbolic” in avanti. Chiare risultano, infatti, l’influenza e la devozione verso l’imprescindibile artista statunitense, ma lungi da me voler considerare gli Ira come un semplice manipolo di epigoni.

La band, difatti, dimostra di aver acquisito gli insegnamenti del Maestro e li rielabora da par suo, dimostrandosi capace di scrivere, arrangiare e suonare ottime canzoni, complesse e variegate quanto si voglia; ma sempre capaci di coinvolgere ed entusiasmare l’ascoltatore, scongiurando il pericolo noia che spesso si cela tra gli anfratti di questo stile. L’introduzione di elementi estranei al filone agevola il compito, e in particolare si possono cogliere svariati rimandi al thrash metal (sempre nella variante ‘progressiva’ tipica di band quali Megadeth era “Rust In Peace”) e classic metal che contribuiscono ad aumentare il ventaglio di soluzioni a disposizione del quartetto.

Da applausi la prestazione del deus ex machina Rex sia alla sei corde che alla voce, un autentico guitar-hero che mette il suo talento al servizio del collettivo e non viceversa; sapientemente coadiuvato da Christian Scorziello che imbraccia l’altra ascia e dal fantasioso e puntuale basso di Euro Ribigini che supporta il duo ritagliandosi anche degli spazi tutti propri, formando chiaramente la base per la ritmica devastante e funambolica del sempre ottimo Marco Di Salvia (dopo la realizzazione del disco sostituito in pianta stabile da Alex Caruso) ormai assurto a ruolo di session man di lusso del metal estremo italiano, visti i trascorsi in varie formazioni tra cui spicca la recente prestazione negli Hellectrochains di “Velocifero” e negli storici Node. E proprio in occasione della registrazione di “In The End Everything Is A Gag” di questi ultimi nacque il sodalizio con Rex che prestò la propria ugola per quel progetto.

Fulcro di quest’opera prima è “Occult Doctrine”, suite di death metal progressivo suddivisa in quattro parti su cui lo ‘spirit crusher’ aleggia prepotentemente fino a impossessarsi di Rex portandolo alla creazione di un piccolo gioiello. In questo frangente la fantasia compositiva del mastermind viene lasciata andare a briglia sciolta e il risultato è un variopinto flusso metallico che scorre senza soluzione di continuità e vive della continua alternanza di umori, contrappunti, assoli, armonizzazioni, voci urlate e filtrate; la cui parte finale, sottotitolata “Past Returns” rappresenta per certi versi la summa e la sublimazione del percorso artistico del complesso meneghino. Ovviamente non è solo questa composizione a fare bella figura in “The Syndrome Of Decline”. Dall’apripista e immediata “Lost In Pain” è un continuo susseguirsi di brani ottimi, come evidenziano le trasheggianti “Emotionless” e “Un-Existence”, tutti pezzi in cui il livello qualitativo è sempre tenuto decisamente sopra la media; in special modo per quanto riguarda “Searching Myself”, cavalcata di quasi otto minuti dove la tecnica di Di Salvia e Ribignini costituisce il tappeto su cui s’impennano le melodie disegnate dalle chitarre di Rex e Scorziello. Una traccia ‘cangiante’ che muta pelle continuamente tra stacchi soffusi e repentine accelerazioni, scream e controcanti di grande effetto fino a stamparsi definitivamente nella nostra memoria.

Dopo un debutto del genere, le aspettative per le future mosse degli Ira saranno altissime, ma i ragazzi hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per non deludere. Il prossimo disco potrebbe essere un lavoro da consegnare agli annali.

Matteo Di Leo

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Tracce:
1. Lost In Pain 6:26
2. Emotionless 4:45
3. Un-Existence 4:00
4. Occult Doctrine Pt. 1 (Hidden Reality) 3:30
5. Occult Doctrine Pt. 2 (The Creature) 4:19
6. Occult Doctrine Pt. 3 (Calm Before The Storm) 1:40
7. Occult Doctrine Pt. 4 (Past Returns) 6:15
8. Searching Myself 7:57
9. No Hope 5:19

Durata 44 min.

Formazione:
Rex Caruso – Voce/Chitarra
Christian Scorziello – Chitarra
Euro Ribigini – Basso
Marco Di Salvia – Batteria
 

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