Recensione: The Thing With Two Heads

Di Nicola Furlan - 2 Agosto 2014 - 0:51
The Thing With Two Heads
Band: English Dogs
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2014
Nazione:
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74

Gli English Dogs sono un gruppo britannico con una grande storia alle spalle. Nati, scioltisi e riformatisi più volte, e con diversi nomi, si ributtano ora sul mercato con un esordio davvero interessante intitolato “The Thing With Two Heads”. Dietro ad ogni band interessante c’è un’etichett accorta, nel nostro caso la Candlelight Records. La band propone una cosa (tanto per stare in tema con il titolo) amorfa e nel contempo multiforme. Una proposta musicale che disorienta, atipica, ma che di base presenta una matrice sostanzialmente thrash. No cose alla Voivod, né tantomeno alla Watchtower, sia ben chiaro fin da subito. I Nostri sono autori di un tecno-thrash metal pestatissimo che si esprime sotto forma di velocità, come di mid-tempo.
In tutto questo marasma compositivo troviamo anche qualche brano deboluccio, dalle sfumature quasi rap-metal, come di slanci thrashcore particolarmente urticanti. Però non viene mai meno la qualità. Si consideri che tutto il disco è incastonato di piccole gemme soliste alla sei corde, alcune delle quali architettate secondo un gusto quasi neoclassico. Tale pproccio, tecno-thrash con una significativa attitudine hardcore, raffinato da tale cura compositiva, rende “The Thing With Two Heads” una proposta estremamente esclusiva. Nel complessivo l’approccio è molto progressivo (passatemi il termine nella visione generale). Qui si sperimenta pur mantenendo inalterato il gusto primigenio del thrash metal, così come del crossover.
Bene il cantato, molto dinamico ed in grado di giocare con elasticità il range di azione tra la caustica aggressività che si richiede in questi casi e i clean (che non disdegnano di tanto in tanto gli acuti) dall’apprezzato retrogusto speed metal.
La produzione appare forse un debole sotto il profilo dei bassi che, a nostro parere, andavano maggiormente enfatizzati. Bene invece la cura del suono. Come è brillante tutto ciò che riguarda le chitarre che si apprezzano per ogni nota suonata.
In definitiva, il songwriting così realizzato appare, ci permettiamo di dire, ‘sperimentale’. Tale risultato potrà piacere così come potrà lasciare interdetti, però, a nostro parere, va apprezzato. Ci viene da affermare: finalmente qualcosa di nuovo! Come tutte le novità, è necessario dare più ascolti al prodotto per capire cosa può regalare in termini di soddisfacimento.
Al momento posso dire che il sound degli English Dogs è più che buono, incazzato ed ironico quanto basta, ma manca di quella compattezza richiesta per poter deflagrare. Paradossalmente è più un album da ascolto ‘raffinato’ piuttosto che da ‘iper-stage-diving’ come ci aspetterebbe dalle band dedite a tali ambiti artistico-musicali. Potete vederla come un punto di forza di “The Thing With Two Heads” o come una debolezza. A vostro piacimento.

Nicola Furlan

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