Recensione: The Third Crusade

Di Stefano Ricetti - 20 Ottobre 2015 - 0:10
The Third Crusade
Band: Dawnrider
Etichetta:
Genere: Doom 
Anno: 2014
Nazione:
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75

Dopo una decina d’anni di attività i portoghesi Dawnrider realizzano, nel 2014, il terzo full length della loro storia, intitolato, per l’appunto, The Third Crusade, sotto l’egida della label Raging Planet Records. Curiosamente il disco gode dei servigi della line-up precedente accanto a quella attuale della band. Situazione sicuramente singolare che testimonia senza alcun dubbio l’attaccamento alla “maglia”, cosa sempre più rara in tempi nei quali l’egoismo e l’indifferenza la fanno da padroni.

La carriera dei Dawnrider annovera numerosi Ep, un bootleg live riconosciuto dallo stesso gruppo e, come scritto sopra, due full length: Alpha Chapter del 2007 seguito da Two del 2009. The Third Crusade, accompagnato dall’intrigante copertina disegnata da Francisco Legatheaux, si compone di sette pezzi in tutto, compreso l’immancabile strumentale, come da tradizione del combo di stanza a Lisbona. Il libretto, di otto pagine, riporta tutti i testi abbinati a sinistri disegni in linea con la cover, mentre le due centrali sono a totale appannaggio dei componenti la band e di chi ha collaborato alla stesura dell’album: Hugo Conim (Chitarra), F.J. Dias (Voce), Pedro Santana (basso), J.P. Costa (Tastiere), Ricardo Matias (Chitarra). 

The Third Crusade prende forma sulle note di Demons, traccia notevole che in più di undici minuti, oltre a non stancare, fornisce un eccellente connubio fra l’Epic Metal di stampo guerresco e il Doom nella sua accezione più classica. A farla da padrone le due chitarre menanti fendenti a destra e manca, insieme con la voce lamentosa di F.J. Dias. Magia nera allo stato puro, per lo scrivente l’highlight del disco.

A seguire la misteriosa Falling, che si rifà alle atmosfere sulfuree in voga negli anni Settanta in Inghilterra, poi riprese dalle band più oscure della Nwobhm. Terzo pezzo del lotto, Cry of the Vampyre, dichiaratamente, come scritto a chiare lettere all’interno del booklet dai Dawnrider, un tributo all’Horror Doom italiano per antonomasia, ossia i Death SS degli inizi, quelli della invincibile killer line-up comprendente Steve Sylvester alla voce e Paul Chain all’ascia. Buona e soprattutto coraggiosa la prova di rimando ai nostri campioni effettuata dai portoghesi, con la consapevolezza dell’unicità del combo maledetto tricolore.  

Iron Freebird è la strumentale di turno, Absolute Power, dai testi esplicitamente antigovernativi, è un brano massiccio che gioca fra la durezza delle chitarre e l’organo di accompagnamento con, al solito, la voce cerimoniosa di Dias, impegnata su di un refrain di gran presa. Ancora eroica fusa su grandi melodie polverose a costituire l’impianto di Esperança, canzone in lingua portoghese di ispirazione fottutamente Black Sabbath nei riff. Marching to the Death, posta in chiusura, è stata scritta e composta in ricordo di Piggy dei Voivod, mancato nel 2005 (R.I.P.) utilizzando quando possibile la sua stessa tecnica chitarristica. Il pezzo svela un lato inedito dei portoghesi, che per qualche minuto si concedono un viaggio all’aria aperta e alla luce, abbandonando le usuali tenebre.  

Se i nostri nel prossimo futuro riusciranno a capitalizzare al meglio e sviluppare ulteriormente il tocco magico che hanno dimostrato di possedere nel creare un armonioso mix fra l’Epic e il Doom saranno dolori per tutti gli altri. Per ora vale di certo la pena annotarsi sul taccuino personale il nome Dawnrider sotto la pagina con disegnata la bandiera del Portogallo, quella con già appuntati nella prima riga i metal warrior Ironsword, seguiti da Tarantula e Moonspell.

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

DAWNRIDER BAND II

 

 

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