Recensione: The Unexpected Guest

Di Federico Reale - 4 Settembre 2009 - 0:00
The Unexpected Guest
Band: Demon
Etichetta:
Genere:
Anno: 1982
Nazione:
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88

Viene pubblicato nel 1982 questo The Unexpected Guest, secondo album dei Demon, dopo l’ottimo esordio Night Of The Demon dell’anno precedente, caratterizzato da un hard’n’heavy grezzo, diretto e (cosa più importante a delineare lo stile della band) molto melodico. Rispetto alla formazione precedente ci sono due novità, entrano il bassista Chris Ellis ed il tastierista Andy Richards.

Dopo la breve intro “An Observation” (già un piccolo capolavoro, riesce a ricreare un’ atmosfera particolare carica di ansia e paura), il disco presenta già una coppia fantastica, formata da “Don’t Break The Circle” e “The Spell“. La prima è subito un classico dell’heavy metal, grazie a dei cori epici molto d’impatto e, soprattutto, una serie di ottimi guitar solos. La seconda, “The Spell” è quella che io ritengo la migliore canzone dell’album. Qui viene esaltata la vena melodica della band, specialmente nel fantastico solo di chitarra, tra i miei preferiti di sempre in ambito hard’n’heavy. Ciliegina sulla torta, un ottimo ritornello, con un buon uso della tastiera.

L’album continua con altri grandi momenti, come “Total Possession“, “Sign Of A Madman” (leggermente superiore per la qualità), e “Victim Of Fortune“, decisamente più bluesy-oriented rispetto a tutte le altre songs presenti nell’album. Degni di nota i due ottimi guitar solos di Mal Spooner, chitarrista solista della band. A questo si presenta il primo, seppur lieve, calo di tensione, ovvero “Have We Been Here Before?. Certo una canzone orecchiabile e piacevole da ascoltare, ma che non lascia niente impresso nella mente dell’ascoltatore. Forse questa sensazione è dovuta al fatto che a questa traccia segue un altro trio micidiale.

La prima canzone di questo strepitoso combo è “Strange Institution“, contraddistinta da un’atmosfera incredibile, grazie anche ad una prestazione da applausi da parte del cantante Dave Hill. Si prosegue con “The Grand Illusion” che è un gioiello di heavy metal che presenta un guitar solo al fulmicotone di Mal Spooner (notevole l’intermezzo di tastiera e voce, in cui Hill sfodera una delle sue migliori prove) e “Beyond The Gates Of Hell“, più cadenzata e impreziosita di un riff diretto e tagliente. L’ultima canzone vera e propria dell’album è “Deliver Us From Evil“, altra gemma, caratterizzata da un’ottima prova del solito duo Hill-Spooner, oltre che da una maggiore velocità.A chiudere definitivamente l’album, una breve outro, che riprende il tema di “An Observation“.

Secondo me, il miglior album di questa band insieme al successivo The Plague, uno tra gli episodi più rappresentativi dell’intera corrente NWOBHM.

Federico Reale

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Line-up:
Dave Hill: Vocals
Mal Spooner: Rhythm Guitar
Les Hunt: Lead Guitar
Chris Ellis: Bass
John Wright: Drums

Tracklist:

1. Intro: An Observation 
2. Don’t Break the Circle 
3. The Spell 
4. Total Possession 
5. Sign of a Madman 
6. Victim of Fortune 
7. Have We Been Here Before? 
8. Strange Institution 
9. The Grand Illusion 
10. Beyond the Gates
11. Deliver Us From Evil

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