Recensione: The Water Sprite

Di Mauro Gelsomini - 3 Ottobre 2005 - 0:00
The Water Sprite
Band: Noekk
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2005
Nazione:
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78

Dietro i nomi di Funghus Baldachin e F.F. Yugoth sembrano nascondersi
Schwadorf ed Helm degli Empyrium. Il duo tedesco debutta con un progetto
prog rock davvero interessante, ma di difficile assorbimento.
In “The Water Spirit” troverete di tutto, dalla psichedelia di chiara
matrice Hammilliana fino all’inevitabile gothic-folk degli Empyrium,
anche se la voglia di rimanere abbarbicati al progressive intricato di
King Crimson e derivati è tanta, non necessariamente giudicabile come un
male: i due eclettici polistrumentisti (Funghus si occupa di voci,
tastiere e chitarre, mentre F.F. suona percussioni, basso e chitarre) ci
regalano solo sette pezzi di grande intensità, che solo con la
titletrack, opener del disco, sfondano in territori propriamente
folk-metal. Il resto è un viaggio alla scoperta di elettrificazioni
moderne, sound compressi come il neo-prog vuole, in netto contrasto con
quanto di vecchio ci possa essere in una produzione: mellotron,
chitarroni acustici che surclassano gli altri strumenti, arrangiamenti
jazz su cui si adagia in maniera delicatissima la suadente voce lirica
di Baldachin, quasi a voler strizzare l’occhio a un certo Michael
Bublé…
L’incontro del gothic con il prog-folk psichedelico non avrebbe potuto
trovare migliore soluzione della cover dei Dead Can Dance “How Fortunate
The Man With None”, rivisitata in chiave Van Der Graaf Generator, la
band ideale per non snaturarne la malinconicità. Ed è ancora la rabbia
della band di Peter Hammill che si fa largo nella fantastica “The Fiery
Flower”, dal pathos quasi epico, oserei dire rainbowiano (se non pensate
a Stargazer mentre la ascoltate fatemi un fischio), rotto esclusivamente
dal break intimista.
I nostri si muovono sinuosi con pezzi di raccordo, colpevoli forse di
non essere memorabili in almeno qualche passaggio, e talvolta esagerati
nelle dissonanze, che comunque difficilmente infastidiscono l’ascolto.
Citerei, anche per giustificare i miei riferimenti all’epicità di alcuni
brani, che le lyrics di “T.B.’S Notion” sono state tratte dal magnifico
canto del Ritorno del Re de “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien
ribattezzato quasi universalmente “West of the Moon, East of the Sun”.
Si chiude esattamente come s’era aperto, ovvero con il prog di “The Riddle Seeker”, più
aggressivo, che poco o niente ha di gotico, bensì quasi solenne, con
synth avvolgenti e mellotron debordanti ad ingombrare la scena finale.

Mi rendo conto che non è un disco per tutti, sebbene abbia le sue
brave parti “easy”, ma per un attimo dimenticate che si tratta di
prog-rock molto cerebrale, e avvicinatevi alla classe compositiva dei
neonati Noekk.

Tracklist:

  1. The Watersprite
  2. T.B.’S Notion
  3. Strange Mountain
  4. How Fortunate The Man With None
  5. The Fiery Flower
  6. Moonface Is Dead
  7. The Riddle Seeker

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