Recensione: The White Path To Rebirth

Di Stefano Vianello - 30 Agosto 2011 - 0:00
The White Path To Rebirth
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Genere:
Anno: 2011
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80

L’ultimo biennio è stato un periodo davvero fortunato per il power metal. Molti eventi hanno lasciato il loro segno nella storia del metal italiano: il ritorno dei Rhapsody Of Fire sulla scena, la reunion dei Labyrinth con Olaf Thorsen, ma anche debutti di gruppi conosciuti da pochi all’interno di piccole realtà. I 4th Dimension sono una di queste band che, con impegno e costanza, è riuscita a scrollarsi di dosso l’etichetta di gruppo underground. Attivi dal 2005, dopo qualche anno di rodaggio, il quintetto di Asiago (Vicenza) è stato notato da Alessio Lucatti (Vision Divine) che ha deciso di mixare e produrre il disco di esordio: il risultato di questa collaborazione è The White Path To Rebirth.
Oltre alla firma per l’etichietta italiana Crash & Burn Records, il 2011 porta ai nostri un’invidiabile visibilità a livello europeo, grazie al tour di supporto a Labyrinth e Sonata Arctica, nel quale i 4th Dimension hanno dato il massimo, impressionando positivamente la critica e gli addetti ai lavori.

Eccoci quindi a parlare di The White Path To Rebirth, un disco di piacevole power metal sinfonico suonato con tecnica impeccabile e con gran gusto per quanto riguarda la scelta delle melodie che accompagnano l’ascoltatore durante i 53 minuti di durata totale.
In apertura troviamo The Sun In My Life, brano veloce e melodico con una parte centrale che domina tutto il resto: gli scambi di assoli tra le tastiere di Talete Fusaro e le chitarre di Michele Segafredo, si intrecciano in una sequenza emozionante di note. Un ottimo biglietto da visita per il combo veneto che con l’energia e le buone idee della propria proposta musicale, può benissimo essere equiparato a pezzi grossi del genere quali Freedom Call, Rhapsody Of Fire o Stratovarius, che durante l’ascolto più volte vengono richiamati.
Come per tutto il disco, anche nella seconda Consigned To The Wind, le tastiere coprono un ruolo decisamente importante e, oltre alle pompose orchestrazioni, portano “leggerezza” ai brani che scorrono velocemente uno dopo l’altro.
La successiva Goldeneyes è un mid-tempo caratterizzato da ampi intermezzi di flauti e suoni sintetizzati, ma soprattutto vede la presenza del primo ospite importante, ovvero Alessio Lucatti alle tastiere. Con Swarn To The Flame, si torna su velocità più sostenute in un brano potente e gioioso che apre la strada a Everlasting, una sorta di ballad “movimentata” accompagnata dalla soave voce di Melody Castellari che impreziosisce questo pezzo che, a dir la verità, risulta leggermente monotono a causa della lunghezza, circa sei minuti e mezzo.
A scuotere dal torpore appena sopraggiunto ci pensa uno dei pezzi migliori di questo album, ovvero A New Dimension: l’ultimo ospite d’eccezione, Fabio Lione, fa capolino in un brano maestoso e dalla melodia ipnotizzante; una di quelle canzoni che una volta ascoltate non si riesce più smettere di canticchiare per tutta la giornata. Le voci di Lione e Bicego riescono ad amalgamarsi alla perfezione (nonostante la potenza vocale di Lione sia nettamente superiore) rendendo esplosiva questa traccia.
La sognante Winter’s Gone e il clavicembalo di Labyrinth Of Glass fanno da apripista per un altro brano, forse il top dei dieci proposti, Angel’s Call: epicità all’enesima potenza e melodia senza freni, mettono ancora una volta in evidenza l’ottima tecnica di tutti i musicisti del combo veneto che nulla ha da invidiare ai grandi della scena nostrana.
In chiusura troviamo Landscapes (Vestige of the Earth) con le sue atmosfere oniriche create da un’ottima base di pianoforte e tastiere, suggestiva conclusione per questa prima fatica in studio.

Un disco d’esordio davvero buono quello dei 4th Dimension, carico di melodia e atmosfera, mai pacchiano e decisamente professionale. L’ottimo lavoro svolto da Lucatti nella produzione ha dato a The White Path To Rebirth la marcia giusta per poter far sì che questo album non venga abbandonato dopo pochi ascolti, ma continui a girare piacevolmente nello stereo di chi l’ha acquistato anche dopo molto tempo.

Stefano “Elrond” Vianello

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Tracklist:
1. The Sun in My Life
2. Consigned to the Wind
3. Goldeneyes (feat. Alessio Lucatti)
4. Sworn to the Flame
5. Everlasting (feat. Melody Castellari)
6. A New Dimension (feat. Fabio Lione)
7. Winter’s Gone
8. Labyrinth of Glass
9. Angel’s Call
10. Landscapes (Vestige of the Earth)

Line-up:
Andrea Bicego: Cantante
Talete Fusaro: Tastierista
Massimiliano Forte: Batterista
Michele Segafredo: Chitarrista
Stefano Pinaroli: Bassista

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