Recensione: Thirst

Di Alessandro Zaccarini - 11 Gennaio 2009 - 0:00
Thirst
Band: Tankard
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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72

Tredicesimo disco da studio per i Tankard, tredicesimo tassello di una carriera che ha sempre e comunque inseguito – e più che raggiunto – l’ideale di un thrash metal chiuso e inamovibile dai propri valori cardine più datati. Pilastri e alfieri in tempi più e meno fortunati di un genere che più degli altri si è prestato negli anni a derivazioni e (concedetemelo) malformazioni di sorta. I Tankard tornano e lo fanno, come sempre, per la gioia degli irriducibili sostenitori della vecchia scuola.

Con questi presupposti è chiaro che non sarà certo il cambiamento a fare da cardine a questa nuova uscita di Gerre e soci, ma onestamente parlando non è di certo questo che si chiede oggi ai Tankard. Cosa si chiede allora? Presto detto: un disco che sia senza alcuna ombra di dubbio un degno successore di quanto di buono il combo di Francoforte ha partorito da B-Day in poi, un continuo di quella seconda giovinezza che galoppa nelle vene della band dal 2002.

Operazione pienamente compiuta con Thirst, poichè dietro una divertente copertina che richiama da lontano scelte cromatiche e non di ‘Stone Cold Sober’ si cela un disco che è un quadro perfetto di tutto quello scritto in sede di recensione fino a ora. Unica tendenza diversa, unica variante stilistica degna di nota, è l’introduzione di alcune parti più lente del solito – fermo restando che il disco è il solito proiettile di thrash tedesco vecchia scuola – e di alcune attenzioni in più dedicate alla melodia. Ci troviamo infatti in presenza di un paio di pezzi un attimino più atipici, come When Daddy Comes To Play, che ingloba coretti di giovani voci femminile degni di un horror di serie B; o la bellissima Sexy Feet Under, divertente pezzo con altrettanto divertente testo che a giudizio di chi scrive si guadagna il titolo di brano più interessante del disco.

Per quelli che non sanno rinunciare ai Tankard in inguaribile assetto 1.0 ecco le varie Deposit Pirates e Hyperthermia a riportare il riflettore sui più classici dei propositi musicali e morali di casa Geremia. Stesso documento di identità per la bellissima opener Octane Warriors, che si piazza sicuramente tra le cose migliori sentite ultimamente in terra germanica. Serrato thrash metal teutonico allo stato puro.

Inutile davvero stare ad argomentare, polemizzare o questionare su quello che i Tankard hanno scelto di essere da anni e anni. Qui siamo di fronte al classico prendere o lasciare, ed è così chiaro chi sarà a dire sì e no a questo disco che le parole in più ora diventano davvero superflue… e attenzione ovviamente alla traccia nascosta, con i Tankard più folk che abbiate mai sentito!

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

Tracklist:
01. Ocatane Warriors
02. Deposite Pirate
03. Stay Thirsty!
04. Hyperthermia
05. Echoes Of Fear
06. When Daddy Comes To Play
07. Zodiac Man
08. G.A.L.O.W.
09. Myevilfart
10. Sexy Feet Under

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