Recensione: This Is Gonna Hurt

Di Alberto Biffi - 31 Luglio 2011 - 0:00
This Is Gonna Hurt
Band: Sixx:A.M.
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2011
Nazione:
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80

Torna Nikky Sixx con i suoi Sixx:A.M.
Torna il bassista dei Mötley Crüe con il suo passato, i suoi problemi di dipendenza, i suoi libri e la sua rinascita umana ed artistica.
Torna sopratutto un musicista e un compositore dalle qualità davvero rare e preziose nell’attuale (e passato) panorama (hard) rock, che con il debutto del suo progetto (“Heroin diaries”, virtuale colonna sonora del libro best seller), colpì positivamente critica e pubblico.

Saldamente al microfono e fiero titolare della “M” del monicker, ritroviamo James Michael, talentato produttore e poli-strumentista statunitense, possessore di un’ugola semplicemente straordinaria nella sua versatilità ed espressività.
D.J. Ashba, la “A” che compone il nome della band, “tradisce” momentaneamente gli Axl’n’Roses, saltellando con una semplicità disarmante dal ruolo di “vice Slash” a quello di fiero scudiero del mitico bassista dei Crue, dimostrando per l’ennesima volta la sua capacità di partecipare in modo attivo al successo di una band, apportando il suo enorme bagaglio d’esperienza e professionalità.
Dopo aver storto il naso per le “facili” aperture melodiche e l’apparente intenzione della band di puntare su di un target adolescenziale e dopo aver metabolizzato il sound ultra-moderno del combo ipertatuato, non possiamo che arrenderci e toglierci il cappello davanti ad un lavoro assolutamente di prim’ordine.

Il Cd si apre con la titletrack: accolti da un incipit mutuato da John 5, per poi esplodere con un refrain ruffiano e trascinante, per una canzone arrangiata alla perfezione e che fortunatamente (o purtroppo) resterà nella nostra testa anche parecchio tempo dopo aver premuto il tasto “stop”.
Il primo singolo estrapolato dal disco è la seconda traccia, “Lies Of The Beautiful People”, dove il sopra-citato Michael dimostra di essere, insieme a Miles Kennedy, una delle migliori voci rock attualmente in circolazione.
Darren “Slash Junior” James Ashba, mette in evidenza il fatto che oltre ad un immagine accattivante ed un incredibile aspetto da ragazzino, è anche un chitarrista capace di ottimi soli, tecnici e melodici, assolutamente funzionali al brano.
La terza traccia è un lento decisamente piacevole ma non trascendentale, che si salva dall’anonimato dalla “solita” prestazione della “M”, abile nell’utilizzare la propria voce alla stregua di uno strumento, modificandola a seconda delle esigenze senza perdere in convinzione e credibilità.
Parlavamo della poliedricità e dell’eclettismo di Michael? In “Live Forever”, il nostro singer tutto-fare passa da tonalità simil-Valo, ad un ritornello “urlato” che non può non evocarci i 30 Seconds To Mars.

“Sure Feels Right” è il secondo brano lento del lotto. Altro punto debole.
L’ascoltiamo diverse volte, ma rendendoci conto che non ci lascia nessuno “retrogusto”, non possiamo che premere inesorabili e spietati il tasto “skip”.
“Deadlihood” palesa in modo spudorato la sua intenzione di catturarci e di rimaner stampata nella nostra testa per molto tempo.
Il trio, affiatato e complice come una task force di intrepidi sabotatori di altrui padiglioni auricolari, nemmeno a dirlo, riesce nell’intento di stupirci nuovamente con una canzone davvero ben “architettata”, con un arrangiamento perfetto, suoni moderni ed (ancora?! Ashba decisamente sottovalutato!) un ottimo solo a far da corollario ad un ritornello azzeccato.
“Smile” è l’ennesimo brano lento.
Lungi da noi l’essere “razzisti” nei confronti delle ballads, non ci resta però che criticare nuovamente una canzone che altro non serve, se non a calmare l’adrenalina che così piacevolmente stava pompando dentro di noi.
Da segnalare solo una prestazione esageratamente “steventyleriana” da parte del buon Michael.
Il lato moderno dei Sixx:A.M. si palesa anche con forti influenza di band come i Muse, che potrebbero quasi reclamare la paternità su figli illegittimi come “Help Is On The Way” e sopratutto la splendida “Goodbye My Friend”, dove Ashba supera davvero se stesso.
 “Oh my God” ci porta in territori di confine, cari agli irlandesi U2, con un deelay famigliare ed un andamento fluido e coinvolgente che ci accompagna per mano in un crescendo emozionale davvero ben riuscito, complice (ancora una volta) uno stupefacente e versatile Darren James, che sfrutta le sue doti di produttore sposandole con quelle di squisito e mai invadente strumentista, cesellando suoni perfetti per ogni occasione ed arrangiamenti azzeccati.
Chiude questo ottimo lavoro una ballata, dove a far la parte del leone è ancora una volta il nostro ottimo singer, che con un’interpretazione sentita e coinvolta ci accompagna per mano verso il termine di questo splendido lavoro.

In un estate strana, con sbalzi di temperatura anomali e giornate imprevedibili, è bello constatare che alcune cose restano dei punti fermi nella nostra vita.
Nikky Sixx è una di queste.
Da avere ed ascoltare.

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75