Recensione: This Mortal Coil

Di Michelangelo Lubrano - 24 Novembre 2011 - 0:00
This Mortal Coil
Band: Redemption
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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85

Quinta fatica in studio per i progster-metal Redemption, che di fatto sancisce un nuovo percorso stilistico della band e ci presenta questo nuovissimo studio album intitolato “This mortal coil”.

Capitanato da un rigeneratissimo e ispiratissimo Nicolas Van Dyk, sempre più il motore di una macchina a dir poco perfetta (come certo saprete, a quest’ultimo era stato diagnosticato un male incurabile, ma a quanto pare, non solo Nicolas ha vinto la battaglia più difficile che ogni uomo possa affrontare, ma ora si presenta come un musicista più carismatico e stimolato che mai), il gruppo intraprende una nuova direzione basata e strutturata su di un prog-metal classico a tinte decadenti, con espressioni sempre più cupe e intimiste rispetto ai precedenti lavori.

L’ennesimo valore aggiunto di questo full-length, rispetto al passato, è senza dubbio la presenza in pianta stabile di Greg Hosharian, che con le sue tastiere crea delle atmosfere a dir poco incantevoli, nelle quali l’estro e la tecnica di Alder e compagni si fondono in un feeling d’insieme di rara bellezza. Nonostante questa importante premessa, “This mortal coil” pur seguendo la linea tracciata dai precedenti album in studio della band, cambia sostanzialmente nel song-writing e nell’attitudine delle sonorità.
Senza presunzione possiamo affermare che con questo disco i Redemption potranno integrare i propri fan con ascoltatori tendenzialmente portati a seguire suoni più dark e gothic.

In brani come “Blink of an eye” e “Let it Rain” la voce di Ray Alder è semplicemente fantastica: l’interpretazione e il pathos del vocalist statunitense, rendono le composizioni gemme di rara bellezza. Forse, sarà un’impressione, ma questo lavoro parrebbe quasi il più “sentito” mai prodotto dal sestetto, un disco in cui è facile percepire una cura minuziosa del particolare, senza che questa comprometta creatività e spontaneità del prodotto d’insieme, con una ricerca continua di atmosfere intimiste e personali.
Le linee vocali dettate dalla splendida voce di Alder rendono le composizioni molto radiofoniche, nonostante la struttura dei brani presenti un suono davvero roccioso e dinamico. L’alternanza di momenti ipnotico-rilassanti con brani potenti, è sicuramente un nuovo ingrediente nel songwriting del gruppo, che con questo disco conferma di essere nel proprio punto più alto della carriera.

”No tickets to the funeral” è probabilmente il brano più rappresentativo di tutto il cd, un concentrato di tecnica ed emozioni che ci restituiscono una band al massimo della forma, con un assolo di chitarra sbalorditivo.
Non è stato facile recensire un prodotto come questo, visto i trascorsi gloriosi di una band che presentava già 5 uscite di grande spessore, ma va riconosciuta a questi ragazzi la voglia di andare sempre oltre le aspettative.
“This Mortail Coil” sarà un po’ più ostico da digerire per un vecchio fan dei Redemption: visto quanto detto fino ad ora, il rischio è di essere assuefatti da così tanta precisione e scelte armoniche.

Un album in cui non ci sono canzoni qualitativamente inferiori ad altre ed in cui sonorità ed eleganza di composizione la fanno da padrone.
Piccoli particolari da segnalare assolutamente: la cover-art del disco è stata curata da Travis Smith (Avenged Sevenfold, Testament, Opeth, Nevermore), mentre la produzione è stata affidata all’esperto Neil Kernon (Nevermore, Queensryche).

In conclusione possiamo confermare che “This mortal coil” ha decisamente colpito nel segno per la sua incredibile profondità e per la versatilità delle canzoni.
Un album da scoltare più volte per apprezzare in pieno il lavoro di un’ottima band: 65 minuti di emozioni che accarezzano l’anima.

Bentornati!

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Tracklist:

01. Path Of The Whirlwind
02. Blink Of An Eye
03. No Tickets To The Funeral
04. Dreams From The Pit
05. Noonday Devil
06. Let It Rain
07. Focus
08. Perfect
09. Begin Again
10. Stronger Than Death
11. Departure Of The Pale Horse

Line Up:

Ray Alder − Voce
Nick van Dyk − Chitarre / Tastiere
Bernie Versailles − Chitarra
Sean Andrews − Basso
Greg Hosharian − Tastiere
Chris Quirarte – Batteria

 

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