Recensione: Thrash Speed Burn

Di Stefano Ricetti - 27 Febbraio 2008 - 0:00
Thrash Speed Burn
Band: Exciter
Etichetta:
Genere: Speed  Thrash 
Anno: 2008
Nazione:
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80

Gli Exciter sono come la Porsche Carrera: sempre uguale e sempre temibile. I guerrieri di Ottawa capitanati dal chitarrista italo-canadese – molto canadese e poco “italo” – John Ricci giungono con Thrash Speed Burn al nono capitolo in studio della loro lunga milizia all’interno dell’HM, non tenendo conto della raccolta di classici ri-registrati New Testament del 2004 e dell’Ep Feel the Knife del 1985. Gli inventori dello Speed Metal piombano sul mercato ben otto anni dopo il terremotante Blood of Tyrants. Tante cose sono cambiate in casa Exciter da allora: il cantante Jacques Belanger dopo innumerevoli tira e molla ha definitivamente abbandonato la nave e al suo posto è stato reclutato tale Kenny Winter così come al bassista Marc Charron è subentrato Rob Cohen detto Clammy. Dietro le pelli è rimasto il fido scudiero di Mr. Ricci Rick Charron, che ha contribuito a infiammare la Loro ultima esibizione in terra italica durante l’Iron Fest di Tradate del 2005.

Thrash Speed Burn consta di dieci canzoni: dieci inni al metallo sparato sul muso senza pudore alcuno, come ci si poteva assolutamente aspettare. Passano le mode, cambiano i membri della band, scoppiano le guerre per il petrolio volute dai poteri forti, cadono i governi ma John Ricci continua a martoriare il proprio strumento di lavoro con la grazia di un elefante in una cristalleria, esattamente come venticinque anni fa in occasione del disco di debutto Heavy Metal Maniac. Il trademark degli Exciter è lui. John non è sicuramente Mark Knopfler ma dopo venti secondi il suo “tocco” – tanto per usare un eufemismo – è riconoscibile tanto quanto quello dell’ex Dire Straits, rapportando ovviamente il paragone tenendo conto dei diversi ambiti musicali.

In Thrash Speed Burn, per fugare qualsiasi dubbio, i Nostri partono subito a tavoletta con l’opener Massacre Mountain: voce assassina, riff schiacciasassi e sezione ritmica indomita. A Kenny Winter di certo non mancano i bicipiti al posto dei polmoni e questo era forse l’unico dubbio dei die hard fan in casa Exciter: prendere il posto di tale Dan Beehler (prima) e Jacques Belanger (dopo) non era certo impresa da poco. Tralascio volutamente di citare il buon Rob Malnati che compare nel disco meno “Exciter” della Loro discografia, guarda caso l’unico, insieme con Unveiling the Wicked (1986), senza il prode nocchiero John Ricci: l’omonimo “Exciter” del 1988. La title track attacca fin dal principio con il coro “Thrash Speed Burn” e il resto è ancora una volta classic-Exciter, come sopra, con le ottime urla di Kenny Winter nel finale. In “In Mortal Fear” la furia omicida dei quattro “crazy canucks” lascia spazio a riff più controllati e un bridge insistente sullo stile di Orgasmatron dei Motorhead, con un po’ di Ovomaltina in più. Crucifixion è una assoluta novità in casa Exciter: si tratta di un pezzo molto Dark rispetto ai canoni abituali dei Nostri che lascia spazio alla vena oscura del singer. Ci pensa la successiva Demon’s Gate a ritornare al canonico Speed Metal tanto caro a Ricci & Co. così come persiste a fare appena dopo Hangman. Evil Omen, incredibilmente, lascia un attimo da parte la velocità per concentrarsi su riff massicci come il granito e chorus ossessivi e impietosi. Betrayal è ancora Speed da fare schifo (in senso buono, ovviamente) mentre The Punisher strizza l’occhio ai Motorhead più intransigenti e chiude al calor bianco fra stridore di denti… whoops… di chitarre. Cala il sipario con Rot the Devil King e la “sunada l’è semper quela” – translation: always the same shit – , cioè Exciter&Speed Metal, Speed Metal&Exciter e così via fino al termine…

 

Gli Exciter sono gli Exciter e continuano a fare gli Exciter.

I tempi di Heavy Metal Maniac,Violence & Force e Long Live the Loud probabilmente non torneranno più.

Thrash Speed Burn è un loro classico assolutamente in linea con gli ultimi The Dark Command e Blood of Tyrants.

Compromessi e variazioni sul tema: zero!

Kenny Winter regge il confronto con l’ingombrante passato della band.

La ripetitività alberga da sempre in Loro e dopo tanti anni ha assunto i connotati di coerenza.

Non basta un poco di Dark sound in più per modificare l’attitudine di John Ricci e compagni.

Questi sono i quattro “canadiens”: prendere o lasciare, non c’è alternativa.

 

E’ opportuno che finisca in questo momento la recensione: sento degli strani scricchiolii… meglio che corra a controllare se tengono ancora i pilastri di casa dopo cotante mazzate…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Line-up

John Ricci – chitarra
Kenny Winter – voce
Rick Charron – batteria
Clammy – basso

Tracklist:

01. Massacre Mountain
02. Thrash speed burn
03. In Mortal Fear
04. Crucifixion
05. Demon´s Gate
06. Hangman
07. Evil Omen
08. Betrayal
09. The Punisher
10. Rot the Devil King

 

 

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